lunedì 23 aprile 2007

REGOLE UGUALI per tutti e principio di Sussidiarietà, in uno status di pari dignità

* APPELLO *
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APPELLO A GOVERNO E PARLAMENTO REGIONALI PERCHÈ NON SIANO SORDI ALLE RICHIESTE E LEGITTIME ASPETTATIVE DEI CITTADINI, IN TEMA DI EFFICIENZA ED EFFICACIA DEL SERVIZIO SANITARIO.
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RITENIAMO CHE PER MEGLIO RAGGIUNGERLE, IN UNA SOCIETÀ SOLIDALE E GARANTE DELL’EQUITÀ, IL SERVIZIO SANITARIO, ORGANIZZATO DALLE REGIONI, DEBBA UTILIZZARE NEL MODO PIÙ APPROPRIATO I PRIVATI ACCREDITATI : PUBBLICO E PRIVATO DEVONO COESISTERE ED ESSERE MESSI IN GRADO DI IMPEGNARSI INSIEME PER TUTELARE AL MEGLIO LA SALUTE DEI CITTADINI.
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RITENIAMO CHE LO STATO E LE REGIONI DEBBANO AGIRE IN MODO CHE TUTTE LE STRUTTURE ACCREDITATE, SIA PUBBLICHE CHE PRIVATE, OPERANTI SECONDO LE NORME DI LEGGE, SI ATTENGANO OPERATIVAMENTE A REGOLE CONDIVISE, CHE RENDANO INELUDIBILI I DOVERI RECIPROCI E GARANTISCANO AL CONTEMPO I DIRITTI DELLE STRUTTURE A LAVORARE CON PARI DIGNITÀ E A SVILUPPARSI SECONDO LE PROPRIE CAPACITÀ E MISSION AZIENDALI.
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RITENIAMO CHE LA LEGISLAZIONE NAZIONALE E REGIONALE, COSÌ COME PREVISTO DALLE SCELTE ATTUATE A SUO TEMPO DAL PARLAMENTO NAZIONALE, DEBBA ALFINE GARANTIRE CHE CON L’ACCREDITAMENTO VENGA RICONOSCIUTA AL CITTADINO L’EFFETTIVA LIBERTÀ DI SCELTA FRA LE STRUTTURE PUBBLICHE E QUELLE PRIVATE ACCREDITATE.

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Stante l’impegno a favore di un servizio sanitario pubblico visto quale garanzia di sicurezza, di qualità, di omogeneità e di uguaglianza tra i cittadini, chiediamo alle forze politiche di fare chiarezza nella relazione tra strutture pubbliche e private accreditate. In particolare, chiediamo che vengano garantiti i principi sintetizzati nei seguenti punti :

1) con il concorso della volontà, competenza e rispetto di tutte le parti in campo, pubbliche e private, l’obiettivo comune deve essere quello di dare ad ogni cittadino la garanzia che il Servizio Sanitario possa soddisfare al meglio il diritto alla salute, in tempi consoni alla tipologia della richiesta, con il migliore utilizzo delle risorse disponibili e con una flessibilità che renda l’ organizzazione/erogazione del servizio più efficiente ed efficace;

2) nel rispetto dei ruoli, ad assolvere le funzioni del servizio sanitario debbano concorrere con pari dignità (= uguaglianza di diritti e doveri) e con le loro specificità tutte le strutture pubbliche e private accreditate presenti nel territorio;

3) debbono essere raccordate le risorse e le potenzialità per evitare dispersioni, sottoutilizzazioni, duplicazioni;

4) essere bandita, nella ricerca della migliore risposta sanitaria, ogni cultura demagogica o integralista o qualsiasi pregiudiziale opzione per una tipologia di struttura, occorrendo privilegiare la qualità e l'economicità delle prestazioni e le garanzie per i cittadini;

5) la ricerca di una armonizzazione deve fondarsi sul reciproco rispetto, affidabilità e credibilità, garantite da norme certe;

6) la costruzione di ogni Piano Sanitario deve avvalersi di tutte le esperienze professionali esistenti e deve registrare significativi cambiamenti nell'organizzazione del Servizio Sanitario, nel quale il cittadino-utente deve essere posto VERAMENTE al centro del sistema;

7) l'integrazione delle professionalità, delle competenze e delle risorse tra pubblico e privato accreditato deve rappresentare un processo sistematico e non casuale e costituire una scelta di metodo e di principio;

8) debbono essere separate le due funzioni di “soggetti acquirenti” e “soggetti erogatori” delle prestazioni sanitarie, per garantire vera equità e trasparenza;

9) debbono essere favorite le possibilità di integrazione più evolute, che prevedano ipotesi di collaborazione tra pubblico e privato anche sotto il profilo societario, finanziario e gestionale, garantendo altresì il principio di sussidiarietà.


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Puntualizziamo quanto sopra perché, a fronte di vaghe dichiarazioni di apertura al privato accreditato, la legislazione nazionale, quella regionale e i comportamenti delle AA.SS.LL si sommano per emarginare i privati accreditati.

Credo sia difficile negare che la politica attuale della Regione Toscana, in particolare, si caratterizzi per un progressivo distacco dalle strutture private accreditate, “utilizzate” solo al momento del “bisogno” e/o per garantire le prestazioni sanitarie per le quali i tempi delle liste di attesa sono ancora insopportabilmente lunghi.

Non per nulla, della spesa pubblica della Regione Toscana per la Sanità, la percentuale rappresentata da tutta la Sanità Privata Accreditata è inferiore al 4% (= strutture di ricovero + strutture ambulatoriali).

Questo significa voler ridurre le strutture private ad un ruolo sempre più marginale, ciò comportando finanche la scomparsa di parte di esse.
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Essendo infatti le AA.SS.LL assolutamente libere di agire e di impostare come meglio ritengono la loro strategia sul territorio, secondo gli indirizzi regionali, di fatto esse dettano le regole del confronto con i privati accreditati, i quali si trovano a dover sostenere un “duello” impari. Stante la programmazione regionale a monte, infatti, la ASL riveste nel territorio il ruolo di programmatore delle prestazioni (globalmente intese), competitore dei privati ed arbitro nel confronto con loro, tutto nel medesimo tempo.

L’espressione “PARI DIGNITÀ” fra pubblico e privato accreditato è pertanto, ad oggi, null’altro che un’enunciazione vuota di contenuti, in assenza della volontà politica di renderla concreta.

Ma una tale politica regionale, che non solo privilegia il servizio pubblico (cosa naturale se fatto in modo corretto ed entro precisi limiti) ma indebolisce intenzionalmente quello privato, va a scapito di una corretta e positiva competizione, della qualità, appropriatezza ed economicità delle prestazioni e della libertà di scelta dei cittadini-utenti : il problema non è dunque solo politico, ma anche CULTURALE.

Come rendere attuabile -ed in condizioni di VERA equità- la corretta competizione tra sistema sanitario pubblico e privato accreditato, deve essere pertanto un’imprescindibile punto di riflessione al fine di creare i presupposti per lo sviluppo di una sanità migliore.

Ricordiamoci quanto l’allora ministro della Sanità, on.le Bindi, ebbe a sostenere, presentando le innovazioni apportate dal Dlgs 229/1999 :

".. il cittadino può scegliere di curarsi in tutte le strutture accreditate, pubbliche e private. La riforma scommette sulla competizione tra pubblico e privato con regole uguali per tutti, nella convinzione che ciò favorirà un innalzamento complessivo della qualità dei servizi offerti."
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Alzi la mano chi ritiene che quanto promesso otto anni fa sia stato attuato.
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