mercoledì 1 luglio 2009

martedì 30 giugno 2009

Stamani udienza al tribunale di Firenze

Stamani ho dovuto fare uno "strappo" allo sciopero della fame.

Era in calendario l'udienza al Tribunale di Firenze e, per non rischiare di non arrivarci, mi sono concesso una piccola ciotola di latte e corn flakes, oltre al normale té e un po' di yogurt.

Diciamo pure che ho superato piuttosto bene la mattina : non è poco, essendo ormai al 28° giorno di "sciopero".


Saluti (a chi interessa)

Fabrizio Frosini




(Cfr.: mio Comunicato Stampa del 3 Giugno u.s.)


Morte a Viareggio

treno esplode in stazione a Viareggio


In fiamme auto e palazzi: 17 morti, 15 gravissimi



Storia di Hamza, 17 anni, morto per salvare la sorellina




Anche le morti più incomprensibili fanno parte integrante della vita. E vanno accettate per quanto assurde appaiano..


altre immagini
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venerdì 26 giugno 2009

Berlusconi : Da Noemi alle feste a Palazzo Grazioli, quelle risposte mai date


Le dieci nuove domande
che rivolgiamo a Berlusconi

GIUSEPPE D'AVANZO , La Repubblica


Le dieci nuove domande che rivolgiamo a Berlusconi

Noemi Letizia

La sera del 26 aprile Silvio Berlusconi festeggiava Noemi a Casoria.
E' giunto il tempo, due mesi dopo, di tirare le somme.
Bisogna annotare con cura le bugie ascoltate; interrogarsi sulle ragioni dei troppo silenzi; afferrare il filo rosso che da una storia (le "veline") ci ha condotto in un'altra (Noemi) e in un'altra ancora (le prostitute a Palazzo Grazioli) fino alla soglia di una quarta (le feste del presidente).
Giorno dopo giorno, si è definita sempre meglio la "licenziosità" del capo del governo, "la scelta sciagurata degli amici di bisboccia, la sciatteria in certe relazioni e soprattutto la caratterizzazione ostentatoria di tutti i suoi comportamenti privati" (Giuliano Ferrara, Panorama, 26 giugno).
Quel filo si riannoda intorno a un "grandioso sé", lascia nudo un potere e un abuso di potere che si immagina senza contrappesi e irresponsabile.

Da due mesi, Berlusconi parla senza dire.
Ci scherza su alquanto imbarazzato e come ossessivo, ma tace l'essenziale.
Il tempo non è passato invano, però.
Le dieci domande che Repubblica ha ritenuto di rivolgergli il 14 maggio hanno trovato più di una risposta, nonostante il loquace mutismo del presidente del consiglio.
A volte, anche i silenzi sanno parlare.
C'è oggi materia viva per eliminare qualche interrogativo e proporne altri, nuovi e dunque necessari e urgenti.

"Chi è incaricato di una funzione pubblica deve chiarire", dice Silvio Berlusconi (Porta a Porta, 5 maggio).
All'alba di questa storia, il premier sembra sapere che il significato etico e politico di accountability presuppone trasparenza; impegno a dichiararsi; rendiconto di quel che si è fatto e si fa; assunzione di responsabilità; censurabilità delle condotte riprovevoli - anche private - perché è chiaro a tutti che non ci può essere una radicale contrapposizione "tra il modo in cui un uomo di potere tratta coloro che gli sono vicini (la sua morale) e il modo in cui governa i cittadini e risponde a loro (la sua politica)" (Carlo Galli, Repubblica, 22 giugno).

Berlusconi, in apparenza, è animato da buone intenzioni, dunque.
Deve, presto e in fretta, liberarsi di tre grattacapi che gli vengono dalla famiglia (con le accuse di Veronica Lario), dalla sua area politica (con i rilievi critici di farefuturo).
Gli rimproverano di voler candidare alle elezioni per il parlamento di Strasburgo "veline", giovani o giovanissime donne che egli ha già promosso nello spettacolo e gli tengono compagnia con assiduità nel tempo libero, a Villa Certosa, a Palazzo Grazioli.
Gli si contesta la frequentazione di minorenni e un'ossessione per il sesso che pregiudica il suo equilibrio (Veronica Lario, Repubblica, 3 maggio).
Gli si chiede dei rapporti con la minorenne di Napoli di cui ha voluto festeggiare il 18° anno (Repubblica, 28 aprile).

Patrizia D'Addario e Barbara Montereale,
entrambe candidate in una lista collegata al Pdl


Berlusconi è tentato dal rovesciare il tavolo, come gli è abituale. Parla di "complotto".
Di fronte all'evidenza che il fuoco è "amico", lascia perdere e appronta una difesa che vuole essere conclusiva.
Concede due interviste ufficiali (Corriere, La Stampa, 4 maggio).
Chiacchiera ufficiosamente e in libertà (ancora Corriere e Stampa, nei giorni successivi al 4 maggio).
Si confessa alla tv pubblica francese durante il tg delle 20 (France 2, 6 maggio).
Rifiuta - è vero - un'intervista a Repubblica (13 maggio), ma promette di "spiegare tutto" (Cnn International, 25 maggio).

Berlusconi è categorico, quasi minuzioso nella ricostruzione delle sue mosse.
"Non avevamo messo in lista nessuna velina" (Corriere, 4 maggio).
"Io frequenterei delle diciassettenni? E' una cosa che non posso sopportare. Io sono amico del padre [di Noemi], punto e basta. Lo giuro!" (La Stampa, 4 maggio).
"Sono andato a Napoli per discutere di candidature con il padre di Noemi"
(Porta a porta, 5 maggio), con cui "ho un'antica amicizia di natura politica", peraltro "Noemi, la figlia dei miei amici, l'ho vista tre, quattro volte, sempre accompagnata dai genitori" (France 2, 6 maggio).

Le affermazioni del capo del governo non reggono alla verifica dei fatti.

Repubblica scopre (21 maggio) che il 19 novembre 2008, a Villa Madama, la minorenne Noemi siede al tavolo presidenziale, in occasione della cena offerta dal governo alle griffe del made in Italy, raccolte nella Fondazione Altagamma.
La ragazza è sola, non accompagnata da alcun familiare, accanto al presidente del consiglio e a Leonardo Ferragamo, Santo Versace, Paolo Zegna, Laudomia Pucci.
Sola e minorenne - e non accompagnata dai suoi genitori ma da un'amica minorenne (Roberta O.) - Noemi è anche a Villa Certosa, a ridosso del Capodanno, tra il 26/27 dicembre 2008 e il 4/5 gennaio 2009.
Lo rivela a Repubblica (24 maggio) Gino Flaminio, un operaio di 22 anni legato sentimentalmente a Noemi dal 28 agosto 2007 al 10 gennaio 2009.

Alcune amiche del premier
sul motoscafo, davanti a Villa Certosa


Gino, in contrasto con le dichiarazioni del Cavaliere, svela anche quando Berlusconi si mette in contatto con la minorenne Noemi.
Che sia la prima volta, glielo racconta lei stessa.
Accade nell'autunno del 2008 (ultimi giorni di ottobre, primi di novembre). Soltanto otto mesi fa.
Berlusconi telefona direttamente alla ragazza alle prese con i compiti di scuola.
Nessuna segreteria. Nessun centralino. Nessun legame con la famiglia della ragazza.
Berlusconi (che ha davanti una collezione di foto di Noemi) le dice parole di ammirazione per la sua "purezza", per il suo "volto angelico".
Dopo quel primo contatto, ne seguono altri (Gino ascolta la voce del premier in tre o quattro telefonate) fino all'invito a trascorrere dieci giorni - senza i genitori - a Punta Lada.

Le rivelazioni raccolte da Repubblica costringono il premier a correggere precipitosamente il tiro.
Non può negare la presenza di Noemi a Villa Madama.
Ammette che la minorenne, anzi le due minorenni hanno festeggiato il Capodanno con lui, non accompagnate dai familiari.
Non può confessare però che - uomo di 73 anni, con impegnative responsabilità pubbliche - trascorre il pomeriggio a telefonare a minorenni che conosce soltanto attraverso book fotografici fornitigli dagli uomini di Mediaset (nel caso di Noemi è Emilio Fede, dice Flaminio).

Appresta allora una nuova favoletta per spiegare come, quando e perché ha conosciuto il padre di Noemi, Elio Letizia, e cancellare l'imbarazzante ma decisivo ricordo di Gino.

E' la quarta versione che, nel corso del tempo, ci viene proposta.

Ricordiamo le precedenti.
1. "Era l'autista di Bettino Craxi" (Ansa, 29 aprile, l'agenzia di stampa rimuoverà poi la pagina dall'archivio in rete).
2. "Elio è un mio amico da tanti anni, con lui ho discusso delle candidature europee" (Porta a porta, 5 maggio).
3. "Conosco i genitori, punto e basta" (France 2, 6 maggio).

Patrizia D'Addario


Anche la quarta ricostruzione di quell'amicizia viene cucinata in malo modo.

Berlusconi scarica su Elio Letizia l'onere del racconto.
Elio Letizia liquida per intero lo sfondo politico dell'amicizia.
Non azzarda a dire che è stato un militante socialista né conferma di aver discusso con il presidente del consiglio chi dovesse essere eletto a Strasburgo.
Dice Letizia che la "vera conoscenza [con Silvio] ci fu nel 2001".
Elio sa - racconta - che a Berlusconi piacciono "libri e cartoline antiche" e nelle sale dell'hotel Vesuvio di Napoli (maggio 2001) gli propone di regalargliene qualche esemplare.
Nasce così un legame che diventa un'affettuosa amicizia quando Anna e Elio Letizia sono colpiti dalla sventura di perdere il figlio Yuri in un incidente stradale.
Berlusconi si fa vivo con una "lettera accorata e toccante".

Letizia decide di presentare la sua famiglia al presidente del consiglio nel "dicembre del 2001": "A metà dicembre io e mia moglie andammo a Roma per acquisti e, passando per il centro storico, pensai che fosse la volta buona per presentare a Berlusconi mia moglie e mia figlia" (il Mattino, 25 maggio).
Dunque: il capo del governo "per la prima volta vide Anna e Noemi" nel dicembre del 2001 non in pubblico ma nella residenza privata del premier, a palazzo Grazioli, o a Palazzo Chigi.
Noemi ha soltanto dieci anni.

Il ricordo di Elio Letizia non coincide con quello di Silvio Berlusconi.
Nello stesso giorno, la memoria del capo del governo disegna un'altra scena decisamente differente da quella che ha in mente Elio Letizia.
Quando Berlusconi ha incontrato per la prima volta Noemi?
"La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata"
, risponde il premier (Corriere, 25 maggio).
Quindi, in un luogo pubblico e non nei suoi appartamenti pubblici o privati.
Non nel 2001, come dice Elio, ma più avanti nel tempo perché Noemi avrebbe avuto l'età adatta per "sfilare" (quattordici, quindici, sedici anni, 2005, 2006, 2007).

Le "bugie bianche" di Berlusconi (il Foglio, 25 maggio) non possono nascondere qualche sconcertante punto fermo.
E' vero, il capo del governo "frequenta minorenni", come ha detto Veronica Lario e dimostrato Repubblica.
Il presidente del consiglio non riesce con qualche attendibilità a dire come ha conosciuto i Letizia cosicché le parole di Gino Flaminio acquistano più credibilità e maggiore verosimiglianza.

Il quadro compromesso e degradato dell'accountability del capo del governo è confermato addirittura dal racconto di Noemi, mai smentito (e oggi è troppo tardi per farlo).

"[Berlusconi, "papi"] mi ha allevata (...) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo a Roma, a Milano. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (...) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (...) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio" (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile).

Noemi conferma non solo l'abitudine di Berlusconi a frequentare minorenni, ma rafforza anche l'altra questione decisiva di questa storia: la pretesa di "far uso dei bei volti e dei bei corpi di persone che con la politica non hanno nulla a che fare".
Manovra che denota "l'impoverimento della qualità democratica di un Paese" (farefuturo).

Come - per fare solo tre nomi - Angela Sozio (Grande Fratello), Chiara Sgarbossa (miss Veneto), Cristina Ravot (cantante ammiratissima da Berlusconi che la voleva imporre al festival di Sanremo prima che al parlamento di Strasburgo), Noemi ritiene di poter ottenere da Berlusconi l'opportunità di fare spettacolo o, in alternativa, di essere eletta in parlamento.
Televisione o seggio in parlamento, uguali sono.

Le aspettative di Noemi, sollecitate dalle promesse di Berlusconi, sono in linea con le riflessioni critiche della signora Lario ("Ciarpame senza pudore").

E' documentata, allora, anche la seconda accusa che colpiva il capo del governo: per lui il corpo delle donne è "un gingillo" utile per "proiettare una (falsa) immagine di freschezza e rinnovamento" politico. S'invera lo "scarso rispetto per le istituzioni e per la sovranità popolare" del leader del Popolo della Libertà (Fondazione farefuturo).

Di fronte a due punti fermi (è vero, frequenta minorenni; è vero, candida nelle assemblee elettive i "bei corpi" che gli sono stati vicini), incalzato da domande a cui non può rispondere, Berlusconi si corregge di nuovo per tirarsi fuori da una catastrofe politica e comunicativa, domestica e internazionale.
A Palazzo Chigi, dunque in un luogo che più ufficiale non si può, dice:
"Non ho detto niente"
(Ansa, 27 maggio).

Pretende che gli si creda.
Lo abbiamo sentito dire, spiegare, ricordare in pubblico, in voce e in video - e sempre mentire.

Ora, con quattro parole ("Non ho detto niente"), intende resettare la storia così come egli stesso ce l'ha raccontata.
Esige che il potere delle sue parole sia, per noi, indiscusso.
Comanda di dimenticare ciò che ricordiamo e ci impone di credere vero ciò che egli dice vero (e noi sappiamo bugiardo).

"Non ho detto niente" dovrebbe ripulire dalla lavagna le sue menzogne.
Gli interessa ora andare al sodo per salvare la faccia e - forse - un destino politico che vede compromesso (compromessa appare la sua ascesa al Quirinale).

Vuole rispondere soltanto a una domanda: ha avuto "rapporti piccanti" con Noemi?
Se la pone da solo.
Risponde: "Assolutamente no, ho giurato sulla testa dei miei figli e sono consapevole che se fossi uno spergiuro mi dovrei dimettere, un minuto dopo averlo detto" (Radiocor, 28 maggio).
Non chiarisce che cosa siano i "rapporti piccanti", per il lessico e la fantasia erotica di un uomo come lui.

Sesso e politica. Politica e sesso.
"Privato" che si fa "pubblico".
"Pubblico" che deve subire gli abusi di potere di un privato.
Di questo impasto ci parlano le pratiche del Cavaliere che rinviano con immediatezza al suo dispositivo di governo, e quindi alla cosa pubblica e non soltanto ai comportamenti privati di un uomo.

Lo "scandalo" dell'affare è in queste relazioni scorrette compensate da promesse di incarichi pubblici, è nelle accertate menzogne che screditano chi governa e il Paese che da lui è governato.
Di questo dovrebbe rispondere il premier in pubblico se davvero avesse compreso che accountability è l'esatto contrario di arbitrio e menzogna.

Il capo del governo vive un clima psichico alterato.
E' la terza accusa della moglie: "[Silvio] non sta bene" (Repubblica, 3 maggio).
La patologica sexual addiction di Berlusconi si sfoga in festicciole viziose.
Anima "spettacolini" affollati da venti, trenta, quaranta ragazze: "farfalline" coccolate mentre il "sultano" indossa un accappatoio di un bianco accecante; "tartarughine" travestite da Babbo Natale; "bamboline" che mimano, in villa e tra i fiori, il matrimonio con "papi" (Repubblica, 12 giugno).
Frequente la presenza di "squillo", "escort", "ragazze immagine" abituate a incontrare sceicchi sulle rive del Golfo Persico.

La scena, accennata esplicitamente da Veronica Lario, ancora sfumata nei contorni con Noemi, si definisce con nitore quando prende la parola Patrizia D'Addario, "escort di lusso", un modo per dire prostituta di caro prezzo.
Il palcoscenico, anche acusticamente esplorato, è illuminato a giorno, ora.
Si possono vedere con chiarezza i gesti, sentire le parole, ascoltare le voci anche nelle stanze più intime e protette (il bagno, la camera da letto) del palazzo presidenziale.
Il linguaggio si fa esplicito, crudo. Come, senza sottintesi, sono le condotte, le logiche, gli esiti.
Patrizia è ingaggiata (2000 euro) da un amico del Cavaliere che ingrassa i suoi affari e la sua influenza pagando "squillo" da accompagnare alle feste del presidente a Roma, in Sardegna.

Patrizia varca, per la prima volta, la soglia di Palazzo Grazioli il 15 ottobre 2008.

Patrizia, "una volta entrata in una stanza affrescata all'interno della residenza del presidente del Consiglio, si trova davanti venti ragazze e il suo primo pensiero è: 'Ma questo è un harem!'". (Sunday Times, 21 giugno).

Patrizia osserva, curiosa: "Mentre la gran parte di noi, come ci era stato detto, indossava abiti neri corti e trucco leggero, due ragazze che stavano sempre vicine, avevano pantaloni lunghi (...) Erano due escort lesbiche che lavorano sempre in coppia" (Repubblica, 25 giugno).

Patrizia, quella sera, non resta a Palazzo. Ci ritornerà, il 4 novembre.
"Sono tornata dopo un paio di settimane, esattamente la sera dell'elezione di Barack Obama"
(Corriere, 17 giugno).

Patrizia registra quel che sente. Fotografa - appena può - quel che vede.
Lo fa sempre, con tutti, da sempre.
Questa volta, la seconda volta da Berlusconi, Patrizia rimane a Palazzo per una notte di sesso con il capo del governo.
Il Cavaliere - dopo cena, visione dei film che lo mostrano accanto ai potenti della Terra, le solite canzoni e la ola - chiede alla donna di aspettarlo nel "letto grande" (Repubblica, 20 giugno).

"Berlusconi mi ha telefonato la sera stessa, appena sono arrivata a Bari. E qualche giorno dopo Gianpaolo mi ha invitata a tornare. Ma io ho rifiutato (...) Gianpaolo ha voluto il mio curriculum perché mi disse che volevano candidarmi alle Europee (...) Quando sono cominciate le polemiche sulle veline, il segretario di Gianpaolo mi ha chiamata per dirmi che non era più possibile (...) [mi è stata allora] proposta la lista "La Puglia prima di tutto" [per il rinnovo del consiglio comunale]. Io ho accettato subito" (Corriere, 17 giugno).

I ricordi di Patrizia sono confermati dalle due "ragazze-immagine" (qualsiasi cosa significhi l'eufemismo) che sono con lei: Lucia Rossini (Repubblica, 21 giugno) e Barbara Montereale.
Che dice: "Sapevano tutti a quella cena che lei [Patrizia] era una escort. Presumo anche il presidente". (Repubblica, 20 giugno).
Le due ragazze ridono, scherzano, si fotografano allegre nella toilette del presidente del consiglio, come padrone del campo.

Le parole, le testimonianze incrociate, le immagini, i documenti fonici non possono più confondere quel che abbiamo sotto gli occhi.
Quel che la signora Lario chiama "malattia", l'effetto distruttivo di un narcisismo sgomento dinanzi alla vecchiaia, un'autostima che esige sempre, a ogni occasione l'ammirazione riservata alla giovinezza, alla celebrità, al fascino rendono vulnerabile e gravemente indifeso il capo del governo e l'autorevolezza del suo ufficio.
C'è un fondo di onnipotenza nei suoi comportamenti, come se ogni azione gli fosse consentita.
E' circondato da prosseneti che lucrano vantaggi personali cercandogli in angoli d'Italia ragazze sempre nuove, sempre più giovani, sempre più rapaci e spregiudicate, spesso sostenute nella loro cinica ambizione dalle famiglie, da mammà e papà.
Vogliono un successo dove che sia, in tivvù o nella politica.
Il premier può concederglielo con una telefonata, se vuole. Gli fanno pressione. Lo pretendono.
E' il quadro che ha già proposto Veronica Lario.
"Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile"
(Repubblica, 3 maggio).

La difesa di Berlusconi, di fronte a questa rappresentazione di se stesso e della fenomenologia del suo potere, è violenta fino alla spietatezza contro i testimoni della sua vita; è prepotente contro l'informazione che non sceglie la taciturnità imposta al servizio pubblico radiotelevisivo e accettata - con l'eccezione del Tg3 - di buon grado.
E tuttavia, quando affronta le circostanze che sono emerse, quella manovra è maldestra.

Nicolò Ghedini, avvocato del Cavaliere, nell'ansia di sfuggire al reato ora che una prostituta parla di tariffe, trattative e pagamenti, ammicca complice agli italiani che si sentono "puttanieri" irredimibili, anche se spesso soltanto fantasiosi, nella convinzione che quel peccato possa essere presto perdonato urbi et orbi.
Il lemma che adopera (gli appare il più onesto e concreto) peggiora il clima e deteriora ancor più l'immagine del premier.
"Ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza
[Patrizia], e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile". (Affari Italiani, 17 giugno).
Come se l'affare fosse legale e non politico.

L'errore dell'avvocato convince Berlusconi a muovere in prima persona.
Lo fa secondo le sue prassi consolidate.
Dai fogli patinati di un settimanale di famiglia, nega quel che è accaduto.
"Non c'è nulla nella mia vita privata di cui io mi debba scusare
(...) Non ho [di Patrizia] alcun ricordo. Ne ignoravo il nome e non ne avevo in mente il viso. Non mi ero reso conto [che fosse una prostituta]" (Chi, 24 giugno).
Tace che ancora il 27 gennaio, il suo amico di Bari chiama Patrizia per dirle (la telefonata è registrata):
"[Il presidente] ti vuole vedere la prossima settimana a Roma" (Corriere, 21 giugno).
Vedere lei, proprio lei: Patrizia, con quella faccia che ora non ricorda, con quel nome che ha dimenticato, forse ripensando soltanto al suo corpo.

Questa volta - direttamente e non attraverso i suoi giornali e attaché (lo ha fatto per Gino Flaminio) - scatena l'ordinaria menzogna distruttiva contro Patrizia D'Addario:
"[Le è stato] dato un mandato molto preciso e benissimo retribuito" (Chi, 24 giugno).
Dovrebbe offrire un riscontro anche labile della sua accusa anche perché ha avuto il tempo e ha le risorse per raccoglierlo. Non lo fa.
Dovrebbe comprendere che la denunzia, anche se inventata, conferma la sua vulnerabilità. La mostra, la dimostra.
Se c'è un ricattatore dietro le parole di Patrizia D'Addario, la responsabilità è soltanto di chi dissennatamente le ha aperto le porte di casa.
Dice: "Può capitare di sbagliare ospiti" (Ansa, 25 giugno), ma il punto è proprio questo: quanti sono gli "ospiti sbagliati" che si sono seduti alla sua tavola? E che intenzioni hanno?

Il fatto è che il Cavaliere si tiene lontano da fatti che, per la loro solidità, possono fulminarlo. Preferisce scavare nella differenza tra sé e gli altri, tutti gli altri che soltanto ricordano quel che ha detto e giurato o le menzogne che ha sottoscritto con la sua faccia, i suoi discorsi.
Non pare curarsene.
Dice: "Io sono fatto così. E gli italiani così mi vogliono. Ho il 61 per cento. Io sono buono, generoso, leale, (attenzione) sincero, mantengo le promesse, sono un mattatore, un intrattenitore" (Ansa, 25 giugno).

Soltanto un malvagio può non amarlo.
In fondo, la politica è questo per il capo del governo: la legittimità del suo potere lo autorizza - crede - a creare un'ostilità interna, un conflitto permanente tra chi è con lui e chi, perché lontano da lui o critico, deve essere considerato "estraneo", "nemico", "eversore".

E' "odio e invidia" (Ansa, 24 giugno) chiedergli conto delle sue condotte pubbliche, del suo stato di salute, di una vita spericolata, delle contraddizioni radicali del suo agire: ha prostitute nel suo letto, ma legifera per punire chi frequenta le prostitute; invoca per sé la privacy ma vuole scrivere le norme della nostra privacy, dalla procreazione al "fine vita".

E' un "progetto eversivo" contro il suo governo e contro il Paese chiedergli di essere trasparente.
"Le calunnie contro di me, le veline, le minorenni, Mills (è un testimone che ha corrotto salvandosi da una condanna), i voli di Stato (che utilizza per trasferire amiche, musici, ballerine) , hanno costituito una campagna di scandalo molto negativa all'estero per il nostro paese e credo sia un comportamento colpevole da chi l'ha pensato e organizzato, [credo che sia] un progetto eversivo perché la finalità è quella di costringere a far decadere un presidente del consiglio eletto dagli italiani (...). Se questa non è eversione, ditemi voi cos'è". (Adnkronos, 13 giugno).

La sola soluzione che intravede alla crisi che lo affligge è la riduzione al silenzio o la rovina economica della stampa che non racconta come vere le sue fiabe.
"Bisognerebbe non avere dei media che tutti i giorni cantano la canzone del catastrofismo e credo che anche voi
[imprenditori] dovreste operare di più in questa direzione. Per esempio: non date pubblicità a chi si comporta così" (Asca, 13 giugno).

Il rosario di incoerenze, menzogne, abusi di potere di Silvio Berlusconi sollecita a rinnovargli alcune domande che possono essere conclusive:

1. Quando, signor presidente, ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo d'incontrarla e dove? Ha frequentato e frequenta altre minorenni?

2.
Qual è la ragione che l'ha costretta a non dire la verità per due mesi fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi prima di fare due tardive ammissioni?

3.
Non trova grave, per la democrazia italiana e per la sua leadership, che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità politiche le ragazze che la chiamano "papi"?

4.
Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008 e sono decine le "squillo" che, secondo le indagini della magistratura, sono state condotte nelle sue residenze. Sapeva che fossero prostitute? Se non lo sapeva, è in grado di assicurare che quegli incontri non l'abbiano reso vulnerabile, cioè ricattabile - come le registrazioni di Patrizia D'Addario e le foto di Barbara Montereale dimostrano?

5.
E' capitato che "voli di Stato", senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?

6.
Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiano compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese e i nostri alleati che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto che ridimensionano la sua autonomia politica, interna e internazionale?

7.
Le sue condotte sono in contraddizione con le sue politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?

8. Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E, se lo esclude, ritiene che una persona che l'opinione comune considera inadatto al Quirinale, possa adempiere alla funzione di presidente del consiglio?

9.
Lei ha parlato di un "progetto eversivo" che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?

10. Alla luce di quanto è emerso in questi due mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?

GIUSEPPE D'AVANZO, La Repubblica, 26 giugno 2009 : LE DIECI NUOVE DOMANDE AL CAVALIERE

THE SCANDAL ON THE INTERNATIONAL PRESS




giovedì 25 giugno 2009

Xiphias gladius

Xiphias gladius





Mi ulcero sul fianco
addentato da troppo dagli speroni
aguzzi (il letto di contenzione
non mi permette di
girarmi né d’alzarmi o
muovermi comunque) –E
il dolciastro odore
delle mie ferite richiama le formiche
come il miele sparso per i campi.

Sarà la foglia, l’alzavola volante,
il corvo e le lumache d’acqua dolce
il mio sparuto lembo
d’orizzonte –O la follia?

Dal fosso non si vedono le case
e i rosoni delle chiese
non si trafiggono l’un l’altro : anche l’odore
è immobile da sempre.



Fabrizio Frosini


(Fabrizio Frosini, poesie)

La Clef des Rêves


La Clef des Rêves




Nel peristilio
Dell’età matura
–In disadorno atteggiamento
Ad accogliere il sogghigno
Dei transieunti

Mi lasciano.







--------------------------------
"transieunti" ** / mi lasciano
- i sogni

( ** licenza poetica )



Fabrizio Frosini




dall'antologia "La Clef des Rêves" (Fabrizio Frosini, poesie)



ECOMEDICA - CRONISTORIA degli avvenimenti

Cronistoria degli avvenimenti - Ecomedica       (fino al 10.01.2009)

Negli ultimi anni è stato affermato da alcuni soci che ciò che Ecomedica ha sperimentato deriva dall’aver sempre “sbagliato comportamento con la controparte pubblica”, addebitando tale fatto a me.
Può essere. Dipende dai “punti di vista”. Io sono infatti convinto di aver provato sostanzialmente tutto quanto di lecito potesse essere perseguito in uno “stato di diritto” : con me, Ecomedica non essendo infatti mai ricorsa a “mazzette”; né ha mai accettato altre forme di concussione o qualsivoglia “subordinazione” a “poteri”, pubblici o privati che fossero, non legalmente riconducibili alle legittime Autorità democratiche.

Evidentemente è anche per questo che, nello sforzo di allontanarmi dalla Società, si sono voluti strumentalmente utilizzare anche i metodi più sporchi della “delegittimazione morale“, costruendo false accuse di “incapacità gestionale”, di “ruberie”, di “danneggiamento dell’immagine societaria”, di “danni patrimoniali”,..,  e si è voluto arrivare anche a colpire la mia stessa famiglia –azione culminata con l’allontanamento di pochi mesi fa di mio fratello Andrea.

Questa cronistoria cerca pertanto di descrivere, con dati di fatto, la lunga (e, per un Paese che dovrebbe reputarsi “civile”, assurda) strada che ha dovuto percorrere la Società (ed io in particolare, essendomene occupato per molti anni a tempo pieno ed essendomene assunto in toto il fardello) per aver sempre voluto, tenacemente, portare a compimento un progetto che, sebbene mio fin dall’inizio, era finalizzato non a rendere Fabrizio Frosini ricco (la qual cosa è facilmente dimostrabile dai fatti oltre che dal mio costante comportamento) ma a portare in un territorio “di provincia” alcune delle più avanzate tecnologie mediche nel preciso interesse della salute dei cittadini  (illuminante quanto scrisse il prof. Giuseppe Guarino nella sua memoria al Consiglio di Stato del 13.2.96) ; in ciò organizzando, attraverso l’azienda privata Ecomedica,  servizi sanitari di qualità che si integrassero con quelli pubblici.
In un Paese civile, una simile finalità avrebbe dovuto non solo essere apprezzata dalla parte pubblica (Regione, Asl, Comuni della zona), ma addirittura diventare un esempio di collaborazione “alta” fra pubblico e privato.

Invece il mio progetto si scontrò fin da subito con un pesante CLIMA DI OSTILITÀ che, addirittura, con il passare degli anni si rese sempre più evidente e che, in certi momenti, ha determinato azioni indebite, illegittime e –a mio avviso–  decisamente contrarie non solo agli interessi della Società e della Popolazione (e più in specifico dei MALATI, come la vicenda PET/RADIOTERAPIA  limpidamente dimostra : ovvero quanto poco essi significhino per una “politica miope”  [v.: 4.7.2002] e come si strumentalizzino e si pieghino agli interessi personali, di gruppo e di schieramento politico-affaristico, anche le sofferenze dei malati di cancro) ma anche alla legge.

Tanto che, quando in mie lettere a esponenti politici regionali o allo stesso Presidente della Repubblica,  ho parlato di “sistema di potere politico-affaristico caratterizzato in senso mafioso” (riprendendo espressioni riferite, da politici di primo piano, alla corruzione dilagante in tanta parte del Paese e la cui esistenza è stata denunciata più volte nelle sedi istituzionali), ho precisamente inteso come siano ormai acquisiti mentalità e comportamenti sociali che “consigliano” acquiescenze e remissività: un’accettazione di subalternità, di asservimento, che non solo umilia la dignità di chi si prostra, ma determina alla lunga un perverso degrado istituzionale e sociale.

In quelle mie lettere esplicitamente sollevavo il problema di fondo che (a mio ben vedere) spiega tutte le ragioni dell’ostilità a Fabrizio Frosini e al suo progetto –e quindi, in ultima analisi, la ragione per cui Ecomedica andava, per così dire, “normalizzata”.
Ho infatti scritto, in vari momenti e sempre firmandomi, a esponenti delle Amministrazioni/Istituzioni :

A questo “sistema di potere”, con relativamente pochi “pupari” e una moltitudine di marionette, partecipa (attivamente o passivamente che sia) non solo una folta rappresentanza di politici, dirigenti e funzionari  pubblici, ma anche di imprenditori e in parte di professionisti: soggetti che, per la loro attività, “dipendono” da autorizzazioni, concessioni, licenze, conferimenti, consensi, collaborazioni, concertazioni, discrezioni, intese, …, con la parte pubblica.
In questo sistema prospera chi è colluso. Ma con lo stesso sistema devono fare i conti anche coloro che hanno bisogno di utilizzarne i canali per agevolare la propria attività. Sono queste le tossine che condizionano pesantemente la nostra società. Un sistema profondamente inquinato, ma che viene accettato dai più con rassegnazione.
A questa logica “del clan”, opportunistica e subalterna, vengono arrogantemente e pervicacemente piegati non solo i Valori che dovrebbero distinguere una Società Democratica e una Cultura Occidentale, ma il significato stesso di Morale e di Ragione.
Così che termini come Diritto, Giustizia, Solidarietà, Onestà (morale ed intellettuale), Correttezza, Efficacia ma anche Sensibilità, Rispetto, Amicizia e Dignità, perdono il loro significato, relativizzato, smarrito, banalizzato, volgarizzato in un orizzonte oscuro e maleodorante di silenzi, negazioni, omertà, opportunistiche giustificazioni, falsità, inganni, soprusi, intimidazioni, illeciti,…, insomma : un’umana miseria che nega –di fatto–  perfino il diritto dei malati a migliori e più celeri possibilità di cura, oltre al diritto di un’impresa a svilupparsi e a chi ha un progetto valido, coerente e utile al territorio di concretizzarlo.
DIRITTI : perché mai Fabrizio Frosini (e quindi Ecomedica fino a quando ne sono stato il responsabile) ha chiesto cose diverse dal riconoscimento dei propri diritti, garantiti dalla Costituzione Repubblicana.

Per comprendere tutto ciò invito ad avere la pazienza di leggere queste pagine.
Vi sono anche riferimenti a fatti accaduti in Sicilia e anche nel Lazio: non hanno attinenza con i problemi locali (Empolesi/Toscani) di Ecomedica, ma li ho rammentati perché documentano la mia precisa volontà di realizzare quanto avevo in testa e di farlo nell’interesse (lecito) di Ecomedica, ma senza accettare diktat o condizionamenti di sorta.

Credo che la “storia” qui schematicamente narrata sia esemplare per descrivere il “degrado istituzionale e sociale” di cui parlo. E anche del mio ruolo nella Società che ho fondato e costruito: ruolo che ora, certuni, vorrebbero descrivere, attraverso rappresentazioni artificiose e accuse inaccettabili, come “lesivo” per la medesima Società.

CRONISTORIA :

Nella prima metà degli anni ‘80, a seguito della morte del prof. Briani (primario di Neurochirurgia a Firenze e uno dei più stimati neurochirurghi italiani dell’epoca) e della situazione assurda  –per la stessa attività della divisione ospedaliera–  che per lungo tempo ne seguì  (4 anni senza primario, fino a che “i politici” si accordarono e divenne primario il dr. Mennonna, già aiuto del prof. Briani), maturai la convinzione che non potendo io accettare –per mia natura / modo di pensare / “valori” in cui credevo –  le “leggi di fatto” che governano la sanità (ma, a quanto pare, anche ogni altro aspetto della vita sociale italiana), potevo avere solo due strade davanti a me: o lasciare l’Italia (cosa che, come si è reso evidente, sarebbe stata la scelta più idonea) o rimanervi ma a condizione di provare a costruire, nel privato, qualcosa di valido e significativo.

Grazie all’atmosfera che avevo conosciuto in neurochirurgia negli anni di Briani, con i collegamenti internazioni che allora curavamo (in particolare grazie all’impegno del gruppo “vascolare” del dr. Gagliardi), mi ero dedicato a sviluppare metodiche allora nuovissime nel campo della diagnostica con ultrasuoni (sono stato fra i primi in Italia ad usare la diagnostica spettrale doppler e poi ecocolor-doppler, anche transcranico; indubitabilmente uno dei primissimi in Toscana).
Inoltre erano quelli gli anni in cui non solo la TAC stava fiorendo, ma anche la Risonanza Magnetica fece la propria comparsa quale diagnostica –in primis, cerebrale.
Per tale ragione chi aveva una preparazione neurochirurgica era fra gli specialisti maggiormente stimolati (insieme ai radiologi) a seguire le nuove metodiche e il loro sviluppo tecnologico.

Su tali basi andai a costruire quello che volli allora chiamare “progetto Ecomedica” (perché la base di partenza era rappresentata dalla diagnostica “ecocolor”, che era già diventata la mia attività diagnostica principale –lavorando in alcuni istituti privati toscani e poi anche in proprio, dopo aver acquisito una mia propria strumentazione, che locai presso il centro medico Indiani, in Empoli, via Roma 21 , riconoscendo al Centro il 25% del fatturato).

Per dedicarmi al mio progetto a tempo pieno, lasciai nel tempo tutte le mie attività “esterne”, ossia  all’infuori di Ecomedica (l’ultima collaborazione, quella con la Sanavir Villa Maria di Pistoia, terminò nel maggio 1995), rifiutando fino all’anno in corso (2011) ogni offerta di collaborazione ricevuta –e arrivai anche a trasferire gratuitamente alla Società, nel corso del 1989, la mia attività personale di cui sopra.

Il progetto che avevo in mente si basava su tecnologie allora d’avanguardia e si sviluppava fino a considerare acquisizioni importanti, come la RM, volendo in particolare rimanere aperto alle innovazioni tecnologiche future  –purché, ovviamente, avessero un aggancio pratico effettivo in campo diagnostico e magari, terapeutico (come dal successivo passo che proposi : PET/RADIOTERAPIA).
Questo, è evidente, avrebbe richiesto investimenti importanti, ben superiori alle mie possibilità economiche, pertanto implicava la necessità di costituire una società di capitali, con successivo apporto anche di terzi (soci finanziatori).

Alla fine, nel 1987, mi decisi a fare il primo passo per la realizzazione del mio progetto :

2 Aprile 1987 : costituzione della Società Ecomedica S.r.l. da parte della famiglia Frosini.

09/11/1987 : acquisizione del Centro Diagnostico Indiani – 4 le convenzioni regionali allora esistenti : laboratorio di analisi, radiologia, cardiologia e fisioterapia.
 L’Istituto Indiani era in stato pre-fallimentare. Averlo salvato e poi rilanciato venne “visto male” localmente (parte Pubblica): l’atteggiamento negativo fu palese fin dall’inizio, con ostacoli alla nostra attività  (e quindi allo sviluppo della  Società).

1 Febbraio 1988 : data inizio attività dell’Istituto Ecomedica. Fra i primi dipendenti vi erano le segretarie storiche del “Centro Indiani” (Biondi Marietta e Iacopini Patrizia), che quindi rappresentano anche un pezzo di “memoria storica” di Ecomedica, essendone tuttora dipendenti.
Notare che i miei famigliari (Andrea e Stefania Frosini, poi mia moglie, Lucia Bettini) pur lavorando fin dall’inizio in Ecomedica, per molti anni hanno avuto un rapporto libero-professionale, essendo stati assunti come dipendenti solo negli ultimi anni (mio fratello è stato poi costretto ad uscire da Ecomedica nel corso dell’anno 2011). Inoltre mio padre, Franco, curò gratuitamente i rapporti con gli istituti bancari dal 1987 al 1996 (anno in cui si ammalò gravemente  –v. 31.8.96). Tutto ciò perché, sempre seguendo le “logiche” del progetto che avevo immaginato, non volevo che i nuovi soci che avevo necessità di accogliere ritenessero che io volessi porre me stesso e la mia famiglia davanti agli interessi della Società. Ritenevo, insomma, che dovessimo “essere d’esempio”. Diverso trattamento (ma.. riconoscenza “zero”) usai invece per famigliari/parenti di Dragoni e Benedetti (: cugina e moglie di Dragoni Fabio; nipote di Benedetti Giorgio).

Con l’inizio dell’attività del Centro e l’entrata dei primi soci (inizialmente operatori nel campo sanitario, con piccole quote), per dimostrare loro la mia ferma fiducia nel progetto, volli cedere la mia personale * attività diagnostica vascolare alla Società, unitamente all’apparecchiatura diagnostica e al mio personal computer (allora fra i migliori pc IBM, che diventò l’elaboratore del centro medico)  diventandone solo operatore a percentuale (ciò * avvenne non solo senza alcuna contropartita economica, ma –anzi– con riduzione delle mie entrate, in quanto come operatore mi riconobbi solo il 25% sul fatturato della medesima attività, invece del 75%!).
Questa decisione consentì a Ecomedica di vedersi riconosciuta dalla Regione Toscana (e quindi dalla Asl) la convenzione (allora “indiretta”) per color doppler vascolare (la valutazione oggettiva dell’importanza del regalo da me fatto alla società è data dalla semplice constatazione della crescita del relativo fatturato negli anni  –via via che tale diagnostica diventava, come era aspettativa che accadesse, sempre più diffusa e richiesta).

Marzo 1991 : prima formale presentazione del mio “Progetto Ecomedica” ad amici di mio padre ed altri imprenditori, nella ricerca di “soci finanziatori” per compiere il passo “Risonanza Magnetica” (per la cui acquisizione, dati i costi, avevo immaginato una società separata –seppure integrata–, con Ecomedica Srl società holding. Le vicende con la Regione determineranno però un ribaltamento dei ruoli).
Seguiranno altri incontri, fino a che –quasi 1 anno dopo, si costituirà Ecomedica Risonanza srl.

Settembre 1991 : su mia indicazione, mio padre e Leopoldo Pierozzi incontrano i sigg. Nuti  –proprietari tramite la Serena srl (poi So.Ge.Res) dell’immobile in via Roma 42, Empoli–  iniziando (in particolare con Nuti Andrea) la trattativa che portò, nel tempo, all’affitto dell’immobile.
Leopoldo Pierozzi agì sia come socio/amministratore Ecomedica che come agente immobiliare formalmente delegato dalla medesima società (ne fece fede anche il compenso riconosciutogli dal CdA Ecomedica Srl del 21.6.93   –benché il contratto con Serena srl fu  stipulato da Promedica, il 6.4.93).
Nel Consiglio di Amministrazione di Ecomedica Srl a quel tempo sedeva anche Forconi Luciano, ritornato ad esserne uno degli amministratori in questi ultimi anni.
Assenso di Nuti (purché venisse a breve formalizzato l’atto di affitto) ad indicare l’immobile, in una formale domanda di Ecomedica alla Regione Toscana, quale nuovo centro medico della società Ecomedica, ed in particolare quale sede di installazione delle apparecchiature RM e TC.

Nel corso del 1991, dopo averne fatto conoscenza attraverso la letteratura medica anglosassone, ebbi l’intuizione che una nuova diagnostica (PET) –che allora stava facendo i primissimi passi, ed era in particolare usata in cardiologia e neurologia–  avrebbe avuto un importante sviluppo in campo oncologico. Da lì nacque il mio “progetto PET”, che elaborai e approfondii nei mesi e anni successivi, con esperti di medicina nucleare e fisici in Italia, negli Stati Uniti e in Belgio, e che successivamente estesi alla RADIOTERAPIA (poiché immaginai che tale “associazione” avrebbe significativamente migliorato il trattamento radioterapico –come oggi viene oggettivamente riconosciuto).

21/10/1991 : Ecomedica presentò domanda (la 1° di una lunga serie) alla Regione per installare la RM (seguiranno altre domande, sia come Ecomedica che come EM Risonanza, a fronte dell’atteggiamento negativo dell’apparato burocratico Regionale  –mentre altri privati, nel frattempo, ottenevano l’assenso all’installazione).

28/10/1991 : parere contrario della Regione ; motivazione : “in attesa della programmazione sanitaria

14/11/1991 : atto costitutivo della Società Promedica (soci: famiglia Frosini ; Atto Costitutivo del notaio Cesare Lazzeroni, repertorio 87192 – raccolta 8081), con oggetto la realizzazione e gestione di un poliambulatorio specialistico e di attività diagnostiche  –peraltro diverse da quelle svolte allora da Ecomedica e che vedevo più connesse alla mia specializzazione e attività di esperto in ultrasonografia transcranica–  e di riabilitazione (avevo in mente in particolare quella neurologica, essendo mia sorella Stefania terapista della riabilitazione. Così avevo pensato a Promedica come la società che potesse occuparsi di tale nuova attività. In seguito lasciai –e senza alcun “do-ut-des”–  che la riabilitazione venisse gestita da Ecomedica srl, che già svolgeva una più modesta attività di fisioterapia di base, per evitare complicate suddivisioni immobiliari da cui avrebbero potuto discendere altri problemi).
Preciso che prima di costituire Promedica presentai a tutti i soci (e ai futuri soci Ecomedica Risonanza a quella data) le ragioni per le quali mi ero deciso a fare tale passo e le finalità della costituenda Società. Questo lo feci per correttezza e rispetto verso coloro cui avevo chiesto (direttamente o tramite mio padre) di partecipare ad un progetto che volevo diventasse un riferimento importante per il territorio e per l’intera regione. Sarebbe stato pertanto irrazionale “minare” le basi stesse di tale progetto, oltre che inaccettabile sul piano etico (per me e per la mia Famiglia), andando a compiere atti conflittuali nei confronti di persone le quali (a quel tempo) erano da noi considerate, per la maggior parte, “amici di Famiglia”. Quindi fin dal primo momento sia Ecomedica Srl che i futuri soci della costituenda Ecomedica Risonanza Srl non solo erano al corrente, ma nulla ebbero da obiettare.

15/11/1991 : delibera regionale 9819, con relazione sulla Risonanza Magnetica (vi è indicato un rapporto auspicato di 1 RM per 200.000 abitanti, quindi nulla osterebbe ad autorizzare EM).

18/12/1991 : al convegno pubblico con Assessore Magnolfi e Dr.ssa Sassu (Dpt Sanità, Regione Toscana), che organizzai a Empoli, agli Agostiniani, suCollaborazione Pubblico-Privato per una Sanità dalla parte dei cittadini”, riconoscimento dell’assessore della validità del progetto di sviluppo che prevedeva l’installazione della RM, non presente nel territorio Empolese-Val d’Elsa e Zona del Cuoio  (ma nel Gennaio 1992 Magnolfi si dimise per candidarsi alle elezioni politiche; come assessore lo sostituì Fratini).

14/01/1992 : costituzione della Società Ecomedica Risonanza, con entrata di nuovi soci. I soci fondatori della medesima società, oltre a me (socio a titolo personale e anche attraverso Ecomedica Srl), furono: Ecomedica Srl (amministratore Frosini Andrea), Tognetti Gianfranco, Animar Srl di Tognetti Gino, Buti Carla, Meetti Maria Cristina, Meetti Franco, Bertoncini Michele, Pierozzi Luca, Pierozzi Cristina, Giacob Srl (amministratore Goi Gino), Lombardi Antonio Angelo, Fornettoli Cinzia, Dragoni Giuseppe, Berni Raffaele, Giunti Gianni, Parasuco Forturella Giuseppe.
Seguì la formalizzazione di nuova richiesta (la 2°) alla Regione per RM e TC (19/05/1992).

13/02/1992 : incontro con assessore Fratini. Questi assicurò che avrebbe seguito l’iter della domanda per la RM, al fine di garantire l’equità dei procedimenti. Dopo le elezioni politiche (Magnolfi non venne eletto alla Camera), Fratini si disinteressò completamente di Ecomedica. Anche in un successivo incontro con lui a Livorno, il 21 Marzo '92 , ottenuto dal socio Tognetti, Fratini si rivelò assolutamente indifferente alle nostre ragioni.

14/07/1992 : "no" della Regione a EM Risonanza, per la RM, con la stessa motivazione del 28.10.91 .

Già dal Febbraio 1992 si era intanto intensificata la ricerca di dialogo con la “parte pubblica”: nel tempo vi furono numerosi incontri con assessori e consiglieri regionali/sindaci/esponenti politici della maggioranza, professori universitari…. Sostanzialmente tutti sottolineavano però la difficoltà a far accettare la realtà Ecomedica a livello politico locale e fiorentino. Un “suggerimento” da parte della Dott.ssa Silvana Sassu a rivolgersi a tal Rapalini (Dpt Sanità regionale), anche attraverso l’azienda GE, non venne da me accolto.
Non ottenendo risposta positiva, pur continuando nella ricerca di dialogo, la maggioranza dei soci fu d’accordo nel dare parimenti inizio ad azioni legali (TAR), al fine di ottenere il rispetto del nostro oggettivo diritto ad installare la RM.

30/09/1992 : incontro con prof. Masi, medicina nucleare Careggi, per presentargli la mia intenzione di presentare domanda di installazione per PET.

08/10/1992 : domanda di EM Risonanza al Ministero Sanità per PET ; ritrasmessa, l’8.1.93, dal Ministero alla Regione Toscana, che ne prese atto con lettera dell’assessore Fratini (v. 01/03/1993).

Ottobre 1992     : ricorso al TAR Toscana per la RM da parte di Ecomedica Risonanza (studio Morbidelli).

25/11/1992 : ricorso respinto dal TAR; motivazione :  non si può alterare una programmazione regionale in fieri.

01/03/1993 : la Regione Toscana (Assessore Fratini) scrisse a noi e al Ministero garantendo che una commissione regionale era stata appositamente costituita per definire gli standards per l’installazione della PET. Ma la Regione non volle mai dare alcun seguito a ciò, né volle mai spiegare il perché.

06/04/1993 : a seguito della rinnovata richiesta di Nuti di una pronta decisione circa l’affitto dell’immobile, non essendovi unanimità fra i soci della Ecomedica Risonanza srl, parte dei quali voleva che aspettassimo il riconoscimento regionale, venne formalizzato da Promedica il contratto di locazione con la Società Serena (poi So.Ge.Res. srl), stante il ribadito impegno d’onore di tutti i soci delle srl Ecomedica ed Ecomedica Risonanza, in caso di assoluta negatività regionale, a sollevare Promedica da ogni rischio connesso alla stipula dell’affitto per un immobile di 1200 mq (quindi marcatamente sovradimensionato per Promedica). Fra i soci di Ecomedica Risonanza srl comparivano già allora Dragoni, Berni, Fornettoli, Bertoncini, Tognetti, Buti e altri. Fra i soci Ecomedica srl: Forconi, Pierozzi e altri.  Tutti loro erano pertanto a puntuale conoscenza di quanto sopra.

Essendosi successivamente convinti tutti i soci che occorresse andare avanti con il mio progetto, tre mesi dopo venne firmato il contratto di sublocazione a Ecomedica (07/07/1993)  –poi parzialmente modificato il 06.11.2000 <ma con effetto economico dal 01.07.2001>.
Nella ripartizione dei locali fatta nel 1993, Promedica lasciò a Ecomedica (senza alcuna contropartita economica) lo sviluppo della nuova attività di riabilitazione (cfr. 14/11/1991), conservando invece quella del poliambulatorio (date le normative regionali vietanti rapporti fra medici “pubblici” e Istituti accreditati). N.B. : gli studi Promedica si  limitavano a 4 stanze (che, quando libere, rimanevano a disposizione di Ecomedica). Per il subaffitto Ecomedica pagava a Promedica una somma, comprensiva di IVA, di c. 70,00 Euro/mese superiore al costo totale dell’affitto pagato da Promedica a Nuti (nei primi anni, quale massimo atto di trasparenza, chiesi addirittura all’allora consigliere Mauro Lastraioli di riferire anche sui bilanci Promedica nella presentazione della situazione economica di Ecomedica!).

30/09/1993 : Ecomedica, sottolineando la necessità di rispondere alla concorrenza degli altri Istituti privati (oggettivamente favoriti, rispetto a noi), presentò ulteriore domanda alla Regione per la RM  (3°).

05/01/1994 : per “silenzio/assenso” la domanda di installazione per la RM si intese finalmente accolta.
Fu pertanto possibile formalizzare l’acquisto delle apparecchiature ed iniziare i lavori nel nuovo immobile. Come tecnico venne scelto l’ing. Scappini; i lavori avrebbero dovuto essere eseguiti da Luciano Forconi, così come concordato sia nel CdA Ecomedica srl che nel CdA Ecomedica Risonanza srl, salvo poi venire a sapere da Remo Fontanelli che Forconi medesimo si era tirato indietro (mai spiegate le ragioni ai CdA) e che lui era disponibile a subentrare. Fontanelli (socio in Ecomedica Risonanza, socia di maggioranza di Ecomedica srl) venne quindi incaricato di eseguire i lavori (assai rilevanti per le particolari esigenze legate all’installazione della RM e TC) per conto di Ecomedica. Non solo la diretta conoscenza degli interessati e degli altri consiglieri di amministrazione e soci delle due società (fra i quali: Dragoni, Benedetti, Berni, etc..), ma anche la documentazione tecnica e contabile curata dall’ing. Scappini e le fatturazioni della società di Fontanelli lo dimostrano.

02/05/1994 : Delibera G.R. 3838 (costituzione elenchi delle istituzioni private autorizzate ad eseguire esami RM e TC in convenzione “indiretta” ; termine scadenza : agosto 94)

19/09/1994 : poiché la 3838 presupponeva l’avvenuta installazione di RM e TC entro l’agosto ’94 (cosa impossibile per Ecomedica, visto il limitato tempo a disposizione), Ecomedica ricorse al TAR per ottenere la propria inclusione nell’elenco (pare negativo del TAR).

28/09/1994 : installazione della RM.

10/10/1994 : approvazione  dell’elenco delle strutture convenzionate di cui alla Delibera Regionale 3838 , con esclusione di Ecomedica.

24/10/1994 : la ASL di Empoli, con propria circolare, rifiutò di autorizzare esami TAC, dichiarando di non avere necessità di Ecomedica –benché la nostra TAC fosse la più tecnologicamente avanzata in Italia  (ma gli utenti locali potettero continuare a rivolgersi agli altri privati convenzionati della Toscana).

03/11/1994 : incontro di Tognetti con prof. Morettini, presidente IV Commissione C. Regionale, che garantì il suo appoggio al “diritto di EM ad avere la convenzione” (ma in realtà nulla seguì).

29/12/1994 : nuovo ricorso al TAR contro l’esclusione dall’elenco delle strutture convenzionate (cfr. 10/10/1994)   –parere negativo del TAR.

Nel corso del 1994 , fino al marzo 1995 vi furono continue ingerenze e rallentamenti nella pratica USL per il trasferimento del Centro nella nuova sede, in particolare ad opera della responsabile del Servizio di Igiene, dr.ssa Baccini. L’atteggiamento irrazionalmente negativo della medesima venne infine superato per il diretto intervento del DG (dr. Vezzosi) e del DS (dr. Carloni) della USL, che di fatto “dimissionarono” la dr.ssa Baccini.

Da Febbraio a tutto Aprile 1995 : trasferimento delle attività di : laboratorio analisi, fisioterapia, radiologia, ecografia, cardiologia in via Roma 42.

Maggio 1995 : pur avendo installato la RM e la TC, la Regione ci negò la convenzione, sostenendo che le apparecchiature non risultavano installate al momento della delibera riguardante l’accordo convenzionale con gli istituti privati [l’allora DG Usl, Vezzosi, sollecitò addirittura la Regione a riconoscerci la convenzione, il 9 Ottobre, motivandola come utile alla stessa Usl]. Nuovo ricorso al TAR, ancora con esito negativo.

Luglio 1995 : appello al Consiglio di Stato (avv.ti D’Amelio e Passalacqua; poi dal 02/96 prof. Guarino).

16 Settembre 1995 : inaugurazione ufficiale della sede di Via Roma 42. Poco tempo dopo: NAS in Ecomedica per contestare una presunta “pubblicità non autorizzata” sui quotidiani La Nazione e Il Tirreno. Il pubblico ministero riconobbe la mia totale estraneità –quale amministratore della società– e chiese egli stesso l’assoluzione per non aver commesso il fatto (udienza del 11.1.1999); la pubblicità era stata infatti commissionata ai giornali dalle ditte esecutrici dei lavori in Ecomedica, per loro propria pubblicità.

01/02/1996 : incontro con Cirri, segretario assessore Martini, (con Bianchini, Ass.Industriali FI) per la RM.

07/02/1996 : a Roma, dal prof. Guarino, per ricorso Consiglio di Stato.

27 febbraio 1996 : il Consiglio di Stato ci dette ragione (ricorso curato particolarmente dal prof. Guarino), pertanto nell’Aprile ’96 la Regione Toscana dovette deliberare l’inserimento di Ecomedica negli elenchi (per RM e TC). La convenzione per RM e TC ci venne formalmente riconosciuta dalla Regione Toscana nel Maggio 1996.

01/07/1996 : delibera della Regione n.821 con imposizione di “TETTI” per i singoli centri convenzionati, oltretutto con riferimento all’attività da questi effettuata nel 1995. (= quando Ecomedica aveva in corso il trasferimento ed inoltre, per ben 5 mesi, priva di convenzione per RM e TC) .

31 Agosto 1996 : ictus emorragico di mio padre (che fino allora aveva curato per Ecomedica –gratuitamente–  i rapporti con le banche). In quei mesi (Luglio e Agosto 1996) egli era molto preoccupato per Ecomedica, a seguito della decisione della Regione di imporre “tetti” agli istituti privati; tetti determinati sulla base del “fatturato convenzionato raggiunto nell’anno precedente” * (Delibera Regione Toscana n. 821 del 01/07/1996).
Quell’Agosto ‘96 la USL di Empoli ci comunicò i tetti consentiti per quel medesimo anno : ovviamente estremamente punitivi, essendo stato il 1995* l’anno nel quale non solo Ecomedica si era trasferita nella sede di via Roma 42 (con sospensione delle diverse attività per periodi da 1 a 3 mesi –il periodo più lungo fu a carico della radiologia), ma  anche perché, per ben 5 mesi, era stata priva di convenzione per la RM e la TAC (installate, ma con possibilità di svolgere solo attività privata).
Il carattere ansioso di mio padre venne influenzato da tale situazione. Questo facilitò (non causa, quindi, ma certo concausa) l’evento emorragico cerebrale e l’emiplegia dx conseguente, con deficit del linguaggio (emiplegia - disfasia dalle quali non si riprese più e patologia per cui morì nel febbraio 2007).

Ottobre 1996 : ricorso al TAR contro la DR 821 (esito negativo).

28/12/1996 : vennero stabiliti i “TETTI” anche per il 1997 (anche per le attività di RM e TAC, con riferimento all’attività convenzionata effettuata da Ecomedica nel 1996 (= attività assolutamente iniziale).

11/01/1997 : incontro con prof. Biti alla presenza del prof. Pupi –med. Nucl. Careggi- e dell’ing. Scappini, per valutare la possibilità di realizzare un servizio di Radioterapia (in convenzione con Università). Il prof. Biti si attivò personalmente con Regione e Asl, ma non vi fu alcun risultato concreto. Da allora, io ribadii ogni anno a Regione e Asl la disponibilità di EM alla realizzazione della RT, visto il deficit di offerta.

Aprile 1997 :       il TAR Toscana discusse nel merito del ricorso vinto al Consiglio di Stato, riconoscendone la validità, ma con una formula che ci rese impossibile chiedere i danni all’amministrazione pubblica.

Dal Giugno all’Ottobre 1997 (e ancora nel gennaio e febbraio ’98) ci vennero inviate varie intimazioni da parte di ASL toscane a non eseguire esami a cittadini residenti nei loro territori, nonostante i “tetti” ce lo consentissero.

14/11/1997 : segnalazione all’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). Il 26.6.98 : segnalazione dell’Antitrust al Parlamento con denuncia delle gravi distorsioni della concorrenza  determinate da un “utilizzo improprio dell’accreditamento e/o degli accordi” e invito a “sostituire all’attuale discrezionalità nella [..] selezione delle strutture erogatrici, meccanismi di scelta fondati su [..] criteri equi, oggettivi e trasparenti”.

20/02/1998 : richiesta all’Assessorato Sanità regionale di chiarire quale comportamento dovesse tenere Ecomedica in merito alle intimazioni delle Asl di Prato, Lucca e Livorno. Dopo vario tempo, a voce, venne riconosciuto il nostro diritto ad eseguire gli esami.

07/02/1998 : incontro con sindaco Bugli per chiedergli un intervento politico a sostegno della PET.

16/02/1998 : incontro a Empoli con prof.ri Biti e Pupi per Radioterapia e PET.

Febbraio e poi Maggio 1998 : incontri con dr. Galanti, DG Azienda Careggi, per discutere la proposta di Ecomedica di acquistare e installare un ciclotrone a Careggi, per produrre radioisotopi per la PET che sarebbe stata installata là, a condizione che potessi realizzare il centro PET di Ecomedica.

23/02/1998 : presentazione a Cirri, segretario assessore, della proposta EM per ciclotrone a Careggi.

Giugno 1998 : colloquio di Tognetti con vicepresidente regione Mariolina Marcucci per PET.

17/09/1998 : nuovo incontro a Careggi con Galanti e Masi, per ciclotrone/PET. Poi (17/11/1999) in regione con Cirri, Galanti, Bianchini, sempre per ciclotrone/PET. Dopo qualche mese di silenzio, venimmo informati che la Regione aveva deciso di acquistare in proprio un ciclotrone.

26/03/1999 : in Conferenza dei Sindaci, il sindaco di Montopoli apostrofa il DG Asl11, Vezzosi, di “massone e socio Ecomedica” (né direttamente né indirettamente, Vezzosi è mai stato socio).

22/09/1999 : a Siena, per proposta di realizzazione centro PET alle Scotte, d’accordo con il direttore generale, dr. Macchi. Con il dr. Macchi facemmo, nei mesi successivi, 2 riunioni in Regione (cfr di seguito) non riuscendo però ad ottenerne il consenso.

07/10/1999 : incontro con Sindaco Siena, per presentare anche a lui la proposta PET.

03/11/1999 : incontro con Pupi e Biti a Firenze per PET/Radioterapia, per discutere su come poter far capire alla Regione la necessità di quei servizi per il territorio.

03/01/2000 : il dr. Alessandro Reggiani diventa DG Asl11. In occasione del primo incontro con lui, il 25/01, Reggiani a “muso duro” affermò di non essere ostile a quei privati che “accettano di ridurre il proprio grasso”. La mia risposta che Ecomedica “grasso” non ne aveva proprio, non piacque affatto a Reggiani, che lo dimostrò congedandoci subito e malamente. Da allora l’atteggiamento del medesimo per Ecomedica (e Frosini) è sempre stato negativo (fino alle mie dimissioni da Presidente CdA).

31/01/2000 : tramite un mio parente, presentai il progetto PET al dott. Gaetano Vignola, INFN Frascati, cui proposi una collaborazione fra Ecomedica e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, per la produzione di radioisotopi. Da lui, venni indirizzato al dott. Calabretta e al dott. Giacomo Cuttone, dei Laboratori Nazionali del Sud, Catania, fisici esperti in ciclotroni  –iniziò così la collaborazione con INFN e Università di Catania.

09/02/2000 : con DG Siena, Macchi, in Regione Toscana per PET : incontro con dr. Cravedi, coordinatore del dipartimento Sanità. Assenza di sviluppi.

11/04/2000 : incontro con Biti a Empoli, per la Radioterapia (conferma della refrattarietà della Regione).

08/06/2000 : incontro con DG Asl11 –ci chiese di studiare la realizzazione di un call center  per la Asl.

22/06/2000 : su indicazione del DG Asl11, ci recammo a Rovigo per studiare il loro sistema di call center ; il 27/06 facemmo quindi una riunione alla Asl11, dando loro una relazione e dicendoci disposti a realizzarlo. Dopo qualche tempo il DG ci comunicò che la Asl ci avrebbe pensato autonomamente, visto che… “EM non aveva mostrato interesse” (!).

11/07/2000 (e ancora il 23/9): presentazione del progetto PET a Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale, per sottoporre anche a lui il senso dell’operazione. Nencini si rese conto della validità della stessa e il 27/09/2000 , in Consiglio Regionale, mi presentò all’assessore Enrico Rossi; questi mi dette appuntamento in assessorato il 9 Ottobre, perché gli illustrassi il progetto PET (cosa che avvenne).

21/11/2000 : incontro con Asl11, dr Roccato, per CUP –volontà di imporre a EM una gestione appuntamenti riservata solo alla Asl  (= esclusione di Ecomedica dalla gestione dei propri appuntamenti : primo ed unico esempio in Toscana di Cup “fondamentalista”).

28/11/2000 : richiesta consulenza legale Prof. Avv. Merusi, Pisa

06/12/2000 : a Rieti, con Andrea Dringoli, per proposta di centro PET con Asl Rieti, in accordo con DG, dr. Galbiati. Vi ritornai più volte, anche con l’ing. Scappini. A Roma, con Galbiati e altri (v. 24/05/02), incontrai anche il direttore dell’Ispesl, per illustrargli il “progetto PET-ciclotrone” da realizzare come Ecomedica a Rieti.  La Regione Lazio escluse però Rieti dai centri regionali autorizzati a dotarsi di PET.

14/12/2000 : convegno a Empoli, su “pubblico-privato” e PET, al quale intervenne il DG Asl11 in modo molto critico verso Ecomedica; il giorno successivo il DG telefonò all’allora sindaco Bugli, facendo pesanti dichiarazioni su Fabrizio Frosini e minacciando ritorsioni nei confronti di Ecomedica (!).

19/12/2000 : alle ore 12 AM, vero e proprio “ultimatum” dalla Asl (scadenza ore 24 del medesimo giorno!) perché accettassimo il CUP “fondamentalista” (= solo per Ecomedica veniva arbitrariamente stabilito che gli appuntamenti in convenzione erogati presso Ecomedica stessa fossero dati solo e soltanto dal CUP pubblico), pena la decadenza delle convenzioni.

28/12/2000 : intervento di Ledo Gori, segretario di Rossi, che garantì che in caso di nostra accettazione del CUP, la Asl avrebbe aumentato il nostro budget. Affermò anche che EM sarebbe stata inserita nel CUP nel corso dell’anno, perché, disse, “è un vostro diritto poter dare gli appuntamenti, pur all’interno del CUP”. Disse inoltre che Reggiani era pronto ad azzerare le convenzioni ad Ecomedica, ma che la Regione era contraria.  Accettammo il Cup e ottenemmo un aumento del budget. Ma non per fisioterapia e laboratorio, il cui budget annuale fu “0”. Agli altri laboratori di analisi del territorio fu invece riconosciuto un minimo budget annuale (solo dopo due anni, la Asl accettò di riconoscere tale minimo budget –c. 1000 €- anche a EM ; ma non per la fisioterapia, che rimase così esclusa anche dall’accreditamento).

08/01/2001 : iniziarono le prenotazioni via CUP, con gestione unicamente Asl del medesimo (contrariamente a quanto aveva garantito Gori, EM fu impossibilitata per oltre 2 anni ad effettuare prenotazioni in proprio, per gli esami eseguiti presso l’Istituto, con notevoli inefficienze, complicazioni e perdita di utenti esterni, a oggettivo favore dei nostri concorrenti privati. Caso unico in Toscana di Cup “fondamentalista”).

24/01/2001 : incontro con ing. Romeri, coordinatore dpt sanità, su indicazione dell’assessore Rossi, in merito alla programmazione regionale  PET.

30/03/2001 : nuova richiesta alla Asl11 di pagamento delle prestazioni relative al 1996.

Aprile 2001 : agreement con IBA (Louven) per la produzione di radiofarmaci a Catania, in caso di realizzazione del centro PET/Ciclotrone (21 Maggio: visita in Belgio con dr. Cuttone, per siglarlo).

20/04/2001 : alla ns richiesta di pagamento del pregresso 1996 il dg Asl11 rispose: “nulla vi è dovuto”.

05/05/2001 : lettera a assessore Rossi e coordinatore Romeri, su programmazione regionale PET.

12/05/2001 : lettera del dg Asl11, Reggiani, sul tema “franchigie” (quota pagata dal cittadino non esente) con l’affermazione che “esse partecipano alla determinazione del budget annuale” (andando in tal modo a ridurre il budget annuale predefinito -cosa contraria alla lettera del contratto firmato con la Asl).

24/05/2001 : ISPESL, Roma, per il progetto PET Rieti   –riunione con direttore Ispesl, dr Moncaldi; dg Rieti, Galbiati ; dr Cuttone, INFN Catania ; prof. Milano e ing. Scappini. Moncaldi lodò il progetto di Ecomedica (purtroppo  la Regione dette parere negativo per un centro PET/Ciclotrone a Rieti).

29/05/2001 : con ing. Scappini e dr Cuttone, presentazione domanda installazione PET/Ciclotrone a: Comune, Ufficio Unico e Asl di Catania.

04/06/2001 : nuova lettera a Regione Toscana per PET.

10/07/2001 : incontro, per PET, con vicepresidente Reg. Toscana, prof. Passaleva.

20/07/2001 : sollecitazione per PET all’ing. Romeri, Reg. Toscana (nessuna risposta scritta ; a voce : “la programmazione sanitaria è ancora in fieri”).

Agosto 2001 : comunicazione che, a seguito di un precedente incendio doloso (mafioso) negli archivi dell’ufficio tecnico comunale di Catania, risultavano irreperibili documenti relativi all’immobile scelto quale sede del centro PET. Successivamente, altri problemi connessi all’immobile ci costrinsero a non dare più seguito al progetto. Anche il tentativo di spostare la sede in un comune vicino (Valverde, 15 Novembre) si rivelò impraticabile per la tempistica: la Reg. Sicilia fissò infatti tempi troppo brevi per la presentazione della domanda, quindi autorizzò PET e Ciclotrone ad una società privata di Bagheria –il cui titolare, Michele Aiello, è oggi in carcere per associazione mafiosa, perché prestanome di Provenzano, così come l’allora presidente della regione, Totò Cuffaro, per “favoreggiamento a Cosa Nostra”).

17/10/2001 : per tramite dell’Assessore comunale Tani, incontro a Firenze, in Palazzo Vecchio, con Assessore comunale alla Sanità, Billi, e DG Asl10 (Firenze), Menichetti, per valutare fattibilità di realizzazione centro PET a Firenze (trovando così tante resistenze per Empoli). Il dg dell’Asl10 ci bloccò dicendo che occorreva attendere il piano regionale. Era presente anche l’ing. Scappini.

26/11/2001 : fax del D.S. Asl11 Scarafuggi con richiesta perentoria del 25% di sconto sul budget per RM, minacciando altrimenti l’accordo Asl con altri privati.

28/12/2001 : fax da avv. Santoro, per conto del DG Asl11, con minaccia di causa per danni se non avessimo accettato. Non accettai la minaccia, ribadendo l’offerta per sconti più limitati.

31/12/2001 : accordo su contratto Asl, con Scarafuggi, con sconti accettabili per Ecomedica.

Febbraio 2002 : la Asl11 affitta una RM su camion (5 giorni al mese a Sovigliana ; 2 giorni al mese a Castelfiorentino) per offrire 1500 “esami aggiuntivi nel 2002 , ad un costo –allora dichiarato- di c. 400 mila euro (esami che EM avrebbe potuto erogare a costi inferiori). La Asl si rifiutò di rivelare il costo finale, che voci interne all’azienda pubblica riferirono “più alto di quanto preventivato”. Anche interrogazioni in Consiglio Comunale rimasero di fatto senza risposta. Notare che in occasione di guasti alla RM su camion, i pazienti furono trasportati con pulmino Asl11 all’IRT di Pistoia (istituto privato convenzionato) : alla richiesta di spiegazioni, il DS Roccato rifiutò sempre di rispondere. Così come alla richiesta che ci venisse spiegata la ragione per cui all’IRT potessero rivolgersi senza problemi tante persone della nostra zona, impossibilitate a fare esami in Ecomedica per il budget inadeguato accordatoci. Ancora: perché alla Clinica Leonardo di Sovigliana era stato accordato un budget a parte per i pazienti provenienti da altre Usl, mentre a Ecomedica questo non veniva riconosciuto.

01/03/2002 : ordine per PET (Philips “Allegro” ; ordine poi modificato a TAC/PET “Gemini” il 24/4/03)

16/03/2002 : annullamento del progetto PET a Valverde, non essendoci ancora la concessione edilizia* e avendo la Regione Sicilia deciso di accreditare gli istituti privati già convenzionati al 31 Dicembre 2002. *Oltretutto, 8 mesi prima il proprietario dell’immobile, aveva sporto querela contro l’ufficio tecnico del Comune, per una vicenda diversa, creando conflitti ulteriori.

29/03/2002 : nuova sollecitazione per PET al coordinatore dpt sanità, Romeri, e assessore Rossi.

05/04/2002 : mia lettera al Presidente della Repubblica e al presidente della Regione per PET. Qualche tempo dopo, Tognetti venne a trovami per dirmi di aver ricevuto una telefonata da Ledo Gori: Reggiani era infatti inviperito e chiedeva “la mia testa”, sostenendo che non avrebbe più trattato con Ecomedica fino a quando Frosini ne fosse stato il titolare. Gori si appellava a Tognetti perché io accettassi di “mettermi da parte”!

15/05/2002 : mia richiesta di audizione alla IV Commissione Consiglio Regionale per illustrare quanto posto all’attenzione di Ciampi e Martini (risposta: silenzio).

28/05/2002 : Siena, incontro col Rettore Università, prof Tosi, per PET, accompagnato dal prof Gioffrè. E l’8 Luglio, con DG Azienda ospedaliera, dr.ssa Semplici.

18/06/2002 : mia lettera al Sindaco Bugli per denunciare i soprusi e le prevaricazioni del DG Asl, oltre all’assurda situazione ragionale su PET e Radioterapia.

26/06/2002 : in Regione, da Ledo Gori, per la PET a Empoli (muro di gomma).

Nei mesi di Maggio e Giugno, a causa anche di guasti e altre difficoltà presso la Radioterapia di Careggi, malati di cancro in attesa di eseguire i trattamenti manifestarono pubblicamente il loro sconcerto, con dichiarazioni rese non solo localmente, ma anche alla stampa nazionale e al TG1. A seguito di ciò, la Regione divenne finalmente sensibile al problema. L’Assessore chiese quindi al sindaco Bugli di fissare un incontro con Ecomedica. Questo venne fissato il 4 Luglio, nonostante io ritornassi proprio quel giorno dall’estero (e quindi volutamente in mia assenza).

04/07/2002 : in Comune, alla presenza del Sindaco Bugli, l’Assessore Rossi, ricordando come da anni ci proponevamo per la Radioterapia, chiese a Ecomedica di realizzarla entro 12 mesi, essendo “priorità della regione” ridurre l’attesa di molti malati di cancro (2400 nella sola area Firenze/Prato/Empoli; da qui la Delibera di Giunta 885/5.8.02), attivando con EM un rapporto di convenzione. l’Assessore Rossi, accompagnato da Ledo Gori, dopo aver affermato che “fosse per Reggiani Ecomedica chiuderebbe” (ed aver aggiunto “ma la Regione non vuole che Ecomedica chiuda bensì che si sviluppi”) garantì che la Asl avrebbe convocato Ecomedica in brevissimo tempo per definire l’accordo. In realtà la Asl fece di tutto per prendere tempo, tanto che l’incontro avvenne solo il 1 Ottobre (e non andò come le parole di Rossi avevano fatto ritenere dovesse andare).

Dopo il 4 Luglio, fino al 1 Agosto, seguirono altri 3 incontri con Ledo Gori, ma la Asl non dette alcun segno di sé. Nel frattempo, avendo fin da subito proposto alla Regione e al Sindaco che la Asl ci vendesse l’ ex-Anfor, di via Cherubini, alla quale eravamo interessati da tempo (e la Direzione Asl ne era a conoscenza), venimmo a sapere il 12 Luglio che, solo pochi giorni prima, la Asl aveva “venduto” l’immobile ad una società immobiliare di Pistoia (Eustachio Borgonovo srl). In realtà non di vendita si trattava, ma di un compromesso –come venimmo a sapere molto tempo dopo.
Ad oggi, sono sempre a chiedermene la logica: la Direzione di una Azienda USL, proprio quando l’Assessore alla Salute della Rg. Toscana, individuando nella Radioterapia una priorità per la Regione, chiede a Ecomedica e alla Asl11 di attivarsi immediatamente perché il problema sia risolto al più presto, decide di alienare un bene immobiliare ottimale a tale scopo, preferendo stipulare un compromesso con una società terza interessata a (legittimamente) speculare sul bene, cambiandone la destinazione d’uso (da direzionale che era) e presentando in Comune un progetto di 3-4 palazzi (progetto stranamente autorizzato dal Comune in pochissimi mesi), piuttosto che venderlo a Ecomedica

05/08/2002 : Delibera Regionale su Radioterapia, con l’indicazione che per realizzare i 3 centri (Firenze, Prato, Empoli) potrà essere seguita sia la strada della realizzazione pubblica, di joint venture pubblico/privato o di convenzione con strutture sanitarie private accreditate o da accreditare.

10/09/2002 : la Regione, in merito alla nostra richiesta di accreditamento, motivando norme regionali per l’accreditamento istituzionale, escluse la branca di fisioterapia/riabilitazione perché la Asl non volle riconoscerci alcun budget relativo, purché piccolo. Eppure altri privati, anche in mancanza di contratto con le Asl di riferimento, vennero accreditati (es.: Santa Chiara a Firenze).

01/10/2002 : incontro per la Radioterapia con la direzione Asl11 (Reggiani, Roccato e Mazzoni Claudio). Erano presenti anche Dragoni Fabio e Maestrelli. Iniziammo a parlare di radioterapia in un’atmosfera tranquilla, nonostante la richiesta di realizzarla non a Empoli ma –irrazionalmente– prima a S.Miniato e poi, alle mie precise obiezioni, a Castelfiorentino. Quindi, di punto in bianco, ci venne comunicato che la Asl aveva necessità di modificare il contratto con Ecomedica per il 2003, proponendoci di fatto un dimezzamento del budget rispetto al 2002 (sostanzialmente il ritorno al volume finanziario del 1999). Mi opposi fermamente. Dopo 2 mesi riuscimmo a “limitare i danni” a c. il 20% in meno. All’inizio del 2003, ancora a seguito di mie “manifestazioni”, ci venne poi “concessa la grazia” dell’entrata nel CUP, vale a dire la possibilità di dare anche noi gli appuntamenti per le prestazioni da noi stessi erogate (come avevano sempre fatto tutti gli altri privati in Toscana e nel resto d’Italia).

04/10/2002 : incontro a Firenze con d.g. Asl10, dr. Menichetti, su sua richiesta; ci chiese se EM fosse interessata a realizzare la Radioterapia alla SS Annunziata (Antella) e ad affittarla poi alla Asl. Rispondemmo che saremmo stati interessati in caso di gestione, ma non ad una operazione puramente finanziaria. Erano presenti anche l’ing. Passaleva e Benedetti.

25/11/2002 : incontro in Regione con Ledo Gori e dr.ssa Semplici, DG ospedale delle Scotte, Siena, per valutare la possibilità di realizzare la PET a Siena, riprendendo quanto iniziato col precedente d.g. , dr. Macchi.  La cosa non ebbe poi seguito.

07/01/2003 : in Regione (con Ledo Gori e Biti) per la Radioterapia. In quell’occasione mi venne consegnato da Gori un documento di Biti sulla gestione dei “centri periferici” da parte di Careggi, con l’utilizzo di medici specializzandi a rotazione. Biti chiese anche che Ecomedica acquistasse apparecchiature Electa. Precisai di volere la più ampia collaborazione con l’Università, ma nel rispetto dell’autonomia di Ecomedica e della qualità del servizio. Biti considerò queste parole “offensive”. Venne fissato un secondo incontro il 31/01, poi annullato su richiesta del DG Asl11.

13/02/2003 : Roccato, DS Asl11, ci scrisse rifiutando il pagamento degli esami di RM eseguiti –con urgenza-  da EM a pazienti ospedalizzati, su richiesta dei responsabili medici ospedalieri della Asl, sostenendo come il ns. contratto avesse valore solo per gli appuntamenti CUP (allucinante!).

25/02/2003 : riunione con 3 soci imprenditori edili (: Dragoni, Fontanelli e Forconi) per ex-Anfor. Giuseppe Dragoni, che in precedenza aveva avuto incarico di reperire un immobile adatto a Ecomedica, era riuscito infatti a sapere (dal dott. Lepri, ex DA Asl11) chi avesse acquistato i diritti sull’ex-Anfor. Il 13 Marzo Giuseppe e Fabio Dragoni incontrarono a Pistoia i soci della Eustachio Borgonovo Srl, dicendosi interessati ad acquisire l’immobile in proprio (tacendo –come da mia indicazione- l’interesse Ecomedica).

17/04/2003 : telefonata di Biti per chiedere se rispondesse al vero (come riferito da Reggiani ad una riunione di Area Vasta) che Ecomedica non fosse più interessata alla Radioterapia. Scrissi pertanto (29/4) all’Assessore Rossi e a Biti per ribadire che Ecomedica non aveva assolutamente mutato idea.

Il 17 Aprile ci fu anche l’accordo fra Dragoni e l’Eustachio Borgonovo.

Fine Aprile 2003 : Dragoni fece costituire a Petri e Giovannoni l’immobiliare Edil2010 per acquisire i diritti sull’ex-Anfor e quindi farne la futura sede di Ecomedica.

Il 28 Maggio venne firmato il contratto di acquisto dell’immobile dalla Asl11.
Edil2010, appena entrata in possesso dell’immobile, ne chiese il ripristino della precedente destinazione d’uso (direzionale/sanitaria) e presentò al Comune di Empoli un progetto di massima fornito a Dragoni dall’arch. Ancillotti e, tramite DIA, potette iniziare ad operare sull’immobile. Le autorizzazioni per lo specifico progetto del Centro Diagnostico e della Radioterapia vennero invece bloccate dal procedimento di approvazione del nuovo piano urbanistico locale (definitivamente approvato a fine Dicembre 2004).  Ulteriore danno a chi aveva ritenuto di preferire, ai palazzi, la RADIOTERAPIA!

24/04/2003 : modifica dell’ordine 1/3/02  per  PET a PET-CT “Gemini” Philips.

02/06/2003 : incontro con prof Donato, CNR Pisa, per PET a Empoli.

03/07/2003 : in Regione per Radioterapia, con Gori, Reggiani e Biti ; breve presenza anche di Rossi.

12/07/2003 conferenza stampa in Comune, a Empoli, con Sindaco Bugli, Assessore regionale Rossi, DG e DS dell’Asl11, e il sottoscritto, per presentare l’accordo con Ecomedica per la realizzazione, nell’ ex-Anfor, del Centro di Radioterapia. Tale accordo avrebbe dovuto essere perfezionato e firmato entro il 2003.

Settembre e Ottobre 2003 : vari incontri con DS Enrico Roccato, per la Radioterapia, con tentativo della Asl11 di limitare i pazienti trattabili da Ecomedica (c. 400/anno invece di almeno 800).

05/11/2003 : delibera Asl11 sulla Radioterapia, indicante 831 cicli/anno di trattamento ma con, mediamente, 10 prestazioni ognuno (invece delle 20 che rappresentano la normale media  –pertanto riducendo di fatto a c. 400 il numero di pazienti/anno).

17/11/2003 : email minacciosa da Biti per Radioterapia (“lei non mi conosce”).

29/11/2003 : convegno Villa Sonnino, con presentazione progetto Radioterapia.

22/12/2003 : ordine apparecchiature VARIAN (2 Linac da 6 MeV ad un prezzo ottimo, visto l’interesse di Varian, 1° produttore mondiale, a superare la preferenza di Biti per Electa) –l’installazione, subordinata all’autorizzazione regionale, dei linac era prevista a circa 1 anno di distanza l’uno dall’altro. La scelta delle apparecchiature, software e quant’altro seguì ad una attenta valutazione dei costi/benefici con consulenti radioterapisti e fisici (prof. Cionini, dott. Tucci, prof. Milano). La scelta fatta permetteva di coprire oltre l’80% della patologia, consentendo di eseguire le tecniche attualmente più avanzate (IMRT). Inoltre, il 2° linac poteva essere di 15 Mev, stante l’accordo verbale –da formalizzare al momento della spedizione del 1° linac- per un aumento del prezzo contenuto.

Dicembre 2003 : ancora grosse difficoltà con la Asl11, a causa delle franchigie, dal DG Reggiani considerate nei “tetti”, nonostante il contratto disponesse chiaramente che il budget “è al netto delle franchigie”.

21/01/2004 : lettera da Roccato che giustificava gli 831 “cicli” della delibera del 5/11/03 come “errore”, volendosi invece intendere 831 “pazienti”/anno.

Gennaio-Febbraio 2004 : intervento di Nencini su Ledo Gori per Radioterapia perché la Regione concretizzasse con EM un accordo valido “in particolare per i malati”. Anche il Prefetto Lombardi scrisse a Rossi (riferitomi dal capo di Gabinetto del Prefetto).

11/03/2004 : mio incontro con Biti e Roccato a Careggi, presente Maestrelli. Biti mi offese ripetutamente e minacciò che non ci avrebbe fatto realizzare la Radioterapia, a meno che non accettassimo le sue condizioni. Non mi feci intimidire.

14/04/2004 : Regione, incontro con Ledo Gori e dr Ancona, DG del Dpt Salute. Presenti anche l’avv. Alberto Benedetti,  l’ing. Passaleva, Maestrelli. Ancona affermò La Regione non può impedirvi di installare l’apparecchiatura PET-TAC che avete ordinato, ma non chiedetemi da subito la convenzione perché la Regione non può darvela. Dopo che avrete iniziato a lavorare, sulla base delle necessità oggettive, la Regione potrà valutare positivamente tale eventualità. Ma non a priori”. Li informai della prossima presentazione del progetto per PET e Radioterapia alla Commissione regionale per la radioprotezione.

26/04/2004 : io, Fontanelli e Benedetti diventammo formalmente soci nell’Edil2010, tramite una fiduciaria (Invest Eurofid) facente capo alla Cabel. Sottoscrizione di fideiussione pro-quota di 3 milioni Euro (rispettive quote: 10%, 10%, 5% : notare che io non accettai l’invito di Dragoni Giuseppe a sottoscrivere una quota pari alla propria in quanto: 1. Avevo richiesto che fosse Ecomedica a diventare socia di Edil2010 ; 2. non avevo la disponibilità economica per far fronte ad un aumento di capitale elevato).
Pur avendo sempre proposto che fosse Ecomedica ad essere socia, infatti, con una quota significativa (inizialmente puntavo al 50%, poi cercai di ottenere almeno il 15% ; ..), l’entrata di Ecomedica non avvenne mai, per opposizione dei Dragoni, mascherata da valutazioni “tecniche” di Fabio Dragoni, in CdA, sul far privilegiare a EM l’acquisto di apparecchiature. In occasione dell’entrata come socio, venni a sapere che erano soci anche l’arch. Campatelli, Dragoni Italo, fratello di Giuseppe, oltre a Petri e Giovannoni (tutti i predetti: amici e soci dei Dragoni in varie società).
La Srl Edil2010 avrebbe dovuto aumentare il capitale (stabilito inizialmente in € 10.000,00) per un importo elevato (Dragoni Giuseppe parlava di almeno € 1milione) in modo da far fronte all’impegnativo investimento, ma questo non avvenne mai. Neppure i 10.000 Euro vennero versati, essendo utilizzato –come seppi successivamente- un conto fatto aprire da Dragoni Giuseppe a Petri e Giovannoni, per poter pagare L’Eustachio Borgonovo “brevi manu” (!). Nel settembre 2005 mi venne infatti reso l’assegno di € 1000,00 che Dragoni non aveva mai fatto versare nelle casse della Società. Quel conto venne utilizzato -seppi occasionalmente da Fabio Dragoni, a cose fatte- anche per far avere un “contributo” di € 5000,00 ai DS per una campagna elettorale (non specificata).    

03/06/2004 : incontro EM/Regione per Radioterapia, con Gori e Biti. Per EM presenti: Passaleva, Dragoni Fabio, avv. Alberto Benedetti e Maestrelli. Dura opposizione di Biti ad una autonomia Ecomedica.

Giugno/Luglio 2004 : dopo presentazione alla Asl11, invio del progetto tecnico per Radioterapia e PET/TAC alla Commissione regionale per la radioprotezione, tramite il Comune.

28/06/2004 : a seguito dell’atteggiamento di Biti, Reggiani e Roccato, chiesi a Riccardo Nencini se potesse farmi avere un incontro con Rossi, cosa che avvenne : Rossi mi incontrò nello stesso pomeriggio (prima di una riunione di Giunta) e asserì che la volontà della Regione era che la Radioterapia fosse realizzata da EM e che questa ottenesse l’accreditamento per tale servizio (quindi confermò l’accordo del luglio ’02).
Essendo impegnato a Firenze con Rossi, non potetti partecipare al CdA EM ; Fabio Dragoni, approfittando della mia assenza, convinse il CdA a bocciare la mia proposta di partecipare al capitale Edil2010, sostenendo che comunque più del 3% del capitale non potesse essere sottoscritto da EM –in quanto essendo troppo oneroso l’investimento, era preferibile lasciarlo sostenere a Edil2010, prendendone in affitto l’immobile– e che possedere il 3% non aveva alcun valore pratico.

01/07/2004 : nuovo incontro EM/Regione, con Gori e Biti. In mia assenza, andarono Passaleva, Dragoni Fabio e Maestrelli. Viene presentata la mia ipotesi del “doppio binario”, così da prevedere una cogestione della Radioterapia: (1 linac a EM e 1 alla Asl). Biti rimase contrario: o come lui voleva o niente.

29/07/2004 : la Asl11 comunicò l’intenzione di ridurre (arbitrariamente) il budget EM da settembre.

01/08/2004 : mio articolo su La Nazione Empoli, per denunciare l’arbitrio Asl11 ; richiesta di intervento del Sindaco.

05/08/2004 : già in Canada, ricevetti una telefonata del Sindaco Cappelli, che promise l’interessamento (ma non seguì alcun effetto pratico) .

06/09/2004 : la Asl11 ci tagliò 170 RM e 240 TC.

6 e 7 Settembre 2004 : chiesi intervento di Rossi e sindaco Cappelli. Il DG Asl11 continuò a negarci di eseguire gli esami equivalenti alla quota franchigia, pertanto l’attività di EM in Settembre e Ottobre fu modestissima (senza considerare che eravamo già stati costretti ad una lunga chiusura in Agosto).Molti cittadini dovettero rivolgersi ad Istituti privati concorrenti per eseguire esami RM e TC.

Settembre e Ottobre 2004 : mie pubbliche dichiarazioni, riportate sui quotidiani. Interrogazioni di SDI (maggioranza) e UDC (minoranza) in Consiglio Regionale, sia su Radioterapia e PET che sui tagli. Un “appello” da me predisposto venne firmato da oltre 2700 persone in poco più di 1 mese, grazie ai tanti amici che raccolsero adesioni. Dichiarai la mia intenzione di portare il caso Ecomedica all’attenzione non solo regionale ma nazionale.

16/10/2004 : telefonata di Ledo Gori per fissare un incontro, specificando che il prof Amunni, direttore dell’Istituto Tumori Toscano, sarebbe stato il referente tecnico per la Radioterapia al posto di Biti.

04/11/2004 : 1° riunione in Regione con Gori e Amunni. Presenti anche Dragoni Fabio e dr Tucci –quale consulente radioterapista. Sul piano tecnico trovammo subito l’intesa.

19/11/2004 : 2° riunione in Regione : accordo sostanzialmente fatto.

20/11/2004 : a Villa Sonnino, presentazione dell’accordo sulla Radioterapia, con Gori, on.le Fluvi, sindaco Cappelli e consiglieri regionali. Esso prevedeva 900 pazienti/anno con 2 linac, uno gestito da EM e l’altro da Asl/Biti. Venne comunicato che la firma sarebbe stata apposta entro Natale, essendo solo da fissare il costo annuale per la Regione (da noi indicato inizialmente in c. € 2,250 mil/anno, trattabili fino a c. 2 mil/anno).

Novembre e Dicembre 2004 : dopo che la Regione mi dette ragione in merito alle franchigie, raggiunsi l’accordo con l’Asl11 per il contratto 2005-07 , con aumento del budget.
Nel frattempo, da varie parti (ed in particolare dai Dragoni), mi venne segnalato che i politici locali erano molto critici circa la “mia conduzione della vertenza”. Mi venne fatto ripetutamente il nome di Bugli, Regini e Fluvi, oltre che del sindaco Cappelli. Mi riferirono, sempre riportando quanto appreso dai suddetti, di grossi rischi di ritorsioni su Ecomedica da parte di Reggiani, descritto come furioso perché obbligato dal mio agire a riconoscerci l’aumento del budget. Venne anche in particolare sottolineato come la presenza di imprenditori in Ecomedica rendesse necessario un atteggiamento che evitasse possibili problemi addirittura alle loro personali attività. Gori, intanto, adducendo impegni molteplici, rimandò a dopo Natale la definizione ultima dell’accordo per la Radioterapia.

28/12/2004 : Dragoni Giuseppe mi chiese di lasciare che lui e il figlio curassero informalmente il rapporto con Asl e Regione (oltre che con il sindaco Cappelli), in merito in particolare a Radioterapia e PET, vantando rapporti politici “giusti” (fece esattamente il nome di Bugli, Regini e Cappelli). Acconsentii (n.b.: nessuna delega formale venne mai data ai Dragoni dal CdA), avvertendo che avrei evitato di buon grado “conflitti” con la Direzione Asl a condizione che si mantenesse fede agli impegni presi e che non sorgessero nuove criticità per Ecomedica.

Dicembre 2004 : l’istituto privato IRT di Pistoia terminò l’installazione di una C-PET (Pet di bassa fascia), dopo che la commissione regionale per la radioprotezione aveva dato parere favorevole (senza invece prendere in considerazione la domanda di Ecomedica).
Nel Gennaio 2005 iniziò a lavorare –e  fin da subito in convenzione (esattamente il contrario di quanto dichiarato a noi da Ancona).
Da notare: per 2 anni Ledo Gori aveva pervicacemente negato che un privato potesse mai essere autorizzato ad installare una PET, e alle mie richieste di delucidazioni in merito a “voci  indicanti l’IRT di Pistoia come intenzionata ad installare la PET” rispose sempre affermando che a lui tale notizia non risultava.

Gennaio/Febbraio 2005 : nonostante le rassicurazioni di Dragoni Fabio sulla “prossima” firma dell’accordo, la situazione rimase in stallo.

11/02/2005 : Ledo Gori riferì a Dragoni Fabio che “Biti non vuole l’accordo con Ecomedica”.

16/02/2005 : Rossi, durante un Consiglio Regionale, ribadì a Nencini e Ciucchi che non esistevano difficoltà da parte della Regione, relative all’accordo con Ecomedica.

Marzo 2005 : Fabio Dragoni riferì una proposta della direzione Asl, secondo la quale avremmo potuto trattare 450 pazienti/anno a 1.991.000 euro. Gli dissi che la Asl non era credibile, che non avrebbe potuto giustificare un simile esborso (: avevamo chiesto 2/2.250 mil € per 900 pazienti, come potevano essere offerti  2 mil per la metà dei pazienti?).
Ecomedica non poteva cacciarsi in un vicolo cieco, pertanto ribadii che non potevamo accettare venisse modificato l’accordo del 20 novembre.
Non solo, avendo Dragoni (email del 21/3)  predisposto uno schema di accordo con la Asl11 in cui fra le parti contraenti, oltre a Asl e Ecomedica, risultava anche Edil2010 (priva di un qualsiasi titolo che la rendesse parte di un accordo relativo a servizi medici), lo richiamai al rispetto dei ruoli.
Risultò chiara, pertanto,  la strategia della Asl (e della Regione/Biti) per annullare l’accordo del 20 Novembre ‘04 , pur non venendo mai comunicato a EM alcunché di concreto.
Tale strategia utilizzò anche strumenti di “bassa lotta politica”, compreso il fomentare divisioni interne alla compagine societaria di Ecomedica (facendo leva su interessi personali di alcuni soci, non estranei anche a “collateralismi” con settori del potere politico locale).

23/03/2005 : mia lettera al Presidente Ciampi, al Presidente Martini e al Prefetto di Firenze (riflessioni di un “cittadino italiano”) –scritta il 15/3 e annunciata per e-mail a Rossi, Ancona, Cappelli, Fluvi e altri, ma spedita il 29 , dopo che pronte rassicurazioni di “firma ” dell’accordo (comunicate in particolare a Fabio Dragoni dal Sindaco Cappelli, la quale riferiva parole dell’Assessore Rossi) si rivelarono di nuovo infondate.

26/03/2005 : telefonata di Bugli che mi informava di aver parlato con Rossi in merito alla Radioterapia, ricevendone l’ennesima assicurazione che “non esistevano difficoltà da parte della Regione”.

29/03/2005 : Dragoni Giuseppe e Fabio in Regione da Ledo Gori : mi riferirono un comportamento contraddittorio da parte di questi, con ripetuti riferimenti all’Area Vasta e all’opposizione di Biti e Asl.

15/04/2005 Prefettura : lungo incontro con Dott. Saccone, Capo di Gabinetto del Prefetto Lombardi.
Questi mi disse che il Prefetto si era interessato alla cosa e, su invito della Segreteria del Quirinale, aveva richiesto all’Assessore una relazione scritta da inviare a Roma.
Saccone mi assicurò di aver parlato personalmente con Gori e di averlo trovato pronto a trovare l’accordo con Ecomedica.
Mi invitò quindi ad essere fiducioso nella soddisfacente conclusione della vicenda.

13/04/2005 : e-mail da Fabio Dragoni con la quale mi  notificava quanto già da lui concordato, ad insaputa non solo mia, ma di tutta Ecomedica, con Roccato, DS Asl11.
In quell’e-mail, Dragoni scriveva : <Gentilissimo Dr. Roccato, allego alla presente una bozza relativa ai "Termini e Condizioni Essenziali inerenti l'accordo per l'esercizio dell'attività di radioterapia in Empoli" da stipularsi fra ASL ed Ecomedica. La bozza in allegato, non è che un essenziale preliminare di contratto e contiene le indicazioni da Lei richieste. L'accordo si configurerebbe come contratto di affitto di ramo di azienda.>.
Tutto questo senza che fosse stato minimamente concordato o anche solo discusso in CdA. Nessuno mai, in Ecomedica, aveva infatti mai sentito parlare di “affitto di ramo di azienda”. Né Dragoni aveva deleghe per poterne trattare con la controparte.

Nel frattempo, sia la Direzione Asl che i Politici (Regini e Bugli in particolare) esercitavano pressioni sui soci imprenditori per emarginare Fabrizio Frosini. Le pressioni si esercitarono in particolare sui Dragoni, come essi mi riferirono, essendo Giuseppe Dragoni non solo il più importante imprenditore edile di Castelfiorentino, ma anche il vice-presidente della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, il cui presidente è Paolo Regini (presidente anche di Publiambiente ed ex-sindaco di Castelf.no).
Fabio Dragoni, nel sostenere che avrei dovuto ritirarmi, ebbe a lamentarsi che per colpa mia (!) la propria famiglia stava non solo sperimentando “difficoltà nei rapporti” necessari a portare avanti i propri affari immobiliari, ma stava addirittura rischiando “il patrimonio personale”. Riferendosi a chi suggeriva di “voltare velocemente pagina in Ecomedica” ebbe a fare i nomi non solo di Roccato (per ordine certamente di Reggiani), di Bugli e di Regini ma anche di Gori. Giuseppe Dragoni coinvolse poi anche Remo Fontanelli, prospettandogli il rischio che la mia azione contraria ai diktat Asl facesse sorgere problemi anche a lui, alienando loro l’appoggio politico.
Nonostante questo l’atteggiamento di Dragoni padre nei miei confronti rimase altalenante fino alla fine di Giugno, scontrandosi addirittura, a fine Maggio, con il sindaco Cappelli (alla quale rivolse un epiteto altamente offensivo), per l’incapacità o non volontà della medesima (come riferì lo stesso Dragoni) a dare un contributo positivo alla vergognosa vicenda.

14/06/2005 : incontro di Fabio Dragoni con Direzione Asl11 per la Radioterapia. Dopo l’incontro Dragoni chiese con urgenza una riunione, nel tardo pomeriggio, con gli altri soci di Edil2010. In quella sede sostenne che EM doveva assolutamente affittare alla Asl11 la “branca” radioterapia, pena il rischio di fallimento per la stessa Ecomedica e quindi di Edil2010, in quanto la Asl non avrebbe accettato altra soluzione e avrebbe costretto Ecomedica a cedere.

14/06/2005 : e-mail di Fabio Dragoni ai consiglieri EM (con la frase : <lavorerò intensamente -a questo punto e soprattutto- nell'interesse della EDIL 2010 che nell'operazione ha investito massicciamente>. Ma in realtà i soci di Edil2010 non versarono neppure 1 Euro di tasca loro).

14/06/2005 : mia lettera a tutti i Soci Ecomedica, con il rifiuto di ogni logica “meramente affaristica” e di ogni volgare mercanteggiamento su .

15/06/2005 : lettera del DG Asl11 : respinta (con motivazione ipocrita e strumentale) la gestione diretta EM della Radioterapia (convenzione).

Successivamente, sia Reggiani che Roccato riaffermarono a Dragoni che l’unica via per realizzare la radioterapia fosse l’affitto d’azienda. Venne ribadito che i pazienti da trattare sarebbero stati solo 400-450/anno (nonostante che in una precedente lettera, Roccato riconoscesse il numero di 831 paz/anno), con budget di spesa di 1.2 milioni Euro/anno.

Fine Giugno 2005 : dopo aver comunicato a Dragoni e altri consiglieri che non potevo accettare di subire in silenzio lo stravolgimento dell’accordo del 20.11.04, rilasciai mie dichiarazioni ai giornali, al fine di rimettere in discussione la posizione della direzione Asl.

06/07/2005 : CdA Ecomedica. Fabio Dragoni vi entrò affermando che EM dovesse accettare l’affitto di ramo d’azienda. Spiegai le ragioni per le quali non ero d’accordo, sostenendo inoltre che una eventuale decisione in tal senso spettasse all’Assemblea, non al CdA. Conclusi proponendo due alternative: 1. che il CdA respingesse la richiesta di affitto d’azienda, dando al contempo formale mandato a due Consiglieri per continuare le trattative con la Asl, ricercando un diverso accordo; o 2. che si convocasse l’Assemblea per sottoporre la questione a tutti i soci. La proposta 1. venne votata all’unanimità (Dragoni compreso).

21/07/2005 : incontro fra Passaleva e Fabio Dragoni con la Direzione Asl11 al completo. La Asl, di fronte alla posizione questa volta netta di Ecomedica (presentata da Passaleva), mostrò la disponibilità a trattare in termini diversi dall’affitto d’azienda.
Subito dopo l’incontro l’ing. Passaleva (soltanto) venne in EM a relazionarci (presenti anche Benedetti, Fontanelli, Andrea Frosini, il dr. Rossetti e poi Dragoni Giuseppe, formalmente estraneo al CdA Ecomedica ; i Consiglieri erano così 5 su 11) –ma ogni discussione nel merito venne impedita dal comportamento allucinato di Giuseppe Dragoni.
Venne anche comunicato, da Dragoni, che Edil2010 dava tempo solo fino al 31 Luglio a EM per prendere una decisione circa l’immobile ex-Anfor, altrimenti la società immobiliare sarebbe andata per la propria strada, anche eventualmente affittando direttamente alla Asl11 l’immobile per realizzarvi la Radioterapia.
Dopo anni di battaglie contro il “sistema di potere toscano”, nell’indifferenza o nell’assenza (a parte mirabili eccezioni) della Politica, delle Istituzioni, della Giustizia, definitivamente disgustato per quanto appena sentito e visto (da parte di chi si era dichiarato “Amico di Famiglia” da tantissimi anni!), comunicai ai presenti la mia volontà di non aver più a che fare con simili persone.
Essendo il mio ultimo giorno di presenza a Empoli, prima di un lungo periodo in America, invitai a convocare un CdA che, a sua volta, convocasse l’Assemblea per il mese di settembre. In tal modo si sarebbe arrivati alla nomina di un diverso presidente (caldeggiai anzi che fosse l’ing. Passaleva, in considerazione delle qualità personali e professionali, oltre che per il fatto di essere estraneo all’ambiente empolese. In realtà all’Assemblea si arrivò solo quando, sollecitato in ciò da molti soci, mi risolsi a formulare – il 14 ottobre –  istanza di revoca del CdA).
Non ebbi più alcun contatto con Dragoni, Benedetti, Angelini e Fontanelli, ma successivamente seppi che, appena lasciai Empoli, venne comunicata alla direzione Asl la mia “uscita di scena”.
La Asl fece subito un passo indietro rispetto all’apertura mostrata il 21 –come ci aveva relazionato Passaleva,  riproponendo l’aut-aut “affitto o nulla”.
Passaleva venne immediatamente escluso (nonostante fosse stato ufficialmente delegato, con Dragoni –all’unanimità, cfr 6 luglio) da ogni successivo contatto con la Asl.

31/07/2005 : scadenza dei termini dati il 21/7 a EM da Edil2010 per decidere in merito all’immobile.

03/08/2005 : CdA EM, con illegittima nomina di Benedetti, su proposta di Dragoni Fabio, quale presidente e cooptazione in Consiglio di Calorini Lido, cognato di Angelini. Decisioni illegittime, dal momento che lo Statuto assegna la facoltà di nominare il presidente all’Assemblea. La cooptazione non era neppure prevista nello Statuto, essendo ancora facoltà unica dell’Assemblea nominare o revocare i consiglieri. Subito vi furono dichiarazioni impegnative su una “ritrovata intesa” con la direzione Asl.
Al contempo si intensificarono gli attacchi personali nei miei confronti (peraltro già iniziati da tempo) nonché della mia Famiglia, per cercare di emarginarmi e impedire un mio eventuale ritorno: il tutto funzionale ad una precisa strategia, suggerita precedentemente a livello “politico”  –: essendo Fabrizio Frosini persona “scomoda” (addirittura: “pericolosa”) e quindi da “allontanare”, come avevano esplicitamente detto i Dragoni, riferendo ciò che affermarono essere precisi concetti illustrati loro da Regini, Bugli e Reggiani, ma anche da Ledo Gori (come di fatto confermato, in più occasioni, da Fontanelli, Angelini e, non ultimo, Tognetti).

08/09/2005 : CdA EM con nomina a consigliere delegato di Angelini. Sempre illegittimamente (in quanto contrario alle norme statutarie) venne deliberato l’inizio delle procedure di liquidazione della SpA Ecomedica Centro Oncologico (solo l’Assemblea può infatti deliberare in tal senso).

Settembre e Ottobre 2005 : su sollecitazione di non pochi Soci, maturai il convincimento di dovermi assumere la responsabilità di modificare la situazione di illegittimità in Ecomedica, attraverso modalità che, secondo Statuto,  affidassero all’Assemblea dei Soci il diritto/dovere di operare la scelta sulla strategia aziendale da perseguire.

29/09/2005 : prima analisi e valutazione legale della situazione.

14/10/2005 : mia richiesta ai Soci EM Risonanza di sottoscrivere un documento di consenso alla revoca del CdA e convocazione dell’Assemblea per eleggere un nuovo CdA e deliberare sulle strategie aziendali.

20/10/2005 : mia diffida ai consiglieri Ecomedica ad assumere impegni, in particolare in relazione a Radioterapia e PET, data l’illegittimità del CdA. Questo interruppe la trattativa con la Asl per l’affitto di ramo d’azienda e impedì il ritiro/sostituzione della domanda in Commissione Reg. per la prevenzione dei rischi da radiazioni ionizzanti.

31/10/2005 : convocazione CdA EM Risonanza che, dovendo prendere atto della decisione della maggioranza dei Soci, convocò l’Assemblea in data 16 Novembre.

Nello sviluppo degli eventi, il socio Tognetti Gino, con l’intento dichiarato (poi mostratosi falso) di superare le divisioni in ambito societario, propose una soluzione con i posti in CdA ripartiti a metà (4 alla maggioranza e 4 alla minoranza), ma lasciando * alla minoranza  –che aveva oltretutto infranto le norme statutarie- il controllo della società operativa, con presidente sempre Benedetti.
Per giustificare la formula, si rifece anche al problema dell’acquisizione dell’immobile: Edil2010 era in mano a Dragoni (io rappresentando l’assoluta minoranza nella Srl), che spregiudicatamente se ne serviva per ottenere concessioni in Ecomedica. Ma l’immobile, di fatto, “apparteneva” alla Banca in cui Dragoni era vicepresidente. Tognetti ebbe quindi fin dall’inizio incontri con il Presidente Regini, accettandone i “di lui consigli”.
E subito aggiunse (e divenne chiaro che ci fosse la “politica” dietro tutto ciò”, visto che fin dall’inizio lui stesso riferì di sollecitazioni giuntegli anche per tramite del sindaco di Montaione) come occorresse vivere “in armonia” con la Asl.
Nonostante avessi ottenuto io, con la mia mozione, la maggioranza, per principio, oltre che per razionalità, rifiutai * pertanto di entrare nel CdA e continuai ad “autosospendere” la mia attività professionale, così come dichiarato il 14 Giugno, ricordando che consideravo irrinunciabili 2 punti: la convenzione per la Radioterapia (e non l’affitto d’azienda) e l’autorizzazione all’installazione della PET.
La mia autoesclusione impose una sorta di “reciprocità”, andando a negare un posto in CdA anche a Dragoni.

La nuova amministrazione Ecomedica continuò le trattative con la Asl11.
Con riferimento ai politici (e con  preghiere a me di “evitare esternazioni”), Tognetti riportò spesso le preoccupazioni di vari sindaci e dello stesso Ledo Gori circa mie eventuali “iniziative”, cui facevano seguito le sollecitazioni al medesimo Tognetti di “andare a braccetto con la Asl” e di ristabilire un rapporto saldo con Biti.
Presto, grazie a tali frequentazioni politiche, Tognetti divenne amico di Reggiani (del resto era diventato un ritornello il passo: “la Asl è il migliore cliente di Ecomedica e si deve andare d’accordo con chi ci fa guadagnare, anche accettando di fare ciò che il cliente vuole, altrimenti si perde il 60% del fatturato”).
Per tramite di due amici medici (: il prof. Ricca, allora consigliere comunale DS a Firenze e il dott. Carlo Biagini), entrò successivamente in rapporto con lo stesso prof. Biti.

Il 19 Gennaio 2006 avevo peraltro espresso molto chiaramente a Gino Tognetti la mia insoddisfazione circa la situazione; in particolare per essere ancora sul tavolo la richiesta Asl di affitto di ramo d’azienda, per la Radioterapia, che Reggiani e Roccato definivano “obbligatorio”.
A tal proposito ebbi a dirgli alcune cose in relazione ad una mia prossima azione personale nei confronti di tutti i Gruppi Politici rappresentati in Consiglio Regionale. Non mi capì. O non volle capirmi.

Il 2 Febbraio 2006 ero pertanto in Consiglio Regionalee ci tornai più volte, dopo aver scritto a tutti i Gruppi Consiliari. Che incontrai poi nel corso di quel mese.

Tognetti seppe delle lettere dal DG Reggiani, che ebbe a riferirgli anche di una presunta “indignazione” dell’Assessore Rossi nei miei confronti (!).
Eppure Tognetti rimase poi piacevolmente stupito che fosse divenuto “improvvisamente” così facile escludere l’opzione “affitto di ramo d’azienda” e ottenere invece dalla Asl il riconoscimento della Convenzione per la Radioterapia.

Il 2 Marzo venni invitato ad un incontro con Gino Tognetti. Si voleva infatti che io ritornassi sulle mie decisioni e che rientrassi in Ecomedica, viste anche le problematiche di gestione dell’Istituto. Alla fine, acconsentii alla proposta di Tognetti: lui, come presidente, si sarebbe occupato dei rapporti con Asl e Regione –e quindi di “sbloccare” Radioterapia e PET, per le quali la Regione non aveva ancora espresso l’autorizzazione-, io come amministratore delegato, mi sarei occupato della gestione concreta dell’Istituto.

Pochi giorni dopo (il 9 e il 13/3), si tennero le assemblee delle Società, con la nomina dei nuovi CdA, espressione questa volta della maggioranza.

Trascorsero solo pochi giorni dall’elezione del CdA e Gino Tognetti fece sapere di averci ripensato: meglio non riconoscere alcuna delega a Fabrizio Frosini, bensì “ruoli di controllo” (?) a ciascuno dei consiglieri… in modo che io mi trovassi di fatto privo di un “ruolo reale” (in realtà si cercò deliberatamente di chiudere Fabrizio Frosini “in gabbia”).
Sebbene ritenessi non fosse più il caso di rimanere nel CdA Ecomedica, non formalizzai allora le dimissioni solo per le pressioni dei famigliari e degli amici.

In Aprile ci fu la firma del contratto con la Asl per la Radioterapia.

Il 13 Maggio 2006 Tognetti mi informò che dopo alcuni incontri da lui avuti con Giampaolo Biti (alla presenza di Carlo Biagini) era stata fatta presente da questi la necessità di una nuova domanda in Regione per la Radioterapia, escludendo da essa la richiesta di installazione della PET-CT. Precisò che, in Regione, i funzionari (la Sig.ra Fantoni sicuramente parlò con Biagini [v. e-mail inviatami da C.Biagini il 24.5 : “variazioni suggerite come necessarie dalla Sig.ra Fantoni”] , ma venne fatto il nome anche della Sig.ra Catani) sostenevano che la “vecchia domanda” (presentata nel Luglio 2004) fosse sbagliata (giustificazione strumentale e priva di fondamento) e che occorresse pertanto ritirarla e ripresentarne una nuova, altrimenti la Commissione non avrebbe potuto esaminarla (cosa che la Commissione non aveva fatto in 20 mesi). Venne garantito, da Biti e dalle funzionarie, che appena la nuova domanda fosse presentata, l’autorizzazione sarebbe stata data..

La realtà era un’altra… La nostra richiesta di installare la PET-CT bloccava infatti una ben successiva, analoga richiesta dell’Istituto Fanfani
Occorreva quindi che Ecomedica ritirasse “spontaneamente” (sic!) la propria domanda, perché la Commissione regionale potesse autorizzare Fanfani  (come nel passato aveva autorizzato l’IRT).
Mi opposi, sostenendo che era un errore ritirarla. Sostenni che era utile sentire un legale, essendo diritto di Ecomedica ottenere l’autorizzazione. Sostenni che eventualmente poteva essere presentata una nuova domanda per la sola Radioterapia, ad integrazione e parziale modifica della precedente del 2004 –che non andava ritirata, salvando così la richiesta per la PET (domanda che l’ing. Scappini, presente a quell’incontro e consigliere EM, ebbe anche il pregio di preparare).
Fu tutto inutile : la “verità ufficiale”, che la formulazione della precedente richiesta (a firma mia) era “sbagliata” (!), non andava neppure messa in discussione.

Il 16.5 dichiarai allora esplicitamente che mi sarei astenuto da ogni commento pubblico, ma che avrei votato “no” nel caso la richiesta di ritiro della domanda fosse stata messa all’OdG del CdA (del 26.5). 
Ed infatti all’OdG tale punto non venne inserito, né vi fu votazione in merito, bensì solo la comunicazione di Tognetti relativa alla “richiesta” della Regione.

La domanda del Luglio 2004 venne ritirata (con assunzione di responsabilità pertanto da parte di Tognetti) e la nuova venne presentata in Comune (il 7.6) e “di corsa” in Commissione (il 12.6), così da ottenere l’autorizzazione il giorno dopo: 13 Giugno 2006.
Altrettanto veloce fu l’autorizzazione della PET a Fanfani, subito dopo il nostro ritiro.

Nel Maggio, Biti aveva presentato a Tognetti anche “l’organigramma” del personale medico e fisico della Radioterapia dell’Istituto Ecomedica: in particolare, il prof. Magrini avrebbe dovuto diventarne il direttore (senza peraltro spiegarne il ruolo effettivo, dovendosi il medesimo “dividere” con gli altri centri dell’Area Fiorentina: Prato, l’Annunziata e –pare- Sesto).
Del resto nel passato Biti stesso aveva cercato di far ritirare la disponibilità della dr.ssa Richetti, radioterapista, vice-primario a Bellinzona, Svizzera, in un centro di riferimento europeo (interpellata da me per dirigere la Radioterapia di Ecomedica, la dott.ssa Richetti aveva accettato –con formale comunicazione alla Regione-, con il desiderio di impegnarsi a far diventare Ecomedica un Centro Radioterapico di qualità).

Il 16 Giugno, a seguito di tutto quanto descritto sopra (e di altro ancora), avevo comunque inviato una e-mail ai Consiglieri Ecomedica : ero pronto a formalizzare le mie dimissioni.
Per non mettere in difficoltà il CdA, chiedevo ai Consiglieri di farmi sapere come e quando preferissero che le ufficializzassi (le motivazioni che suggerivo erano per tacere sui miei rapporti con Tognetti, per molti anni considerato più che “amico di famiglia”).
Da allora, come avevo avvisato, mi autosospesi.

Il 20 Luglio venne fuori –incidentalmente, che le apparecchiature per la Radioterapia sarebbero state cambiate per prendere due dual-energy (2 in caso la Regione/Asl avessero permesso un aumento dei pazienti da trattare), la scelta derivando dalla pretesa di Asl e Università; per questo si accettava l’aumento dei costi per apparecchiature e bunkers, senza adeguata modifica del budget!
Modificata anche la scelta dei programmi (softwares di gestione specifici alla radioterapia: dall’accettazione/cartella pazienti alle molteplici esigenze tecniche per i trattamenti) su richiesta di Biti/Magrini.

Nonostante le mie molteplici avvertenze, gli inviti, i richiami e le richieste di non far diventare Ecomedica subalterna e “complice” di interessi politico-affaristici, niente si volle fare.
I miei appelli ai Consiglieri Regionali che negli anni si erano rivelati sensibili alle ragioni da me sostenute, non potettero dare risultati, essendo essi minoranza (anche all’interno della maggioranza che governa la Regione) rispetto a quanti non vogliono disturbare, per varie ragioni, quegli interessi.

L’ 8 Novembre 2006 decisi pertanto di denunciare la questione Radioterapia/PET al Consiglio Regionale, chiamando la maggioranza (e il Presidente della IV Commissione) ad esprimersi nel merito.

Il 15.12.2006, di fronte al loro silenzio, riproposi la medesima a Roggiolani e a Nencini.

Dal Consiglio Regionale la mia lettera venne sottoposta al DG Als11 Reggiani, con la richiesta di spiegazioni.
Da qui la lettera del 6 Febbraio 2007 di Reggiani a Gino Tognetti, accompagnata da notevoli pressioni sul medesimo affinché venisse formulata dal CdA una piena “sconfessione” dell’operato di Frosini (come dimostra la riproposizione per ben 3 successivi CdA, da parte di Tognetti, della medesima richiesta).

Al primo di tali CdA (19.2.2007) io chiarii limpidamente come la mia lettera fosse strettamente personale e che pertanto non si dovesse coinvolgere il CdA Ecomedica, cosa che sarebbe invece avvenuta nel caso di una formale dissociazione da fatti noti, chiedendo venisse trascritto a verbale quanto segue :

<<Il 6 febbraio, il Dott. Reggiani ha indirizzato a Tognetti la richiesta che si è voluta inserire all’OdG di questo CdA. Poiché quanto da me portato all’attenzione del Consiglio Regionale (e di altre Autorità Istituzionali, così come a suo tempo comunicato allo stesso CdA), ha carattere non solo politico ma anche risvolti sui quali già si era attivata l’autorità giudiziaria, ritengo che il CdA non può che ribadire la propria estraneità alla lettera in oggetto,  l’unica risposta adeguata essendo pertanto, nella sostanza :  “Quanto riferito nella comunicazione del Dott Frosini Fabrizio è responsabilità del medesimo, che ha formulato e firmato la lettera”.
Infatti il CdA non ha, quale Organo societario, niente a che vedere con la lettera medesima. Essendone estraneo, la “rappresentazione del pensiero” della Società non può che essere la formale dichiarazione di tale estraneità.
Nel caso, invece, si voglia far assumere a maggioranza una “dissociazione” dai fatti illustrati nella mia lettera, essendo tali fatti manifesti essa potrebbe avere negative conseguenze per il CdA medesimo.>>

La mia precisazione voleva richiamare un punto di cui Tognetti non poteva non essere ben conscio, avendo pochi giorni prima egli stesso affermato (sua lettera del 29.01.2007 ai consiglieri di amministrazione) che “la Commissione Regionale non avrebbe mai concesso PET e Radioterapia e ciò avrebbe portato alla rovina Ecomedica perché a metà Maggio 2006 la Società aveva già fatto acquistare alla E.C.O. Spa l’immobile, aveva assunto precisi impegni contrattuali con ASL e con banche, ecc. : cosa si doveva fare?”. Con ciò confessando candidamente che Ecomedica aveva dovuto soggiacere ad un preciso ricatto.

La risposta del CdA (lettera del 12.03.2007, a firma Tognetti) a Reggiani è pertanto una diplomatica presa di distanza che non poteva assolutamente sconfessare nessuno, per la semplice ragione che tutto quanto contenuto nella mia lettera descriveva semplicemente la realtà vissuta da Ecomedica.


9 Marzo 2007 : al Cda Ecomedica, mia nomina a Direttore Generale, poi resa esecutiva –dopo ripetuti tentativi di Tognetti di limitare i poteri del DG, oltre che la durata del contratto stesso–  al CdA del 28 Maggio, con stipula del contratto.

7 Giugno 2007 : lettera dell’avv. De Mossi ai soci di Ecomedica Risonanza Srl (per conto del gruppo facente capo a Dragoni, Fontanelli etc), con 2 principali punti di contestazione: 1. ricadute economiche (giudicate negativamente) dell’investimento nella radioterapia e nell’immobile di via Cherubini (con in più l’affermazione falsa che Dragoni & C. fossero stati sul punto di affittare la radioterapia alla Asl 11 con un notevole ritorno economico   –affermazione peraltro negata dalla stessa Asl)  ; 2. blog di Fabrizio Frosini.

All’Assemblea della Società del 12 Giugno 2007 feci allegare al verbale la mia risposta alla lettera di De Mossi.

Il 17.9. 2007 sollecitai nuovamente una risposta all’avv. De Mossi, su quanto da me illustrato il 12.6.

9 Settembre 2007 : lettera anonima con minacce a me e alla mia Famiglia , per la quale presentai denuncia al Commissariato di Empoli il giorno successivo (10.9).

Febbraio/Aprile 2008 : trasferimento della maggior parte delle attività diagnostiche Ecomedica in Via Cherubini e apertura del servizio di Radioterapia. Rimangono temporaneamente nella vecchia sede di Via Roma 42 la fisioterapia/riabilitazione e la cardiologia/angiologia.

10 Ottobre 2008 : invio da parte del gruppo rappresentato dall’avv. De Mossi delle lettere ai soci della Srl Ecomedica Risonanza per la procedura di revoca del CdA (e ottenimento dell’adesione di alcuni soci, con modifica della maggioranza).

18 Dicembre 2008 : l’Assemblea della Srl Ecomedica Risonanza nomina un nuovo CdA (a cascata, nei mesi successivi, saranno nominati i nuovi CdA in Ecomedica Srl e in Ecomedica Centro Oncologico Spa). Le mie “riflessioni sul documento di richiesta di revoca”, lette in assemblea, sono allegate al verbale.

10 Gennaio 2009 denuncia-querela presentata al Commissariato di PS di Empoli, per  gravi affermazioni diffamatorie sul mio conto, espresse in forma anonima (con nick “Isidro”), sul notiziario online toscano www.gonews.it, dell’emittente radiofonica “Radio Lady” di Empoli (al Luglio 2012, nessuna notizia in merito alle indagini mi è mai pervenuta, nonostante avessi ricevuto conferma –nel Gennaio 2009– dell’acquisizione dell’I.P. da parte del Commissariato e dell’avvenuto inoltro della mia denuncia–querela alla Procura della Repubblica di Firenze. Una mia raccomandata AR del 18.6.2012 al Procuratore della Repubblica di Firenze, con richiesta di informazioni in merito all’iter della mia denuncia, non ha avuto risposta..).



Dott. Fabrizio Frosini



Per gli accadimenti negli anni 2009 / 2012 : Studio Legale Vulcano per le azioni legali nei confronti di Ecomedica (v. files .pdf :  2012_04_09 FF – NOTE X LEGALI *” e “2012_04_26 COMPARSA Integrativa Frosini – Ecomedica *).