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martedì 23 giugno 2009

Ezio Mauro su Silvio Berlusconi, sul Guardian


He saw himself as a modern Caesar.

Now his decline is epic

Ezio Mauro, director of Italian newspape


It's impossible to say today whether Silvio Berlusconi will fall as the result of a scandal that has its origins in his Caesar-like vision of power without limit or constraint - or whether he will succeed in regaining control over a crisis that for more than a month now has attracted headlines around the world and not just in Italy. What is certain is that a rift has emerged between the prime minister and the country and, even more importantly, between the leader and his supporters. It is a wound that could be fatal for a politician who for the past 15 years has conducted the most ambitious experiment in modern populism that the west has known.

In ensuring the constant consecration of The Leader before his people, every barrier between the public and the private had to be demolished. So when Berlusconi stood for election for the first time in 1994 he gave 50 million Italians the gift of his family photograph album. There were photos of Berlusconi as a child, of Berlusconi with his actress wife, and of Berlusconi the successful businessman. Now that potent mixture of the personal and political has become his undoing. Fate has imprisoned him in a mythical macho landscape that he constructed with his own hands, populated by young women and aspirant starlets, and rife with sexual innuendo.

And it is those women who are the beginning of the downfall - quite public, utterly political - for the leader who defined himself as a ladykiller and epic lover. When La Repubblica, almost two months ago, revealed that the prime minister had gone to the birthday party of Noemi Letizia, an 18-year-old living in the suburbs of Naples, things went off the rails in an unprecedented fashion. Berlusconi's wife accused him of using his friendships with young women to choose candidates for the European elections. She defined that method as "trashy politics".

Speaking to La Repubblica, Veronica Lario added something else. She said "my husband frequents minors," and that he did this "because he is ill, to the extent that I have asked his doctor to help him, as he would anyone who is not well".

At this point Berlusconi lost his head. When we asked him for an interview, he refused. When our paper publicly challenged him, every day, to answer 10 questions relating to the allegations made by his wife and the contradictory accounts emerging from this scandal, he reacted with insults. He has given five different versions of his relations with Noemi Letizia and her family, and has gone so far as to denounce a subversive plot to overthrow him.

But the prime minister is standing at the edge of a precipice. Two young women from Bari have told magistrates that they were paid by an intermediary to attend parties with other girls, at Berlusconi's homes in Rome and in Sardinia. An investigation into the possible abetting of prostitution is under way. In European papers, pictures of the prime minister, surrounded by young women, are doing the rounds. In Italy, Berlusconi has successfully sought an injunction on their publication. In Italy, the public has reacted by awarding Berlusconi 35% of the vote when he expected to gain 45%. His party is in disarray. He himself is silent and refuses to answer journalists' questions, and even the Church, his great ally, has been obliged to distance itself.

The prime minister, in freefall, describes the crisis as a coup. As far as La Repubblica is concerned, we will continue in our work as if this were a normal country. We will continue to condemn this abuse of public power.

Ezio Mauro, Sunday 21 June 2009


GLI ARTICOLI DELLA STAMPA ESTERA

lunedì 22 giugno 2009

I TG di Berlusconia : libera Stampa in libero Stato..

Silenzi, omissioni, mezze notizie

il Patrizia-gate cancellato dai tg

Il Tg1 di Minzolini ha evitato di collegare Berlusconi alla D'Addario
Solo "feste a Palazzo Grazioli",
aggiungendo: "
Potrebbe trattarsi di millanterie"

di SEBASTIANO MESSINA, La Repubblica


Silenzi, omissioni, mezze notizie il Patrizia-gate cancellato dai tg
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini

È davvero possibile insabbiare uno scandalo che domina le prime pagine dei quotidiani nazionali, è al centro di un'inchiesta giudiziaria ed è finito immediatamente nei titoli della stampa internazionale? Sì, è possibile.

In questa Italia dove il presidente del Consiglio ha anche l'ultima parola sulle nomine dei direttori di cinque dei sei maggiori telegiornali, ormai non c'è più bisogno di contestare i fatti, i sospetti e le accuse: basta nasconderli, e oplà, la notizia non c'è più.

Quei quindici milioni di italiani che ogni sera si affidano ai telegiornali per sapere quello che è successo in Italia e nel mondo, quell'80 per cento di telespettatori che non leggono i giornali - dunque non leggeranno neanche questo articolo - e hanno la tv come unica fonte d'informazione, non hanno la più pallida idea di quello che è successo la settimana scorsa.

Già, cos'è successo? Proviamo a mettere in ordine i fatti, e confrontiamoli con quello che il Tg1 e il Tg5 hanno riferito ai loro fiduciosi telespettatori.

Mercoledì 17. Il "Corriere della Sera" pubblica in prima pagina un'intervista a una signora di Bari, Patrizia D'Addario, che racconta di essere stata pagata 2000 euro per partecipare a due feste a Palazzo Grazioli (residenza romana di Silvio Berlusconi), e dichiara di avere le prove di aver passato una notte in compagnia del presidente del Consiglio. E poiché chi l'ha pagata è un imprenditore della sanità, oggetto a Bari di un'inchiesta per presunte tangenti, il magistrato ipotizza un reato preciso: "induzione alla prostituzione". Su Berlusconi, dunque, aleggia il bruciante sospetto di essersi intrattenuto con una donna pagata per fare sesso con lui.

All'ora di pranzo, accendiamo il televisore. Il Tg5 delle 13, riferendo di "presunte irregolarità negli appalti della sanità privata", dà la notizia con queste parole: "Uno degli imprenditori si vantava di essere stato invitato a partecipare con delle ragazze a feste a Palazzo Grazioli". E vabbè, pensa il telespettatore, che male c'è a vantarsene? Dopodiché il cronista riferisce di "indagini per induzione alla prostituzione", ma evita accuratamente di dire chi avrebbe indotto chi, e soprattutto con chi la donna sarebbe stata indotta a prostituirsi.
Mezz'ora dopo, il Tg1 entra in argomento con le parole di Berlusconi, che un conduttore compunto scandisce con tono severo: "Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità". E mentre uno si domanda di cosa stia parlando, il conduttore precisa: "Si parla di feste con la partecipazione di alcune ragazze". Tutto qui? Sì, tutto qui.

Il telespettatore non capisce come mai Berlusconi sia così infuriato, ma aspetta l'ora di cena per saperne di più.
Attesa vana, perché i due telegiornali ripetono le formule criptiche dell'ora di pranzo: "Si parla di feste...". Il Tg1, preoccupato di aver detto già troppo, aggiunge premuroso: "Tutto da verificare: potrebbe trattarsi di millanterie o altro".
Dopodiché entrambi i tg rivelano che la faccenda ha un risvolto politico. Che non riguarda però il premier, ma D'Alema: colpevole di aver ipotizzato "una scossa" capace di destabilizzare il governo. Invece di spiegarci il nuovo "caso Berlusconi", dunque, entrambi apparecchiano un inesistente "caso D'Alema" sul quale concentrano la dose quotidiana di dichiarazioni in politichese stretto.

Giovedì 18. I magistrati di Bari interrogano cinque ragazze, i giornali inglesi titolano sulle "donne pagate alle feste di Berlusconi", ma il Tg1 delle 20 riesce a confondere ancora di più le idee al suo pubblico, spiegando che si indaga "sul presunto ingaggio di ragazze per avvicinare i potenti". Quali ragazze, e soprattutto quali potenti, non si sa.
Il Tg5 della sera, invece, fa finalmente il nome di Patrizia D'Addario, e anche quello dell'imprenditore coinvolto, Gianpaolo Tarantini, spiegando che quest'ultimo potrebbe aver "tentato di ingraziarsi persone influenti". Il telespettatore immagina che queste "persone influenti" siano gli stessi "potenti" evocati dal Tg1, ma non gli viene dato neanche un indizio per capire chi siano.

Venerdì 19. Gianpaolo Tarantini - l'imprenditore indagato per "induzione alla prostituzione" - dà all'Ansa la sua versione dei fatti, l'opposizione chiede al premier di riferire in Parlamento e il quotidiano dei vescovi, "Avvenire", lo invita apertamente a discolparsi: "Occorre un chiarimento con l'opinione pubblica".
Le notizie non mancano, ma il Tg1 di Minzolini comincia con un Berlusconi furioso: "Le trame giudiziarie e gli attacchi mediatici non mi butteranno giù!".
Il nostro telespettatore è sempre più curioso di capire cosa diavolo stia succedendo, ma deve accontentarsi di quello che gli passa il convento di Mimun, ovvero il Tg5 delle 20: "Il premier ha commentato così le voci che per vari rivoli sono emerse in questi giorni". Quali voci? E dove sono emerse? Certo non al Tg5 (e neppure al Tg1).

Sabato 20. Una delle ragazze coinvolte, Barbara Montereale, racconta a "Repubblica" cosa accadeva nelle feste di Palazzo Grazioli ("Tutte lo chiamavano papi"), mentre si apprende che dalle registrazioni consegnate da Patrizia D'Addario ai magistrati si sentirebbe la voce di Berlusconi che dice: "Vai ad aspettarmi nel letto grande".
Con questi tasselli il puzzle è quasi completo, e infatti l'indomani i giornali stranieri racconteranno la storia con dovizia di particolari.
Per il Tg1 e il Tg5, invece, il caso è chiuso. Non un titolo, non un servizio, non una parola. Una pietra tombale ha seppellito l'inchiesta di Bari, i sospetti dei magistrati, l'imbarazzo del premier e le domande dell'opposizione.

Cosa sia successo nelle misteriosissime feste di Palazzo Grazioli, il telespettatore italiano non è riuscito a saperlo. E forse non lo saprà mai, se aspetterà che glielo rivelino i tg di Berlusconia.

Sebastiano Messina (22 giugno 2009)

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Il ministro Bondi attacca, Repubblica risponde

L'invettiva del ministro Bondi nei confronti di "Repubblica", ma più ancora della libertà di informazione, merita nella sua miseria roboante appena due righe di commento.
Soltanto nel nostro Paese un ministro della Cultura può definire un giornale
"un'insidia per la democrazia".
Evidentemente nella sua concezione della democrazia che non prevede contropoteri e pubblica opinione, ma solo sudditi, la libera stampa rappresenta un'insidia. I cittadini sono avvertiti.
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BERLUSCONI IN THE INTERNATIONAL PRESS


"La situazione si è fatta grave, e persino seria"


da
Virgilio notizie

Berlusconi/ Il Foglio:

"La situazione si è fatta grave,

e persino seria"

"Caro Cav., un premier non si difende così", "non naviga per settimane tra mezze bugie", ma anzi "tocca a lui tirarsi su da questa condizione di minorità civile in cui si è ficcato, e reagire con scrupolo, intelligenza e forza d'animo. La situazione si è fatta grave, e persino seria".

Con un editoriale in prima pagina sul 'Foglio' del 18 giugno, Giuliano Ferrara critica severamente Silvio Berlusconi per la gestione delle vicende che lo hanno coinvolto nell'ultimo mese e mezzo. "Può essere che abbia ragione" a denunciare un "piano eversivo contro di lui", scrive l'Elefantino, ma "il problema è che le armi affilate di questa campagna provengono tutte da Berlusconi in persona e dal suo entourage".

Elenca Ferrara: "Una licenziosità di comportamento difficile da classificare e che abbiamo cercato di spiegare e difendere su queste colonne fin dove possibile, uno stile di vita esposto comunque ai noti meccanismi di condizionamento e di ricatto, vero o falso che sia il singolo racconto scandalistico, che sono l'eterna tentazione di coloro che frequentano in condizioni non perfettamente trasparenti gli uomini pubblici". E poi "un'autodifesa spesso risibile, esposta al ludibrio della stampa italiana e internazionale, difficile da capire nella logica di uno staff compos sui, capace di fare il proprio mestiere". Ultimo esempio l'"utilizzatore finale" utilizzato da Ghedini: "Una bestialità culturale e civile" che "riduce la storia in cui si cerca di invischiare il suo cliente, il che è veramente grave, a qualcosa di simile a quella che capitò all'onorevole Cosimo Mele".

A giudizio di Ferrara, però, il premier "non può comportarsi come un deputato di provincia preso con le mani nel vasetto della marmellata". 'Il Foglio' mette il premier davanti a un'alternativa secca: "O accetta di naufragare in un lieto fine fatto di feste e belle ragazze, oppure si mette in testa di ridare il senso e la dignità di una grande avventura politica" all'insieme delle sue opere. Perchè "il premier non si fa rappresentare da dichiarazioni slabbrate, non naviga per settimane tra mezze bugie che alimentano sospetti anche e soprattutto sugli aspetti più candidi del suo comportamento, non si dà per accessibile al primo che passa". Al contrario "un capo di governo parla al Paese, agisce sulle cose che contano, evita di farsi intrappolare nello scandalismo, parla un linguaggio di verità".

Altrimenti, avverte Ferrara, "si andrà avanti con questo clima da 24 luglio permanente", ovvero la vigilia del Gran Consigli che determinò la caduta di Mussolini, "in un clima di sospetti arroventato anche da una classe dirigente di maggioranza e di governo attenta alle proprie convenienze e opportunisticamente piegata, orecchio a terra, a captare i rumori e i rumors di un imminente declino".


Su RAINEWS24 , alcuni dei 66 Commenti :

  1. rodolfo il 21 June 2009 alle 11:03 am

    Chi è causa del suo mal pianga se stesso.E non rompa i cog…ni agli altri.

  2. Fabrizio il 21 June 2009 alle 10:06 am

    Non siamo un paese serio. Quando negli altri paesi parlano di noi si mettono a ridere. CHE SI DIMETTA!

  3. Alessia il 21 June 2009 alle 8:37 am

    Non preoccupiamoci troppo: lo stuolo dei solerti collaboratori del nostro amato “papi” correrà ancora una volta a dare una spolveratina di “sugar on the shit” e il popolo italiano sarà ancora una volta pronto a mangiarne a cucchiaiate! Dalla sua discesa in campo a oggi ci stiamo abituando a tutto e vedrete che tra qualche giorno un sondaggio ci dirà che il 98% degli italiani vorrebbe inserire tra i diritti umani fondamentali quello di esercitare e sfruttare il mestiere più antico del mondo per conseguire qualsiasi obiettivo si ritenga utile. Io non me ne meraviglierei.

  4. francesca il 21 June 2009 alle 4:59 am

    Comunque, in fin dei conti, ha ragione Ferrara: è lui che si è messo in questa situazione. Ha iniziato con l’invio a tutti gli italiani, anche a quelli a cui non gliene poteva fregare di meno, della sua agiografica autobiografia di padre modello di una famiglia esemplare, violando la privacy di coloro che avrebbero fatto volentieri a meno di riceverla. Ha proseguito con battute, di pessimo gusto, in mondovisione sulle presunte tresche della sua signora ( la vicenda Cacciari docet); e ha concluso , in bellezza, con la pesante intrusione nelle vicende private della famiglia Englaro e con le sue “accorate” parole sulle capacità riproduttive della povera Eluana. Perciò, chi di privacy colpisce….. . Ora non si può lamentare di cotanto interesse. Deve solo spiegare, con tanto di prove a suo discarico, come succederebbe a noi comuni mortali, se è vero che, mentre la sua maggioranza approvava la nuova legge sulla prostituzione in cui sono previste pene anche per “gli utilizzatori finali”, lui violava tale legge. Deve spiegare se è vero che usava voli di stato, mentre era in vigore l’ordinanza Prodi, per trasportare in Sardegna gli invitati alle sue megafeste e quindi utilizzava mezzi e uomini dello Stato, pagati con le nostre tasse, per codeste attività. L’unica buona notizia per noi Sardi, o perlomeno per quelli che la pensano come me, è che forse venderà villa Certosa. Ne sono felice: spero, che d’ora in poi, trascorra le sue vacanze, con annessi e connessi, in luoghi a lui più favorevoli tipo il lago di Garda o Milano Marittima. Non è un complotto, è la stampa, libera e non asservita, bellezza. Il caso Sircana, con foto sui giornali di famiglia, reprimende sulla moralità degli uomini di stato e relative dimissioni, docet…… .


da La Repubblica : I giornali stranieri seguono con crescente interesse la vicenda

Stampa estera scatenata
"Berlusconi può cadere"


Stampa estera scatenata "Berlusconi può cadere"
Un articolo su Berlusconi su El Pais online

Se i telegiornali italiani - con l'eccezione di Skytg24 e Tg3 - continuano a ignorare lo scandalo di Bari, altrettanto non si può dire per la stampa estera, che segue la vicenda con interesse crescente.

"È giunta l'ora per Silvio Berlusconi?", s'interrogava ieri El Mundo, principale giornale spagnolo di area centrodestra. "Molti considerano - aggiungeva - che lo scandalo erotico-festivo delle ultime settimane, in continua crescita, potrebbe causare la caduta finale di colui che finora sembrava politicamente immortale". E ancora: "Ormai non passa giorno in cui il rosario di rivelazioni non si incrementa con nuove e truculente scoperte, che ogni volta minano vieppiù la reputazione e il potere del Cavaliere".

Sempre in Spagna, anche El Paìs torna a parlare del caso Berlusconi con quella che definisce "la rivolta delle veline". Il quotidiano spagnolo afferma che "le denunce delle modelle pongono fine al feeling con la Chiesa cattolica ed all'ammirazione di molti italiani". "Secondo fonti diplomatiche", aggiunge il quotidiano, "Berlusconi ha chiesto la solidarietà di varie cancellerie straniere" nelle quali però "lo sconcerto supera la comprensione".

Non ci vanno leggeri nemmeno i media britannici, anche in questo caso senza distinzioni di destra o di sinistra. Il conservatore Times, sotto al titolo "Una notte nell'harem di Berlusconi", riporta le dichiarazioni di Patrizia D'Addario. Ma è soprattutto il Daily Telegraph, altra testata conservatrice a larga diffusione, a soffermarsi sul caso: "Il vizio minaccia di far cadere Berlusconi".

I
l Telegraph sostiene che c'è paura per "nuove rivelazioni in vista del summit del G8 del mese prossimo", e intervista James Walston, un professore di scienze politiche all'American University of Rome, che predice uno "stillicidio di rivelazioni" e afferma che "questo non darà a Berlusconi un'aria molto da statista quando tratterà con Obama e Merkel".

Spostandosi a sinistra si trovano Guardian e Observer, entrambi attenti alla vicenda del presidente del Consiglio. "Possono le rivelazioni di Barbara Montereale far cadere Berlusconi?", si chiede The Observer. Per il Guardian il racconto della Montereale potrebbe "convincere molti italiani che si è passato il segno".

Francesco Bei (22 giugno 2009)


GLI ARTICOLI DELLA STAMPA ESTERA




domenica 21 giugno 2009

Lo sconcio balletto italiano. Mentre in IRAN..

La Repubblica


Un premier sotto ricatto

e una suburra di Stato


di EUGENIO SCALFARI , 21.06.2009

cfr : Meno male che Fini c'è , Eugenio Scalfari, La Repubblica 29.03.2009








E INTANTO, IN IRAN..





da : The New York Times

A Supreme Leader Loses His Aura as Iranians Flock to the Streets

by ROGER COHEN


da : RAINEWS24


Neda, uccisa ieri a Teheran, è già un simbolo per la rivolta


VIDEO: La morte di Neda

21 june 2009 17:05


"Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano"
,

"Ricordiamo Neda! Uccisa in Iran!",

"Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi",

sono alcuni dei messaggi che compaiono oggi sul social network Twitter per ricordare la ragazza uccisa ieri negli scontri di piazza a Teheran, stando a quanto riferito dai sostenitori del candidato dell'opposizione Mir Hossein Mousavi.

Su Youtube è stato diffuso il video drammatico della ragazza morente in un lago di sangue.
Nel giro di poche ore Neda è diventata un simbolo degli oppositori del regime di Teheran.

Secondo un post trasmesso da Twitter apparso sul sito di opposizione loftan.org, la strada di Teheran dove la ragazza sarebbe stata uccisa, via Amirabad, sarebbe stata ribattezzata dai contestatori "via Neda".

Nei giorni scorsi su questo sito avevamo rilanciato le immagini di un altro studente morto negli scontri, un ragazzo di Isfahan, il video era finito in rete su Youtube. Non sappiamo come si chiamasse.

Le immagini che seguono documentano la drammatica situazione dell'Iran in questi giorni.

VIDEO: La morte di un ragazzo di Isfahan

Altro VIDEO








ADESSO UNA DOMANDA

A NOI STESSI :


QUALI SONO I NOSTRI "DIRITTI"


E QUALI I NOSTRI DOVERI..?



Saluti

Fabrizio Frosini

sabato 28 febbraio 2009

Intervista a Gioacchino Genchi

Gioacchino Genchi accusa


Intervista a Gioacchino Genchi:

"Io svolgo l'attività di consulente tecnico per conto dell'autorità giudiziaria da oltre vent'anni, lavoro nato quasi per caso quando con l'avvento del nuovo codice di procedura penale è stata inserita questa figura, come da articoli 359 e 360 che danno al Pubblico Ministero la possibilità di avvalersi di tecnici con qualunque professionalità allorquando devono compiere delle attività importanti. Mi spiace che Martelli se lo sia dimenticato, Cossiga me lo abbia ricordato, proprio il nuovo codice di procedura penale che ha promulgato il presidente Cossiga inserisce questa figura che è una figura moderna. Che è nelle giurisdizioni più civili ed avanzate, mentre prima il Pubblico Ministero era limitato, e doveva per accertamenti particolari avvalersi solo della Polizia giudiziaria, il nuovo codice ha previsto queste figure.
Per cui per l'accertamento della verità, nel processo penale, accertamento della verità significa anche a favore dell'indagato o dell'imputato, il Pubblico Ministero non ha limiti nella scelta delle professionalità di cui si deve avvalere. Io ho fatto questa attività all'interno del Dipartimento della Pubblica sicurezza.

Abbiamo svolto importanti attività con Arnaldo La Barbera, con Giovanni Falcone poi sulle stragi. Quando si è reso necessario realizzare un contributo esterno per il Pubblico Ministero, contenuto forse scevro da influenze del potere esecutivo, mi riferisco a indagini su colletti bianchi, magistrati, su eccellenti personalità della politica, il Pubblico Ministero ha preferito evitare che organi della politica e del potere esecutivo potessero incidere in quelle che erano le scelte della pubblica amministrazione presso la quale i vari soggetti operavano.
Nel fare questo ho fatto una scelta deontologica, cioè di rinunciare alla carriera, allo stipendio, per dedicare tutto il mio lavoro al servizio della magistratura. Questa scelta, anziché essere apprezzata è stata utilizzata dai miei detrattori che fino a ieri mi hanno attaccato in parlamento, al contrario.

Il ministro Brunetta non poteva non riferire che la concessione dell'aspettativa non retribuita che io avevo chiesto era perfettamente regolare, è stata vagliati da vari organi dello Stato, dal Ministero dell'Interno, dal Ministero della Funzione pubblica e dalla presidenza del Consiglio dei Ministri di Berlusconi, la stessa che mi ha attaccato in maniera così violenta e così assurda dicendo le fandonie che hanno fatto ridere gli italiani perché tutto questo can can che si muove nei miei confronti, questo pericolo nazionale, cioè una persona che da vent'anni lavora con i giudici e i Pubblici Ministeri nei processi di mafia, di stragi, di omicidi, di mafia e politica più importanti che si sono celebrati in Italia, rappresenta un pericolo.

Forse per loro! Per tutti quelli che mi hanno attaccato perché poi la cosa simpatica (è chiaro che ora sto zitto, non posso parlare sono legato al segreto) ma mi scompiscio dalle risate perché tutti i signori giornalisti che mi hanno attaccato, da Farina a Luca Fazzo a Lionello Mancini del Sole 24 ore, al giornalista della Stampa Ruotolo, sono i soggetti protagonisti delle vicende di cui mi stavo occupando. Questo è l'assurdo!

Gli stessi politici che mi stanno attaccando, sono gli stessi protagonisti di cui mi stavo occupando. Da Rutelli a Martelli, Martelli conosciuto ai tempi di Falcone. Parliamo di persone che comunque sono entrate nell'ottica della mia attività. Martelli nei computer di Falcone quando furono manomessi, Rutelli perché è amico di Saladino usciva dalle intercettazioni di Saladino, Mastella per le evidenze che tutti sappiamo e così via, poi dirò quelli che hanno parlato alla Camera al question time, quel giornalista che gli ha fatto il comunicato, cose da ridere! Tra l'altro questi non hanno nemmeno la decenza di far apparire un'altra persona.

No, compaiono loro in prima persona! Sapendo che loro entravano a pieno titolo nell'indagine. Questo è assurdo. Io continuo a ridere perché il popolo italiano che vede questo grande intercettatore, che avrebbe intercettato tutti gli italiani, ma che cosa andavo ad intercettare agli italiani? Per farmi sentire dire che non riescono ad arrivare alla fine del mese? Per sentir dire che i figli hanno perso il posto di lavoro o che sono disoccupati? Che c'è una crisi economica? Ma perché mai dovrei andare ad intercettare gli italiani? Ma quali sono questi italiani che hanno paura di Gioacchino Genchi?

Quelli che hanno paura di Gioacchino Genchi sono quelli che hanno la coscienza sporca, e quelli che hanno la coscienza sporca sono quelli che mi hanno attaccato. E con questo attacco hanno dimostrato di valere i sospetti che io avevo su di loro. Anzi, più di quelli di cui io stesso mi ero accorto, perché devo essere sincero, probabilmente io avevo sottovalutato il ruolo di Rutelli nell'inchiesta Why not.

Rutelli ha dimostrato probabilmente di avere il carbone bagnato e per questo si è comportato come si è comportato. Quando ci sarà la resa della verità chiariremo quali erano i rapporti di Rutelli con Saladino, quali erano i rapporti del senatore Mastella, il ruolo di suo figlio, chi utilizzava i telefoni della Camera dei Deputati... chiariremo tutto! Dalla prima all'ultima cosa. Questa è un'ulteriore scusa perché loro dovevano abolire le intercettazioni, dovevano togliere ai magistrati la possibilità di svolgere delle intercettazioni considerati i risultati che c'erano stati, Vallettopoli, Saccà, la Rai eccetera, la procura di Roma immediatamente senza problemi però apre il procedimento nei confronti del dottor Genchi su cui non ha nessuna competenza a indagare, perché la procura di Roma c'entra come i cavoli a merenda. C'entra perché l'ex procuratore generale di Catanzaro ormai fortunatamente ex, ha utilizzato questi tabulati come la foglia di fico per coprire tutte le sue malefatte e poi le ha utilizzate come paracadute per non utilizzarle a Catanzaro, dove probabilmente il nuovo procuratore generale avrebbe immediatamente mandato a Salerno.
Perché in quei tabulati c'è la prova della loro responsabilità penale. Non della mia. Quindi, non li manda a Salerno che era competente, non li manda al procuratore della Repubblica di Catanzaro che avrebbe potuto conoscere quei tabulati e quello che c'era, non li manda al procuratore della Repubblica di Palermo dove io ho svolto tutta la mia attività ma li manda a Roma che non c'entra niente.

Quindi si va a paracadutare questi tabulati sbagliando l'atterraggio perché in una procura che non ci azzecca nulla. Perché tra l'altro in quei tabulati c'erano delle inquisizioni che riguardavano magistrati della procura della Repubblica di Roma! Su cui stavamo indagando. Ora la procura di Roma indaga su di me e sui magistrati della procura della Repubblica di Roma. Si è ripetuto lo scenario che accadde tra Salerno e Catanzaro e si è ripetuto lo scenario che era già accaduto tra Milano e Brescia all'epoca delle indagini su Di Pietro. Con la sola differenza che all'epoca si chiamava Gico l'organo che fece quelle attività, adesso si chiamano Ros, ma sostanzialmente non è cambiato nulla.

In ultima analisi dico che io sono comunque fiducioso nella giustizia. Hanno cercato di mettermi tutti contro, hanno cercato di dire ad esempio, nel momento in cui c'era un rapporto di collaborazione con la procura di Milano anche fra De Magistris e la procura di Milano, un'amicizia personale fra De Magistris e Spataro, che siano stati acquisiti i tabulati di Spataro. Assurdo! Non è mai esistita un'ipotesi del genere. Nemmeno per idea! Come si fa a togliere a De Magistris l'appoggio della magistratura associata? Diciamo che ha preso i tabulati di Spataro. Come si fa a mettere il Csm contro De Magistris? Diciamo che ha preso i tabulati di Mancino.

Adesso i Ros dicono che nei tabulati che io ho preso ci sono, non so quante utenze del Consiglio superiore della magistratura. Non abbiamo acquisito tabulati del Csm, sono i signori magistrati di cui abbiamo acquisito alcuni tabulati, quelli sì, tra cui alcuni della procura nazionale antimafia ben precisi, due, solo due, che hanno contatti col Csm.

Ha inquisito il Quirinale! Ma quando mai? Se però qualcuno del Quirinale ha chiamato o è stato chiamato dai soggetti di cui ci siamo occupati validamente, bisogna vedere chi dal Quirinale chi ha avuto contatti con queste persone, ma io non ho acquisito i tabulati del Quirinale. A parte che se fosse stato fatto sarebbe stata attività assolutamente legittima perché, sia chiaro, le indagini in Italia non si possono fare soltanto nei confronti dei tossici e magari che siano pure extracomunitari, oppure quelli che sbarcano a Lampedusa nei confronti dei quali è possibile fare di tutto, compresa la creazione dei lager.

La legge è uguale per tutti. Tutti siamo sottoposti alla legge! Perché sia chiaro. Questo lo devono capire. Nel momento in cui a questi signori li si osa sfiorare solo da lontano, con la punta di una piuma, questi signori si ribellano e distruggono le persone che hanno solo il coraggio di fare il proprio lavoro.
Gli italiani questo l'hanno capito. E hanno capito che questo dottor Genchi di cui hanno detto tutte le cose peggiori di questo mondo... e io adesso pubblicherò tutti i miei lavori, dal primo sino all'ultimo pubblicherò tutte le sentenze della Corte di Cassazione, delle Corti d'Appello, delle Corti di Assise, dei tribunali che hanno inflitto centinaia e centinaia di anni di carcere col mio lavoro.
Ma le sentenze di cui io sono più orgoglioso non sono le sentenze di condanna, ma sono le sentenze di assoluzione! Sono quelle persone ingiustamente accusate anche per lavori fatti dal Ros che sono state assolte grazie al mio lavoro e che rischiavano l'ergastolo! E che erano in carcere. Persone che erano in carcere perché avevano pure sbagliato l'intestatario di una scheda telefonica. E adesso questi signori vengono ad accusare me di avere fatto lo stesso lavoro che loro... ma non esiste completamente!
Tutte queste fandonie e la serie di stupidaggini che sono state perpetrate addirittura in un organismo che è il Copasir! Che si deve occupare dei servizi di vigilanza sulla sicurezza, non sui consulenti e sui magistrati che svolgono la loro attività sui servizi di sicurezza! Noi abbiamo trovato delle collusioni di appartenenti ai servizi di sicurezza, con delle imprese che lavorano per i servizi di sicurezza, che lavorano nel campo delle intercettazioni, che costruiscono caserme con appalti dati a trattativa privata per milioni di euro, noi stavamo lavorando su quello! Stavamo lavorando su quello e ci hanno bloccato perché avevano le mani in pasta tutti loro! Questa è la verità.

Questa è la verità e adesso mi hanno pure dato l'opportunità di dirla perché essendo indagato io non sono più legato al segreto perché mi devo difendere! Mi devo difendere con una procura che non ci azzecca nulla con la competenza, la procura di Roma, mi difenderò alla procura di Roma.

Però sicuramente la verità verrà a galla! E non ci vogliono né archivi né dati perché sono tre o quattro cose molto semplici. Le intercettazioni di Saladino utili saranno una decina, quando fu intercettato prima che De Magistris iniziasse le indagini, ma sono chiarissime! E l'attacco che viene fatto nei miei confronti parte esattamente dagli stessi soggetti che io avevo identificato la sera del diciannove luglio del 1992 dopo la strage di via D'Amelio, mentre vedevo ancora il cadavere di Paolo Borsellino che bruciava e la povera Emanuela Loi che cadeva a pezzi dalle mura di via D'Amelio numero diciannove dov'è scoppiata la bomba, le stesse persone, gli stessi soggetti, la stessa vicenda che io trovai allora la trovo adesso!
Ancora nessuno ha detto che io sono folle. Anzi, sarò pericoloso, terribile ma che sono folle non l'ha detto nessuno. Bene allora quello che io dico non è la parola di un folle perché io dimostrerò tutte queste cose. E questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata."

27 Febbraio 2009

mercoledì 5 novembre 2008

'Change has come to America' - Barack Obama è il 44° Presidente degli Stati Uniti d'America

Un grande giorno per le speranze del mondo

Oggi mi sento americano

Mi sento parte di una grande Democrazia

Di un grande Popolo..

Un popolo capace di tanti errori

Di tremendi errori

Ma anche di riscatto

Un popolo capace di fare la storia

Un grande esempio, che umilia ancor più il teatrino squinternato, desolante del paese in cui ci troviamo a vivere..


Quando mai potremo sperare in un simile riscatto per l'Italia..?


(Fabrizio Frosini)


L'email inviata da Barack Obama ai sostenitori della sua campagna, subito prima di recarsi al Grant Park, a Chicago, appena conosciuti i primi risultati che lo davano Presidente degli Stati Uniti d'America:

" I'm about to head to Grant Park to talk to everyone gathered there, but I wanted to write to you first. We just made history. And I don't want you to forget how we did it.

You made history every single day during this campaign -- every day you knocked on doors, made a donation, or talked to your family, friends, and neighbors about why you believe it's time for change.

I want to thank all of you who gave your time, talent, and passion to this campaign.

We have a lot of work to do to get our country back on track, and I'll be in touch soon about what comes next.

But I want to be very clear about one thing... All of this happened because of you.

Thank you,

Barack"


da RaiNews24 :

Obama presidente:

"Niente è impossibile in America"

Davanti a una folla festante Barack Obama è salito sul palco con le figlie e la moglie Michelle per ringraziare i suoi elettori, "i veri proprietari" di questa campagna elettorale.

"Se qualcuno ancora si chiede quale sia la forza della nostra democrazia, stasera ha avuto la risposta. Non siamo mai stati uno raccolta di stati rossi o blu, siamo sempre stati gli Stati Uniti d'America e ci stiamo dirigendo verso un paese migliore, ora il cambiamento è arrivato in America".

Obama ha riferito della telefonata di McCain, un uomo ha detto Obama "che ha lottato per il paese che ama, che si è sacrificato per il nostro paese. Mi congratulo con loro e sono lieto di lavorare con loro".

"Questa è una vittoria di milioni di americani che hanno detto: questo è un governo per il popolo, questa è la vostra vittoria. So che le sfide di domani saranno le più grandi della nostra vita: due guerre, la crisi finanziaria. Dobbiamo usare nuove energie, creare nuovi posti di lavoro, il percorso sarà in salita, forse non saremo in grado di risolvere tutto in un anno o forse nei prossimi 4 anni, ma ce la faremo. Ci saranno false partenze, ostacoli, frenate, il governo non potrà risolvere tutti i problemi, ma vi ascolterò sempre. Quello che è iniziato 21 mesi fa non può terminare stasera. Ci servirà per ottenere il cambiamento. Tutti noi possiamo fare qualcosa, lavorare più duramente. Se questa crisi ci ha insegnato qualcosa è che non possiamo avere Wall street ricca e Main street povera, lavoriamo insieme gli uni per gli altri. Abbiamo vinto con umiltà, con la volontà di sanare el differenze. A quelli che vogliono distruggere il mondo dico che li distruggeremo e a tutti quelli che si chiedono se ancora esiste una luce in America abbiamo dimostrato che la nostra forza non dipende dalle nostre armi, ma dalla nostra speranza. Questo è il vero genio del nostro paese, la dimostrazione che può cambiare".

.

Dal preambolo alla Dichiarazione di Indipendenza :

«Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali e dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità».


Thomas Jefferson




martedì 20 maggio 2008

Arrivare alla Verità? Un vero Travaglio..

passaparola


Il termine democrazia deriva dal greco δήμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.

Il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola versione o in un'unica concreta traduzione, ma può trovare ed ha trovato la sua espressione storica in diverse espressioni ed applicazioni, tutte caratterizzate peraltro dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare.

Sul moderno concetto di democrazia hanno avuto grossa influenza le idee illuministe, le rivoluzioni del XIX secolo, in particolare la Rivoluzione francese con il suo motto di libertà, uguaglianza e fratellanza. Sia la carta costituzionale americana del 1787 che quella francese del 1791 vertevano sul principio della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario). Il suffragio universale, il primato della costituzione e la separazione dei poteri sono le basi della democrazia rappresentativa.

Un'altra importante caratteristica delle democrazie moderne è la separazione tra Stato e Chiesa, cioè l'indipendenza da tutte le religioni. Questo principio è strettamente connesso con quello della laicità dello stato.

In seguito si è diffuso il concetto che una democrazia moderna debba avere anche una stampa libera. (da Wikipedia)

Una Democrazia è quella forma di governo della società che maggiormente può garantire diritti e doveri armonicamente condivisi.


LIBERA STAMPA IN LIBERO STATO !



Notizie da una Democrazia certo migliore della nostra :

Barack Obama, speranza d'America

Our Biggest Rally Yet -- Portland, Oregon

Watch this video of the 75,000 people who joined Barack and his family for a rally in Portland, Oregon. Then take action to help grow our grassroots
movement for change.

giovedì 17 aprile 2008

La Prima Repubblica è morta -finalmente..


PARLAMENTO : con i voti dell'estero, questa è la distribuzione dei seggi al prossimo Parlamento:

CAMERA : Pdl 276, Lega Nord 60, Movimento per l'autonomia 8; Pd 217, Idv-Di Pietro 29; Udc 36, Svp 2, Movimento associativo italiani all'estero 1, Autonomia libertà democrazia (Valle d'Aosta) 1.

SENATO : Pdl 147, Lega Nord 25, Movimento per l'autonomia 2; Pd 118, Idv-Di Pietro 14; Udc 3; Svp 4; Vallée d'Aoste 1; Movimento associativo italiani all'estero 1

Vday

Dal Corriere della Sera, 16 Aprile 2008
Ernesto Galli Della Loggia

Una storia finita

Ha ragione chi ha notato che il nuovo Parlamento italiano nato dalle elezioni di domenica e lunedì sarà l'unico dei principali parlamenti europei dove non troverà posto alcun partito che nel nome si richiami al socialismo o al comunismo. E questo accade nonostante che, come è noto, partiti con quei nomi abbiano segnato profondamente per decenni la storia della sinistra italiana e, insieme, la storia del Paese. Siamo di fronte, insomma, a una svolta profonda non solo del nostro sistema politico, ma della nostra intera vicenda nazionale, del lungo e tormentato configurarsi delle culture politiche italiane. Svolta tanto più significativa in quanto poi coincide con lo schierarsi elettorale a destra di tutto il Nord, cioè delle regioni più industriose, più ricche e più avanzate della penisola, un tempo, in molte zone, roccaforti della sinistra che aveva il socialismo o il comunismo nella propria insegna.

Da questo punto di vista è oltremodo indicativo il sorprendente successo della Lega in una regione come l'Emilia Romagna, con oltre il 7% dei voti alla Camera. In realtà la Prima Repubblica non è finita nel 1994, è finita ieri; e il terremoto che ha colpito la sinistra può essere interpretato come la conseguenza del modo miope e insufficiente con cui proprio la sinistra affrontò 15 anni fa la crisi di quella fase della democrazia italiana, non cogliendone né il significato né le implicazioni. E perciò riducendosi oggettivamente, allora e poi, a un ruolo di puro e semplice freno anziché di spinta e di direzione. Ciò che portò alla fine la Prima Repubblica fu essenzialmente la mancanza di alternativa di governo, il fatto che per svariati decenni a reggere il Paese fossero più o meno sempre le stesse forze. Uno degli effetti ne fu per l'appunto la vasta corruzione (da qui Mani Pulite), insieme alla progressiva decrepitezza dei meccanismi e degli strumenti amministrativi (per primi quelli dell'amministrazione statale) e all' inamovibilità castale delle élites del Paese in quasi tutti i campi. Inutile dire il motivo della mancanza per tanto tempo di una credibile alternativa di governo: la presenza all'opposizione di un Partito comunista il cui sfondo ideologico e la cui collocazione internazionale, essendo entrambi storicamente contigui alla vicenda bolscevico- sovietica, non lo legittimavano a governare una democrazia occidentale come l'Italia.

La fine dei partiti di governo della Prima Repubblica (Dc e Psi) per effetto delle inchieste giudiziarie di Di Pietro non ebbe l’effetto di spingere quelli che erano ormai i reduci del naufragio comunista a una revisione radicale della propria storia. E neppure li indusse a una rivisitazione altrettanto radicale di tutto l'impianto socio- statuale italiano, delle reti d'interesse, dei luoghi di potere accreditati, delle convenzioni bizantine, delle fame posticce di un regime ormai alle corde. Ebbe anzi un effetto paradossalmente pressoché opposto. Indusse gli ex comunisti a considerarsi quasi come i curatori testamentari di questo insieme di lasciti, facendosi catturare dalla tentazione di poterne addirittura diventare agevolmente gli eredi. Ciò che infatti cominciò fin da subito a verificarsi. Con la conseguenza però che abbagliati da questa facile conquista gli scampati al naufragio comunista non sentirono più l'urgente necessità, che invece avrebbero dovuto sentire, di buttare a mare alla svelta il proprio patrimonio ideologico, di ravvedersi senza esitazioni delle loro mille cantonate, di prendere coraggiosamente un nome e un abito nuovi. O, se lo fecero, presero a farlo con tempi politicamente biblici, dell'ordine degli anni.

Nel frattempo, come dicevo, orfano della protezione un tempo elargitagli dalla Dc e dal Psi, il potere tradizionale italiano cresciuto e prosperato sotto la Prima Repubblica si apriva volenterosamente a quelli che esso riteneva ormai i nuovi padroni della situazione. In breve tutto l'establisment economico- finanziario del Paese, tutta la cultura, tutta la burocrazia, tutti gli apparati di governo, dalla polizia alla magistratura, gran parte del vecchio cattolicesimo politico divennero o si dissero di sinistra. Ma proprio la massiccia operazione di riciclaggio e di «entrismo» da parte dei vertici della società italiana e dei suoi poteri, nell'area della sinistra ex Pci, insieme all'esasperante lentezza con cui procedeva la revisione ideologica di questa, hanno valso a porre il partito della sinistra ex comunista, nell'ultimo dodicennio, in una posizione sostanzialmente conservatrice. L’hanno reso di fatto il tutore massimo dell'esistente, incapace di comprendere i grandi fatti nuovi che si andavano producendo nel Paese, di rompere incrostazioni e tabù, restio a politiche animate da coraggio e da fantasia, timoroso infine di rompere le vecchie solidarietà frontiste. In vario modo questa parte, invece, se la sono aggiudicata fin dal 1994 le varie destre che allora videro la luce e/o che allora presero a ricomporsi.

Le quali, a cominciare da Berlusconi, hanno invece avuto facile gioco, esse sì, ad apparire fino ad oggi (e quale che fosse la realtà) tese al cambiamento, lontane dal potere costituito, prive di troppi pregiudizi ideologici, in sintonia con la pancia e con le esigenze più vere del Paese. Il merito indiscutibile di Walter Veltroni è stato quello di capire che sulla strada iniziata nel lontano 1993-94 la sinistra non poteva più procedere. Prendere le distanze dal governo Prodi ha voluto dire precisamente prendere visibilmente le distanze dalla tradizione. Da quella tradizione italiana che se da un lato era servita a far vivere il nome del socialismo e del comunismo, dall' altro però aveva reso sempre impossibile— ai partiti che ne portavano i nomi— qualunque autonomo ruolo politico innovativo alla guida del Paese. Veltroni ha capito che bisognava cancellare questa storia, la quale era stata anche tanta parte della storia della prima Prima Repubblica; che era finalmente giunto il momento di porre fine alla Prima Repubblica. Per farlo ha oggi dovuto pagare un prezzo assai alto, certo. Ma i conti veri, come sempre, si potranno fare solo alla fine.

http://www.corriere.it/editoriali/08_aprile_16/una_storia_finita_5b056ba0-0b72-11dd-98e1-00144f486ba6.shtml

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Vday

V2-day, 25 aprile, per un'informazione libera:
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Da Il Corriere della sera, 17 Aprile '08 :

Tangenti

Sirchia condannato a 3 anni

L'ex ministro della Salute era coinvolto in un'inchiesta su un giro di mazzette in ambito sanitario

L'ex ministro alla Sanità, Gerolamo Sirchia (Ansa)
MILANO - L'ex ministro della Sanità, Girolamo Sirchia, è stato condannato a 3 anni di reclusione nell'ambito del processo milanese in cui è imputato insieme ad altre sette persone e una società per presunte tangenti nel mondo della sanità milanese. Per Sirchia l'accusa aveva chiesto 2 anni e 9 mesi di reclusione: una pena leggermente più pesante, dunque, che tuttavia non verrà scontata in quanto coperta da indulto. All'ex ministro è stata anche comminata la pena accessoria di cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. «Sono stato condannato nonostante avessimo portato prove e testimonianze a favore - è stato il primo commento dell'ex ministro -. Evidentemente io e i miei difensori non siamo riusciti a convincere i giudici».

LA VICENDA - Le presunte tangenti, stando alle accuse, sarebbero state pagate per apparecchiature sanitarie a ospedali milanesi quando Sirchia era primario al Policlinico di Milano. L'inchiesta in questione portò il 29 settembre 2004 agli arresti domiciliari per il professor Francesco Mercuriali, ex primario di Immunoematologia del Niguarda, che si suicidò a casa sua il successivo 4 ottobre. Fra le presunte tangenti citate nell'atto di chiusura indagine, ci sono tre assegni su un conto corrente di Chiasso ritenuto riferibile a Sirchia per un totale di 30.500 dollari emessi da Health Care Id Inc. di Chicago, e tre assegni da 11.000 marchi tedeschi ciascuno emessi dalla Immucor tedesca, la filiale centrale europea della Immucor Usa.

«FUORI DALLA REALTA'» - Sirchia si è sempre difeso dicendo che quel denaro era il corrispettivo di una serie di consulenze. Per questo, a caldo dopo il pronunciamento della corte, parla di una sentenza «fuori dalla realtà e non condivisibile». «Sono ovviamente dispiaciuto perchè malgrado le prove e le testimonianze portate ha prevalso il teorema dell'accusa - ha detto dopo la lettura della sentenza -. Ovviamente mi riservo di impugnare una decisione che reputo fuori dalla realtà». L'ex primario del Policlinico ha inoltre sottolineato che per lui è un dovere «rispettare quello che il Tribunale decide ma è anche un dovere - ha detto - difendere la mia onorabilità». Il professore, assistito dagli avv. Giovanni Maria Dedola e Paolo Grasso, si è detto comunque amareggiato per essere uscito da un processo con una condanna coperta da indulto e una pena accessoria legata a un preciso episodio che presto cadrà in prescrizione.

http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_17/tangenti_sicrchia_condannato_tre_anni_a5048c32-0c66-11dd-aecb-00144f486ba6.shtml

Dal Blog di Grillo : 15 Aprile 2008

Loro non molleranno mai, noi neppure

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