giovedì 20 marzo 2008

Alle soglie del Cielo

Alle soglie del Cielo

Las altas soledades
De Macchu Picchu en la puertas del cielo
(P.Neruda; Canto General, I)




Alle soglie del
Cielo
Mi hanno fermato
Perché i miei capelli
Non erano verdi
Come i fianchi impervi
Dei dirupi

Su quelle alte solitudini
Ho cantato
La fine della vita

Scivolando..



Fabrizio Frosini


La Poesia non muore

martedì 18 marzo 2008

Un Paese senza Giustizia è in balia del più forte -chiunque esso sia..

Genova, G8, Luglio 2001

Il G8 di Genova è stata la più grave violazione dei diritti umani in Europa dalla seconda guerra mondiale”.
Amnesty International

Nel nostro paese sulle violazioni dei diritti umani si indaga con difficoltà e le condanne sono rare. Non andare a fondo significa rinunciare ad un compito importante. La lentezza dei procedimenti su Genova gioca ad una rimozione via via più profonda“.

Riccardo Noury portavoce di Amnesty International Italia.

Genova non è il nostro passato ma il presente. Avevamo chiesto una commissione indipendente dalla politica che non doveva emettere condanne ma dare indicazioni su quel sistema che aveva permesso che ci fosse Genova e prima Napoli, e dare anche indicazioni sulle leggi, non abbiamo ad esempio una legge sul reato di tortura, né una legge che istituisca un meccanismo di identificazione per i rappresentanti delle forze dell’ordine con lo scopo di impedire che un reato cada nell’impunità perché non si è individuato”.
Estratto dal rapporto, CONCERNS IN EUROPE, gennaio 2002, di Amnesty International http://www.amnesty.it/primopiano/g8




Nella caserma di Bolzaneto furono trascinati 300 manifestanti e qui furono torturati. Il capo di più alto grado a Bolzaneto era il n. 2 della Digos, Alessandro Perugini, vicecapo della Digos genovese, il quale era nella caserma ma dichiarò: “Nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto non vi fu alcuna violenza. I dimostranti si sono fatti male da soli”.
Ho visto all’interno di ciascuna cella una decina di persone, con il volto e le mani rivolte verso il muro. Non ricordo di aver visto donne. Non mi sono chiesto il perché stessero in quella posizione, non mi ha colpito quella circostanza”. Ricorda però che “un collega alzò la voce” e che ‘altri spruzzarono gas urticante nelle celle’. I detenuti urlavano ma Perugini “non sentì niente”.
Perugini in maglietta e jeans fu fotografato mentre sferrava un calcio a un ragazzino di 15 anni, disarmato e a terra.


dal blog : http://toghe.blogspot.com

Le violenze impunite del lager di Bolzaneto

di Giuseppe D’Avanzo

da La Repubblica del 17 marzo 2008



C’era anche un carabiniere “buono”, quel giorno. Molti “prigionieri” lo ricordano.

“Giovanissimo”. Più o meno ventenne, forse “di leva”. Altri l’hanno in mente con qualche anno in più.

In tre giorni di “sospensione dei diritti umani”, ci sono stati dunque al più due uomini compassionevoli a Bolzaneto, tra decine e decine di poliziotti, carabinieri, guardie di custodia, poliziotti carcerari, generali, ufficiali, vicequestori, medici e infermieri dell’amministrazione penitenziaria.

Appena poteva, il carabiniere “buono” diceva ai “prigionieri” di abbassare le braccia, di levare la faccia dal muro, di sedersi. Distribuiva la bottiglia dell’acqua, se ne aveva una a disposizione.

Il ristoro durava qualche minuto. Il primo ufficiale di passaggio sgridava con durezza il carabiniere tontolone e di buon cuore, e la tortura dei prigionieri riprendeva.

Tortura. Non è una formula impropria o sovrattono. Due anni di processo a Genova hanno documentato – contro i 45 imputati – che cosa è accaduto a Bolzaneto, nella caserma Nino Bixio del reparto mobile della polizia di Stato nei giorni del G8, tra venerdì 20 e domenica 22 luglio 2001, a 55 “fermati” e 252 arrestati.

Uomini e donne. Vecchi e giovani. Ragazzi e ragazze. Un minorenne. Di ogni nazionalità e occupazione; spagnoli, greci, francesi, tedeschi, svizzeri, inglesi, neozelandesi, tre statunitensi, un lituano.

Studenti soprattutto e disoccupati, impiegati, operai, ma anche professionisti di ogni genere (un avvocato, un giornalista ...).

I pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno detto, nella loro requisitoria, che “soltanto un criterio prudenziale” impedisce di parlare di tortura. Certo, “alla tortura si è andato molto vicini”, ma l’accusa si è dovuta dichiarare impotente a tradurre in reato e pena le responsabilità che hanno documentato con la testimonianza delle 326 persone ascoltate in aula.

Il reato di tortura in Italia non c’è, non esiste. Il Parlamento non ha trovato mai il tempo – né avvertito il dovere in venti anni – di adeguare il nostro codice al diritto internazionale dei diritti umani, alla Convenzione dell’Onu contro la tortura, ratificata dal nostro Paese nel 1988. Esistono soltanto reatucci d’uso corrente da gettare in faccia agli imputati: l’abuso di ufficio, l’abuso di autorità contro arrestati o detenuti, la violenza privata.

Pene dai sei mesi ai tre anni che ricadono nell’indulto (nessuna detenzione, quindi) e colpe che, tra dieci mesi (gennaio 2009), saranno prescritte (i tempi della prescrizione sono determinati con la pena prevista dal reato).

Come una goccia sul vetro, penosamente, le violenze di Bolzaneto scivoleranno via con una sostanziale impunità e, quel che è peggio, possono non lasciare né un segno visibile nel discorso pubblico né, contro i colpevoli, alcun provvedimento delle amministrazioni coinvolte in quella vergogna.

Il vuoto legislativo consentirà a tutti di dimenticare che la tortura non è cosa “degli altri”, di quelli che pensiamo essere “peggio di noi”.

Quel “buco” ci permetterà di trascurare che la tortura ci può appartenere.

Che – per tre giorni – ci è già appartenuta.

Nella prima Magna Carta1225 – c’era scritto: Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, spossessato della sua indipendenza, messo fuori legge, esiliato, molestato in qualsiasi modo e noi non metteremo mano su di lui se non in virtù di un giudizio dei suoi pari e secondo la legge del paese.

Nella nostra Costituzione, 1947, all’articolo 13 si legge: La libertà personale è inviolabile. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione di libertà.

La caserma di Bolzaneto oggi non è più quella di ieri. Con un’accorta gestione, si sono voluti cancellare i “luoghi della vergogna”, modificarne anche gli spazi, aprire le porte alla città, alle autorità cittadine, civili, militari, religiose coltivando l’idea di farne un “Centro della Memoria” a ricordo delle vittime dei soprusi.

C’è un campo da gioco nel cortile dove, disposti su due file, i “carcerieri” accompagnavano l’arrivo dei detenuti con sputi, insulti, ceffoni, calci, filastrocche come “Chi è lo Stato? La polizia! Chi è il capo? Mussolini!”, cori di “Benvenuti ad Auschwitz”.

Dov’era il famigerato “ufficio matricole” c’è ora una cappella inaugurata dal cardinale Tarcisio Bertone e nei corridoi, dove nel 2001 risuonavano grida come “Morte agli ebrei!”, ha trovato posto una biblioteca intitolata a Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume italiana, ucciso nel campo di concentramento di Dachau per aver salvato la vita a 5000 ebrei.

Quel giorno, era venerdì 20 luglio, l’ambiente è diverso e il clima di piombo. Dopo il cancello e l’ampio cortile, i prigionieri sono sospinti verso il corpo di fabbrica che ospita la palestra. Ci sono tre o quattro scalini e un corridoio centrale lungo cinquanta metri. È qui il garage Olimpo. Sul corridoio si aprono tre stanze, una sulla sinistra, due sulla destra, un solo bagno.

Si è identificati e fotografati. Si è costretti a firmare un prestampato che attesta di non aver voluto chiamare la famiglia, avvertire un avvocato. O il consolato, se stranieri (agli stranieri non si offre la traduzione del testo).

A una donna, che protesta e non vuole firmare, è mostrata la foto dei figli. Le viene detto: “Allora, non li vuoi vedere tanto presto ...”.

A un’altra che invoca i suoi diritti, le tagliano ciocche di capelli.

Anche H. T. chiede l’avvocato. Minacciano di “tagliarle la gola”.

M. D. si ritrova di fronte un agente della sua città. Le parla in dialetto. Le chiede dove abita. Le dice: “Vengo a trovarti, sai”.

Poi, si è accompagnati in infermeria dove i medici devono accertare se i detenuti hanno o meno bisogno di cure ospedaliere.

In un angolo si è, prima, perquisiti – gli oggetti strappati via a forza, gettati in terra – e denudati dopo.

Nudi, si è costretti a fare delle flessioni “per accertare la presenza di oggetti nelle cavità”.

Nessuno sa ancora dire quanti sono stati i “prigionieri” di quei tre giorni e i numeri che si raccolgono – 55 “fermati”, 252 “arrestati” – sono approssimativi.

Meno imprecisi i “tempi di permanenza nella struttura”.

Dodici ore in media per chi ha avuto la “fortuna” di entrarvi il venerdì.

Sabato la prigionia “media” – prima del trasferimento nelle carceri di Alessandria, Pavia, Vercelli, Voghera – è durata venti ore. Diventate trentatré la domenica quando nella notte tra 1.30 e le 3.00 arrivano quelli della Diaz, contrassegnati all’ingresso nel cortile con un segno di pennarello rosso (o verde) sulla guancia.

È saltato fuori durante il processo che la polizia penitenziaria ha un gergo per definire le “posizioni vessatorie di stazionamento o di attesa”.

La “posizione del cigno” – in piedi, gambe divaricate, braccia alzate, faccia al muro – è inflitta nel cortile per ore, nel caldo di quei giorni, nell’attesa di poter entrare “alla matricola”.

Superati gli scalini dell’atrio, bisogna ancora attendere nelle celle e nella palestra con varianti della “posizione” peggiori, se possibile.

In ginocchio contro il muro con i polsi ammanettati con laccetti dietro la schiena o nella “posizione della ballerina”, in punta di piedi.

Nelle celle, tutti sono picchiati. Manganellate ai fianchi. Schiaffi alla testa. La testa spinta contro il muro.

Tutti sono insultati: alle donne gridato “entro stasera vi scoperemo tutte”; agli uomini, “sei un gay o un comunista?”

Altri sono stati costretti a latrare come cani o ragliare come asini; a urlare: “viva il duce”, “viva la polizia penitenziaria”.

C’è chi viene picchiato con stracci bagnati; chi sui genitali con un salame, mentre steso sulla schiena è costretto a tenere le gambe aperte e in alto: G. ne ricaverà un “trauma testicolare”.

C’è chi subisce lo spruzzo del gas urticante-asfissiante. Chi patisce lo spappolamento della milza. A.

D. arriva nello stanzone con una frattura al piede. Non riesce a stare nella “posizione della ballerina”. Lo picchiano con manganello. Gli fratturano le costole. Sviene. Quando ritorna in sé e si lamenta, lo minacciano “di rompergli anche l’altro piede”. Poi, gli innaffiano il viso con gas urticante mentre gli gridano. “Comunista di merda”.

C’è chi ricorda un ragazzo poliomielitico che implora gli aguzzini di “non picchiarlo sulla gamba buona”.

I. M. T. lo arrestano alla Diaz. Gli viene messo in testa un berrettino con una falce e un pene al posto del martello. Ogni volta che prova a toglierselo, lo picchiano. B. B. è in piedi. Gli sbattono la testa contro la grata della finestra. Lo denudano. Gli ordinano di fare dieci flessioni e intanto, mentre lo picchiano ancora, un carabiniere gli grida: “Ti piace il manganello, vuoi provarne uno?”.

S. D. lo percuotono “con strizzate ai testicoli e colpi ai piedi”.

A. F. viene schiacciata contro un muro. Le gridano: “Troia, devi fare pompini a tutti”, “Ora vi portiamo nei furgoni e vi stupriamo tutte”.

S. P. viene condotto in un’altra stanza, deserta. Lo costringono a denudarsi. Lo mettono in posizione fetale e, da questa posizione, lo obbligano a fare una trentina di salti mentre due agenti della polizia penitenziaria lo schiaffeggiano.

J. H. viene picchiato e insultato con sgambetti e sputi nel corridoio. Alla perquisizione, è costretto a spogliarsi nudo e “a sollevare il pene mostrandolo agli agenti seduti alla scrivania”.

J. S., lo ustionano con un accendino.

Ogni trasferimento ha la sua “posizione vessatoria di transito”, con la testa schiacciata verso il basso, in alcuni casi con la pressione degli agenti sulla testa, o camminando curvi con le mani tese dietro la schiena.

Il passaggio nel corridoio è un supplizio, una forca caudina. C’è un doppia fila di divise grigio-verdi e blu. Si viene percossi, minacciati.

In infermeria non va meglio. È in infermeria che avvengono le doppie perquisizioni, una della polizia di Stato, l’altra della polizia penitenziaria. I detenuti sono spogliati. Le donne sono costrette a restare a lungo nude dinanzi a cinque, sei agenti della polizia penitenziaria. Dinanzi a loro, sghignazzanti, si svolgono tutte le operazioni. Umilianti.

Ricorda il pubblico ministero: “I piercing venivano rimossi in maniera brutale. Una ragazza è stata costretta a rimuovere il suo piercing vaginale con le mestruazioni dinanzi a quattro, cinque persone”.

Durante la visita si sprecano le battute offensive, le risate, gli scherni.

P. B., operaio di Brescia, lo minacciano di sodomizzazione. Durante la perquisizione gli trovano un preservativo. Gli dicono: “E che te ne fai, tanto i comunisti sono tutti froci”. Poi un’agente donna gli si avvicina e gli dice: “È carino però, me lo farei”.

Le donne, in infermeria, sono costrette a restare nude per un tempo superiore al necessario e obbligate a girare su se stesse per tre o quattro volte.

Il peggio avviene nell’unico bagno con cesso alla turca, trasformato in sala di tortura e terrore.

La porta del cubicolo è aperta e i prigionieri devono sbrigare i bisogni dinanzi all’accompagnatore. Che sono spesso più d’uno e ne approfittano per “divertirsi” un po’.

Umiliano i malcapitati, le malcapitate.

Alcune donne hanno bisogno di assorbenti. Per tutta risposta viene lanciata della carta da giornale appallottolata.

M., una donna avanti con gli anni, strappa una maglietta, “arrangiandosi così”.

A. K. ha una mascella rotta. L’accompagnano in bagno. Mentre è accovacciata, la spingono in terra.

E. P. viene percossa nel breve tragitto nel corridoio, dalla cella al bagno, dopo che le hanno chiesto “se è incinta”. Nel bagno, la insultano (“troia”, “puttana”), le schiacciano la testa nel cesso, le dicono: “Che bel culo che hai”, “Ti piace il manganello”.

Chi è nello stanzone osserva il ritorno di chi è stato in bagno. Tutti piangono, alcuni hanno ferite che prima non avevano. Molti rinunciano allora a chiedere di poter raggiungere il cesso. Se la fanno sotto, lì, nelle celle, nella palestra. Saranno però picchiati in infermeria perché “puzzano” dinanzi a medici che non muovono un’obiezione.

Anche il medico che dirige le operazioni il venerdì è stato “strattonato e spinto”.

Il giorno dopo, per farsi riconoscere, arriva con il pantalone della mimetica, la maglietta della polizia penitenziaria, la pistola nella cintura, gli anfibi ai piedi, guanti di pelle nera con cui farà poi il suo lavoro liquidando i prigionieri visitati con “questo è pronto per la gabbia”.

Nel suo lavoro, come gli altri, non indosserà mai il camice bianco. È il medico che organizza una personale collezione di “trofei” con gli oggetti strappati ai “prigionieri”: monili, anelli, orecchini, “indumenti particolari”.

È il medico che deve curare L. K.. A L. K. hanno spruzzato sul viso del gas urticante. Vomita sangue. Sviene. Rinviene sul lettino con la maschera ad ossigeno. Stanno preparando un’iniezione. Chiede: “Che cos’è?”. Il medico risponde: “Non ti fidi di me? E allora vai a morire in cella!”.

G. A. si stava facendo medicare al San Martino le ferite riportate in via Tolemaide quando lo trasferiscono a Bolzaneto. All’arrivo, lo picchiano contro un muretto. Gli agenti sono adrenalinici. Dicono che c’è un carabiniere morto. Un poliziotto gli prende allora la mano. Ne divarica le dita con due mani. Tira. Tira dai due lati. Gli spacca la mano in due “fino all’osso”. G. A. sviene. Rinviene in infermeria. Un medico gli ricuce la mano senza anestesia. G. A. ha molto dolore. Chiede “qualcosa”. Gli danno uno straccio da mordere. Il medico gli dice di non urlare.

Per i pubblici ministeri, “i medici erano consapevoli di quanto stava accadendo, erano in grado di valutare la gravità dei fatti e hanno omesso di intervenire pur potendolo fare, hanno permesso che quel trattamento inumano e degradante continuasse in infermeria”.

Non c’è ancora un esito per questo processo (arriverà alla vigilia dell’estate). La sentenza definirà le responsabilità personali e le pene per chi sarà condannato.

I fatti ricostruiti dal dibattimento, però, non sono più controversi. Sono accertati, documentati, provati. E raccontano che, per tre giorni, la nostra democrazia ha superato quella sempre sottile ma indistruttibile linea di confine che protegge la dignità della persona e i suoi diritti.


È un’osservazione che già dovrebbe inquietare se non fosse che – ha ragione Marco Revelli a stupirsene – l’indifferenza dell’opinione pubblica, l’apatia del ceto politico, la noncuranza delle amministrazioni pubbliche che si sono macchiate di quei crimini appaiono, se possibile, ancora più minacciose delle torture di Bolzaneto.

Possono davvero dimenticare – le istituzioni dello Stato, chi le governa, chi ne è governato – che per settantadue ore, in una caserma diventata lager, il corpo e la “dimensione dell’umano” di 307 uomini e donne sono stati sequestrati, umiliati, violentati?

Possiamo davvero far finta di niente e tirare avanti senza un fiato, come se i nostri vizi non fossero ciclici e non si ripetessero sempre “con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza”?

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Questo è un paese senza Libertà, senza Giustizia. Un paese dove chi ritiene di avere anche un minimo di potere, lo usa per i propri interessi. Ma nelle dichiarazioni ufficiali e nel formalismo ipocrita e vuoto di ogni giorno, parole come Libertà, Giustizia, Democrazia,.. sono ululate e declinate in ogni salsa..
C'è sempre un tornaconto che va difeso. Costi quello che costi..

E al diavolo anche i diritti umani. Tanto.. sono sempre quelli degli "altri", i diritti che vengono conculcati..


Saluti
Fabrizio Frosini

Vday


mercoledì 5 marzo 2008

oggi sul sito di GoNews viene data una notizia ad effetto..

Liste Civiche Nuovo Rinascimento

Sul sito di GoNews viene data una notizia ad effetto, per la quale ringrazio la direzione dell'emittente, ma che mi impone una precisazione per l'elemento potenzialmente distorsivo, pur non voluto, riferito al reale significato dell'Associazione EMPOLI PER TUTTI (che sta per nascere ufficialmente) e della conseguente -perché si formerà quando ci saranno le elezioni- LISTA CIVICA .

Questo il testo da GoNews (videnziati: i passaggi che impongono questa mia precisazione) : http://www.gonews.it/articolo.php?at=12210 ; 05/03/2008 - 10:40

La lista civica di Beppe Grillo si presenterà alle comunali del 2009
Lo annuncia l'ex presidente di Ecomedica Fabrizio Frosini, che potrebbe essere anche il possibile candidato sindaco

L'ex presidente di Ecomedica Fabrizio Frosini potrebbe candidarsi alle prossime elezioni comunali di Empoli del 2009 con una propria lista civica. Il medico, coordinatore del Meetup Amici di Beppe Grillo di Empoli, ha infatti annunciato di aver costituito l'associazione Empoli Per Tutti che, tra un anno, diventerà appunto uno dei simboli che si candiderà alle elezioni. La sfida nasce dall'appello fatto dal comico genovese di dar vita a queste liste, da lui stesso certificate, per andare contro il decadimento della politica.
"È nostro preciso impegno" dice lo stesso Frosini -"operare affinché, attraverso il coordinamento dei Meetup Toscani del quale siamo parte attiva, sia agevolata il più possibile la nascita di Liste Civiche in ogni realtà regionale che lo consenta, all'occorrenza anche attraverso una federazione che unisca movimenti e associazioni che condividano con noi valori e metodi di democrazia diretta e partecipativa".
"Empoli per tutti" ha già registrato il proprio sito (http://www.empolipertutti.com) che, tra l'altro, mette a disposizione dei cittadini i video dei consigli comunali empolesi. (http://www.empolipertutti.com/generale/231/comune-di-empoli-video-della-seduta-pubblica-n3-del-18022008)


L'essere troppo abituati alla logica partitica può infatti far pensare ai lettori di essere di fronte ad una delle solite operazioni calate dall'alto. Mi preme pertanto sottolineare e far loro apprezzare compiutamente il significato dell'espressione "valori e metodi di democrazia diretta e partecipativa" : metodo e valori che presuppongono la scelta dal basso e non calata dai "piani superiori", come nei partiti.

Pur capendo ovviamente -e l'accetto- la ricerca dell'effetto mediatico, devo pertanto precisare che configurare oggi una "Lista Frosini" sarebbe oggettivamente improprio -ed è altresì facilmente dimostrabile che una tale notizia è attualmente priva di fondamento : per averne la prova basta seguire il forum del Meetup di Empoli ed in particolare, appunto, la discussione aperta dal giorno 11 ottobre 2007 su "Liste Civiche".

La Lista Civica "Empoli Per Tutti", quando si formerà, sarà espressione di quella parte della Società Civile empolese che vuole operare per mutare una logica di gestione della cosa pubblica che non solo non garantisce la democrazia ma anzi la umilia.

Il candidato sindaco sarà pertanto espresso da quei cittadini che riterranno di sostenere una simile proposta democratica.

Precisato questo, ecco il testo del comunicato, nella parte riguardante l'Associazione, e che ha anche il senso di stimolare e appoggiare la nascita di Liste Civiche, in Toscana, basate sul metodo e principi della Democrazia Partecipativa :

La presente per imformarVi che sia attraverso il Forum del Meetup, sia attraverso il blog "Empoli Per Tutti" (appositamente aperto per informare i cittadini del nostro comune e territorio), il Meetup mette a disposizione della popolazione un servizio di informazione completo di registrazione video dei Consigli comunali di Empoli.

Chi interessato può prenderne visione sui seguenti siti web :

http://www.empolipertutti.com/

http://www.empolipertutti.com/generale/231/comune-di-empoli-video-della-seduta-pubblica-n3-del-18022008

http://beppegrillo.meetup.com/489/


Iscritti al Meetup Empoli hanno deciso di costituirsi in Associazione (Empoli Per Tutti).

Questa, al momento opportuno, avrà il compito di presentarsi come LISTA CIVICA , al fine di iniziare anche nel nostro territorio e nella regione il cammino verso una democrazia vera, da acquisire e garantire attraverso il metodo e gli strumenti della democrazia diretta e partecipativa.


Più sotto si riporta il Preambolo dello Statuto associativo.

La Lista Civica opererà in modo trasparente e nell'interesse di tutti i cittadini, con l'impegno che pubblicamente assumiamo già fin d'ora, nei confronti della popolazione, di presentarci alle elezioni amministrative del 2009 (chiederemo in tale occasione la certificazione del blog di Beppe Grillo : http://www.beppegrillo.it/ ).

È altresì nostro preciso impegno operare affinché, attraverso il coordinamento dei Meetup Toscani del quale siamo parte attiva, sia agevolata il più possibile la nascita di Liste Civiche in ogni realtà regionale che lo consenta, all'occorrenza anche attraverso una federazione che unisca movimenti e associazioni che condividano con noi valori e metodi di democrazia diretta e partecipativa.

Saluti
Fabrizio Frosini


P.S.: apprendo ora che la notizia di una "Lista Frosini" viene riproposta anche da Il Tirreno :




lunedì 3 marzo 2008

La profondità del reale.. l'abisso del degrado..

ognuno è libero di limitare il proprio sguardo alla superficie, ove per qualsivoglia ragione non intenda invece esplorare la profondità del reale..





ma che poi non si meravigli del degrado che sta giusto sotto i propri piedi..



Fabrizio Frosini

domenica 2 marzo 2008

Fuori tutti. Avete distrutto il Paese.. E degradato la Toscana..

NON VOTATE ALLE ELEZIONI

Fuori tutti. Avete distrutto il Paese. Le vostre facce sui muri sono per noi. I nostri vaffanculo sono per voi. Nessuno di voi merita il voto degli italiani. Cari dipendenti i vostri obiettivi sono noti, sono tre. La poltrona, l’impunità, gli affari. I galantuomini ci sono anche tra voi e sono i primi che se ne devono andare. Sono pochi e quindi si notano di più. Fanno quasi tenerezza e molta rabbia. Sono i pali della politica. Un po’ ingenui, un po’ fresconi.
Fuori tutti. In quindici anni avete riportato il Paese al dopoguerra. La Finocchiaro e Bianco si dicono stupiti che io supporti la lista civica regionale di Sonia Alfano in Sicilia. Anime belle, voi mi offendete. Tra voi e lo psiconano non c’è differenza. Siete il partito dello status quo che ha lasciato fare al centrodestra ogni porcata senza mai muovere un dito. Il partito di Bassolino, la cozza di Napoli.



[..] Le elezioni sono incostituzionali, non possiamo scegliere il candidato. Possiamo solo votare il Partito Unico dei Gemelli Siamesi.
Un tedesco che non avesse votato durante il nazismo. Un sovietico che non avesse votato durante lo stalinismo. Un italiano che non avesse votato durante il fascismo. Come li chiamereste? Democratici, persone libere? Siatelo anche voi. Non votate per le elezioni politiche. Esercitate il vostro diritto di non essere presi per il culo. (Beppe Grillo)
http://www.beppegrillo.it/2008/03/fuori_tutti.html#comments





SIG. PRESIDENTE NAPOLITANO : NON POSSO VOTARE

Signor Presidente,

Lei ha indetto le Elezioni del 13 Aprile.

Per le ragioni che seguiranno, signor Presidente, le rimetto il mio certificato elettorale certo che nella sua figura istituzionale di garante della Costituzione potrà, meglio di ognuno di noi, spingere il Parlamento e gli eletti a correggere queste pericolose crepe nella struttura portante delle nostre istituzioni.

Conservi cortesemente il mio Certificato Elettorale sino alla data in cui potrò ritornare ad essere Cittadino di un Paese Democratico.

LE NOSTRE RAGIONI

Premesso che la Corte Costituzionale, pur non entrando nel merito della legittimità della legge elettorale in vigore, con le sentenze 15/16/17 del 2008 ha recentemente espresso importanti rilievi, e considerato che la convocazione dei comizi elettorali non permette di chiedere un giudizio di merito in tempo utile per le elezioni del 13 Aprile, ho deciso come cittadino di non partecipare a queste elezioni e restituire il certificato elettorale, qui accluso.

E' una decisione molto sofferta, consapevole che il rifiuto ad esercitare il diritto del voto viola lo spirito dell'articolo 48 della Costituzione, che ne sancisce il dovere civico, e costituisce implicitamente una delegittimazione degli organi istituzionali eletti. Non di meno, in tutta coscienza non posso esimermi dal contrastare, con questo mezzo cosi estremo, una legge elettorale che ritengo fortemente lesiva dei miei diritti costituzionali di cittadino.

Non posso esimermi dal rifiutarmi di legittimare la nomina di "rappresentanti" che non posso in alcun modo contribuire a scegliere, e sono di fatto nominati da forze su cui non ho più alcun controllo democratico.

Non posso accettare che il mio diritto costituzionale di scegliere i "rappresentanti" sia ridotto al punto da poter decidere con il mio voto solo il numero degli eletti in una lista bloccata e non i loro nomi, privandomi cosi del controllo sulle loro azioni e del, gà molto relativo, potere di rimuoverli preferendo altre persone e quindi non rieleggendoli.

Non posso accettare che attraverso la lista bloccata venga cambiata la natura del Parlamento, trasformando gli eletti da rappresentanti del popolo a rappresentanti dei partiti o dei capi politici che li hanno selezionati, comprimendo i principi costituzionali della rappresentatività e della libertà dei parlamentari, vanificando, di fatto, il dettato costituzionale dell'art 67.

Non posso accettare che attraverso questa legge elettorale venga violato il principio della "scelta del corpo legislativo" sancito dall'articolo 3 del primo protocollo della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.

Non posso accettare che con sbarramenti di ogni tipo venga esclusa dalla "rappresentanza" una parte consistente dell'elettorato, sia pure divisa in gruppi che si decide, per legge, essere singolarmente non abbastanza grandi da poter sedere in Parlamento, ignorandone il peso complessivo.

In tutta coscienza non posso accettare di legittimare con il mio voto una legge elettorale che pare voler ripercorrere la strada della legge Acerbo e della legge elettorale Rocco del 1928, di cui ricopia uno dei principi fondamentali, la lista bloccata -dimenticando quanti lutti ha contribuito a creare nel nostro Paese- piuttosto che seguire lo spirito democratico della nostra Costituzione.

Con Osservanza
Un Cittadino Italiano


Liste Civiche Nuovo Rinascimento


Ognuno è libero di limitare il proprio sguardo alla superficie, ove per qualsivoglia ragione non intenda invece esplorare la profondità del reale..
Fabrizio Frosini


Il Paese è una risorsa per i politici e per la loro burocrazia di massa. Una rendita a vita con le tasse dei cittadini. Stanno divorando l’Italia. Non è vero che la classe politica è tutta uguale. Ma i pochi galantuomini che ne fanno parte la legittimano. Non si può votare il meno peggio. Non si deve perdere la speranza di un meglio. Chi vota il meno peggio legittima il peggio. Le elezioni sono anticostituzionali. Non possiamo scegliere il candidato. E nessun giornale ne parla. Nessuna televisione lo grida. Si ripete: non possiamo scegliere il candidato. Due persone stanno scegliendo i nomi dell’80% di deputati e senatori. Stanno scrivendo la Camera e il Senato. Si chiamano Veltrusconi. Sono la stessa persona, lo stesso partito, lo stesso programma, gli stessi ministri. Beppe Grillo è stato a Napoli il 23 febbraio per il Munnezza Day. Conferenza stampa con 120 giornalisti. Molte testate internazionali. 30.000 persone in Piazza Dante. Chi vuole sapere cosa è stato detto da oncologi, esperti ambientali e dell’energia deve imparare la lingua inglese o tedesca. Leggere il Die Zeit o The Herald Tribune. Il Corriere e la Repubblica gli hanno dedicato un quadratino della dimensione di un francobollo. L’informazione italiana è sotto controllo..

Beppe Grillo, Comunicato politico n. 3
http://www.beppegrillo.it/2008/02/comunicato_poli_1.html#comments




sabato 1 marzo 2008

Democrazia formale e democrazia sostanziale

..sulla difesa e lo sviluppo di un democrazia reale e non solo formale, abbiamo il diritto–dovere di essere assolutamente radicali e intransigenti, fuggendo da ogni moderatismo e timidezza.

Democrazia formale e democrazia sostanziale, Francesco Faro

http://toghe.blogspot.com/2008/03/democrazia-formale-e-democrazia.html

Vday

Mi permetto una nota : l'azione di Grillo e dei Meetups sta dando alcuni frutti importanti, pur se ancora parziali.

Si vede chiaramente in questi giorni : programmi elettorali, schieramenti e modalità di scelta dei candidati sono tutti stati influenzati dall'azione congiunta di cui sopra..

Clamorosa la bocciatura, nella selezione dei candidati, di non pochi soggetti all'improvviso divenuti IMPRESENTABILI..
Lo stesso Mastella (avete visto.. è clamoroso) si ritrova a dover correre da solo, perché nessuno lo vuole..!
E Bassolino..? Rinviato a giudizio..

Credete davvero che il pressing di Grillo e Meetups non sia stato importante? Non siamo stati noi soltanto, ovviamente.. Ma la nostra azione ne rappresenta una componente importantissima.

E non vedete quanta paura hanno i mass media del 25 Aprile? Nessuno ne vuol parlare.. Indicativo.. Molto indicativo..
Senza dire delle prime Liste Civiche certificate, che si presenteranno alle elezioni comunali e regionali.. Segno importante, anche se sono ancora modeste come numero.. e nate in fretta e furia, per l’anticipazione delle elezioni amministrative, così accorpate alle politiche..

Nostro impegno è quello di stimolare e favorire al massimo l'aggregazione di forze innovative e di progresso intorno a tale idea (LISTA CIVICA).

Per questo parteciperò Mercoledì 5 Marzo, a Firenze, ad una riunione di coordinamento.

Non ci saranno solo Meetups, ma anche rappresentanti di tutta una serie di Associazioni / Movimenti che rigettano e intendono combattere democraticamente contro questo sistema partitico affaristico e di gestione lottizzata fra i clan toscani del potere..

È venuto il momento di alzarci in piedi e scendere in campo senza paura..

Da parte mia, sono pronto a dare l’esempio e a subirne tutte le conseguenze. Anche estreme.

Saluti a tutti

Fabrizio Frosini





Lettera aperta a Bruno Vespa

su Blog, Internet e mass media

Egregio Dott. Vespa,

Internet raggiunge nel mondo oltre un miliardo di utenti e in Italia circa 24 milioni di persone. Ogni giorno nascono circa 120.000 blog, per un totale di oltre 100 milioni di blog in tutto il mondo. Nel solo 2007, 44 milioni di persone si sono avvicinate con un ruolo partecipativo al più grande fenomeno sociale, culturale e democratico della storia recente,

In molti paesi autoritari i blogger difendono la libertà d'espressione e la democrazia sfidando la repressione e, talora, andando in prigione per questo. Nei paesi democratici i blogger estendono la libera circolazione delle idee, la comunicazione comunitaria e in definitiva la partecipazione alla vita sociale.

Il blog è diventato uno strumento di comunicazione di massa; più del 25% della popolazione del Canada e del 20% di quella del Regno Unito partecipano a "reti sociali" basate su Internet. In Italia si stimano oltre mezzo milione di blogger, in maggioranza non adolescenti ma giovani e adulti. Sono noti blogger anche alcuni esponenti politici italiani (ricordiamo tra i vari l'on. Gentiloni, l'on. Di Pietro, l'on. Letta, l'on Pecoraro Scanio, l'on Lanzillotta, l'on Storace, l'on. Santachè, ...), inclusi candidati premier alle prossime elezioni, e ben un terzo dei parlamentari britannici (incluso il primo ministro).

Ci sembra che demonizzare i blog e il social networking, che sono fondamentalmente espressione di libertà, di democrazia e di socializzazione, sia negativo e antistorico.

Ancora peggio è criminalizzare i blog - come cercano talora di fare i paesi autoritari per giustificare le loro censure - solo perché alcuni - giovani o no - lo usano male. Ci sembra che la trasmissione da lei curata del 21 febbraio 2008, peraltro dedicata ad un altro tema, abbia purtroppo (crediamo involontariamente) generato un sospetto generalizzato verso i blog e il social networking, se non addirittura verso la comunicazione via Internet.

Sarebbe, a nostro parere, un errore grave analogo a quello di alcuni intellettuali aristocratici che, tanto tempo fa, condannavano in blocco la televisione perché.. fa male ai bambini e toglie anche del tempo prezioso agli adulti per leggere libri e giornali..

Internet, il social networking e i blog non sono solamente un fenomeno sociale, culturale e politico di enorme importanza.

Sono anche diventati i servizi trainanti di un settore economico centrale e strategico per lo sviluppo economico delle economie avanzate: le telecomunicazioni. Le telecomunicazioni sono infatti da un lato un settore a sè stante - che di per sé porta ricchezza e occupazione qualificata e genera fenomeni finanziari economici di prima grandezza - e dall'altro sono un fattore propulsivo decisivo per l'economia nel suo complesso, e in particolare per la diffusione dell'innovazione presso le aziende e le famiglie.

La Commissaria UE Viviane Reding ha più volte ricordato che ben il 50% della crescita del PIL europeo e' legata allo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), di cui Internet costituisce la spina dorsale. Anche il recente rapporto Attalì per lo sviluppo economico della Francia è pervaso da iniziative di impulso alle tecnologie della informazione e telecomunicazione.

In Italia purtroppo l'economia cresce meno dei nostri omologhi europei anche perché le telecomunicazioni sono nelle posizioni di coda nelle graduatorie internazionali, come del resto lo è la televisione digitale (terrestre, via Internet e via satellite). La scarsa diffusione della banda larga è forse l'indice più significativo della nostra arretratezza nel settore decisivo delle tlc.

Secondo i recentissimi dati diffusi dall'organizzazione degli operatori TLC europei ECTA, il quadro italiano relativo alla banda larga è il seguente:

1. Diffusione della banda larga: L’Italia (16,5) si sta allontanando dalla media UE (19,8) ed è sempre più distante dai paesi comparabili come Francia, UK, Germania. Siamo lontanissimi, ovviamente, dai paesi nordici. Nell’Europa dei 15 siamo superati anche dall’Irlanda, e seguiti da vicino dal Portogallo. In sostanza, la banda larga in Italia è meno diffusa che in altri paesi, a prescindere da circostanze di omogeneità industriale e sociale.

2. Crescita della banda larga nel periodo settembre 2006-settembre 2007 : In Italia vi è stata una crescita del 3%, bassissima se paragonata con altri paesi comparabili, dove la crescita si attesta tra il 5% ed il 10%.

I dati italiani sono gravi non solo perché riflettono una situazione peggiore di altri paesi, ma anche perché indicano la difficoltà del Paese nel recuperare il gap. Anzi, la distanza con il resto d’Europea si va accentuando.

Una corretta comunicazione sui mezzi di informazione di massa riguardo le tecnologie ICT potrebbe contribuire in modo importante ad avvicinare sempre più persone alle telecomunicazioni, ad Internet e all'informatica con ricadute positive per l'intero sistema. Vorremmo sottolineare che Internet è oggi il principale sistema di comunicazione mondiale assieme alla rete telefonica fissa e cellulare, e rispetto a queste ultime è molto più esteso nelle funzionalità. Come la rete telefonica, Internet viene impiegato per comunicazioni lecite come per quelle illecite. La differenza è che le comunicazioni e le funzionalità di Internet sono nella grande maggioranza dei casi pubbliche e rendono così visibili anche gli usi banali, deviati o addirittura illegali e criminali che purtroppo, proprio per la loro maggiore visibilità in rete, vengono additati come peculiari solo di Internet.

Mai nessuno però, giustamente, ha pensato di criminalizzare in maniera generica la rete telefonica, pur essendo noto, antico, esteso e grave l'uso illecito e criminoso delle reti fisse e mobili, come è testimoniato dalle intercettazioni telefoniche rese pubbliche in diverse occasioni.

Discutere pubblicamente dei problemi sociali che Internet inevitabilmente riflette e, fortunatamente, spesso svela al pubblico, è importante ma va fatto mettendo nella giusta relazione gli effetti e le loro cause ed evitando considerazioni semplicistiche e condanne aprioristiche del mezzo.

Secondo noi è importante che non si criminalizzi la rete e che anzi se ne promuova l'uso e la diffusione estesa. La criminalizzazione di Internet tende a confondere gli effetti con le cause e non permette di affrontare adeguatamente i problemi negativi - sociali o criminali - che tutti desideriamo combattere.

Una disinformazione su Internet non ne rallenterà la diffusione presso il pubblico competente ma ne frenerà l'adozione e la conoscenza proprio nel pubblico più bisognoso di informazione, spostando in là nel tempo l'occasione di far crescere questo Paese.

Viceversa, una corretta e approfondita informazione può contribuire decisivamente a massimizzare i benefici di Internet e a ridurre invece gli effetti negativi dei nuovi sistemi di comunicazione. Fiduciosi che in futuro vorrà considerare anche i benefici di Internet e delle telecomunicazioni e non solo i problemi sociali, anche gravi, che essa rivela, le manifestiamo fin d'ora la nostra disponibilità a partecipare a un confronto su questi temi che a nostro parere sarebbe importante trattare in maniera approfondita e positiva in una delle prossime trasmissioni che a nostro parere sarebbe opportuno programmare e alla quale, se lei desidera, siamo pronti a dare il nostro contributo di esperienza e competenza.

Restiamo a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento e approfondimento e nel frattempo Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.


Marco Camisani Calzolari, Blogger, Imprenditore, Chairman Speakage

Gildo Campesato, Giornalista, Direttore del Corriere delle Comunicazioni

Mario Citelli, Blogger, Imprenditore, Direttore Beltel - Mensile di attualità per l'industria ICT

Lele Dainesi, Blogger, Giornalista, Executive Communication Cisco Systems Italy,

Luca De Biase, Blogger, Giornalista, Caporedattore Nova24 - Settimanale di

innovazione de Il Sole 24 ore

Juan Carlos De Martin, Blogger, Docente Politecnico di Torino - Responsabile italiano

Creative Commons

Michele Ficara, Blogger, Imprenditore, Presidente Assodigitale - Associazione Italiana

Industria Digitale

Paolo Forcellini, Imprenditore, Segretario Generale Consulta Digitale

Assocomunicazione - Confindustria

Alfonso Fuggetta, Blogger, Docente Politecnico di Milano

Enrico Gasperini, Blogger, Imprenditore, Presidente Audiweb - Joint Industry

Committee per la rilevazione delle audience online

Enrico Grazzini, Blogger, Analista, Collaboratore Corriere Economia - Settimanale

Economico Corriere della Sera,

Marco Montemagno, Imprenditore, Conduttore Reporter Diffuso - Sky TG24

Layla Pavone, Blogger, Dirigente, Presidente IAB - Interactive Advertising Bureau

Marco Palombi, Blogger, Imprenditore, Fondatore 1st Generation Network -

Associazione imprenditori di prima generazione

Stefano Quintarelli, Blogger, Imprenditore, Past president AIIP - Associazione Italiana

Internet Provider

Francesco Sacco, Blogger, Docente e Managing Director EntER - Centro studi per

l'imprenditorialità - Università Bocconi

Francesco Siliato, Blogger, Docente Economia dei Media - Politecnico di Milano,

Gigi Tagliapietra, Blogger, Imprenditore, Presidente Clusit - Associazione Italiana per la

Sicurezza Informatica

Guido Tripaldi, Blogger, Imprenditore, Presidente Voipex - Consorzio per

l'interoperabilità dei servizi Internet

Liste Civiche Nuovo Rinascimento

Comunicato liste civiche

http://www.beppegrillo.it/2008/03/comunicato_list.html#comments

Questo fine settimana si raccolgono le firme necessarie alla presentazione delle liste civiche nelle seguenti città:

Pescara:
sabato 1 marzo dalle 10.00 alle 20.00, Corso Umberto angolo Piazza Salotto
domenica 2 marzo dalle 10.00 alle 20.00, Corso Umberto angolo Piazza Salotto

Vicenza:
sabato 1 marzo dalle 9.00 alle 18.00, Piazza del Castello
domenica 2 marzo dalle 9.00 alle 18.00, Piazza del Castello

Massa:
sabato 1 marzo dalle 14.00 alle 20.00, davanti alla sede del Comune

Pordenone:
sabato 1 marzo dalle 9.30 alle 19.30, Piazza Cavour
domenica 2 marzo dalle 9.30 alle 19.30, Piazza Cavour
lunedì 3 marzo dalle 9.30 alle 19.30, Piazza Cavour

Gorizia:
sabato 1 marzo dalle 15.30 alle 17.30, Giardini di Corso Verdi
domenica 2 marzo dalle 10.00 alle 12.00, Giardini di Corso Verdi

Fiumicino:
sabato 1 marzo dalle 9.00 alle 13.00, via della Foce Micina, angolo via delle Ombrine
domenica 2 marzo dalle 9.00 alle 13.00, via Michele Rosi e via della Scafa angolo via Coni Zugna
lunedì 3 marzo dalle 9.00 alle 13.00, Mercato Fregene di via Fertilia

Pozzuoli:
domenica 2 marzo dalle 10.00, Arco Felice e via Giacomo Matteotti