giovedì 19 aprile 2007

per trasmissione lettera al Presidente Napolitano a ministri, parlamentari etc..

Empoli, 23 Gennaio 2007
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Quanto in allegato è indirizzato :

Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale – Roma


E, p.c.:
Al Signor Presidente della Camera dei Senatori
Palazzo Madama – Roma

Al Signor Presidente della Camera dei Deputati
Palazzo Montecitorio – Roma

Al Signor Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi – Roma

Al Signor Presidente del Consiglio Regionale
Via Cavour 2 – Firenze

Al Signor Presidente della Regione Toscana
Via Cavour – Firenze

Al Signor Sindaco di Empoli
e Presidente Conferenza Sindaci Asl11

Al Signor Prefetto di Firenze
Via Cavour 1 – Firenze




Valuterò successivamente se estenderne l’invio ad altre Autorità Istituzionali e di Governo, a Parlamentari, leaders di Forze Politiche (di maggioranza e opposizione) e alla Stampa, oltre che alla Magistratura (ho comunque già fatto pervenire un esposto all’Autorità Giudiziaria).

Da anni denuncio infatti la storia –che solo un minimalista definirebbe di MALASANITÀ– di cui sono testimone e che sintetizzo nella “cronistoria” allegata: una storia che dimostra quanto questo “nostro sistema democratico” sia infiltrato e manovrato da un intreccio politico-affaristico ben conosciuto e protetto da chi dovrebbe avere il compito di tutelare i Cittadini. Mi riferisco ad amministratori pubblici, eletti, e ad amministratori della “cosa pubblica” da questi nominati. Ma anche a professori universitari, a dirigenti, funzionari e, via-via, fino ad imprenditori troppo sensibili ad ambiti “favori politici”.

Nonostante tutte le mie denunce, niente è cambiato. E nessuno, fra quelli che potevano incidere sul “sistema”, è intervenuto. Neppure a presentare una querela contro il sottoscritto, per quanto da me illustrato… Ecco la ragione per cui mi trovo costretto ad amplificare la mia protesta e la denuncia. E spero che, questa volta, chi vaglierà la mia lettera nella Segreteria del Quirinale, non si limiterà ad archiviarla come “corrispondenza fastidiosa”.

Sarebbe un errore, perché la mia determinazione è assoluta. Tanto da mettere me stesso, la mia esistenza, sul piatto della bilancia, se dovesse occorrere (lo dico senza alcuna difficoltà, mi si creda, pur ovviamente confidando non ve ne sarà bisogno).

Nessuno abbia infatti dubbi che io sia disposto a dare anche la vita per contribuire –sono un illuso?– a migliorare questa Società malata: ciò che ho scritto il 14 Giugno 2005 (v. allegati) descrive una scelta che da tempo ho assunto. Questa scelta mi ha già condotto a sacrificare dal Luglio 2005 la mia vita professionale. E anche la mia vita di relazione, grazie al disgusto di toccare con mano quanta bassezza può conoscere l’animo umano.

Parlo di ben altro che del vuoto “cinismo” di politici, amministratori, imprenditori,... Ben altro della volgare strumentalizzazione di bisogni collettivi, per fini privati o di clan. Parlo di volontà criminale, perché pur sapendo che impedire o comunque ritardare per anni la realizzazione di strutture per la cura di malati (e parlo in particolare, anche se non solo, di malati di cancro) significa impedire di dar loro un’opportunità di sopravvivere e guarire, si è deliberatamente scelto di porre propri personali interessi davanti a tutto. Si è scelto, cioè, di far morire esseri umani.

Ed in questo, in prima fila: ASSESSORI, SINDACI, DIRETTORI DI ASL, DIRIGENTI PUBBLICI, MEDICI (in particolare professori universitari), tutti ben più interessati ad esercitare un sordido “potere” feudale, che non a tutelare la salute della gente.

Per chi poi, come me, non solo credeva nell’amicizia ma era addirittura disposto, in nome di questa, a donare tutto se stesso, è stato oggettivamente un trauma ulteriore e devastante, ricevere coltellate alla schiena da chi per 30 anni si era dichiarato “amico”, ma la cui scelta fra amicizia, lealtà, onestà da una parte e squallido “affarismo” dall’altra, era semplicemente improponibile, tanto la sirena del “sistema di potere politico-affaristico” è seduttiva sugli spiriti deboli…

Nell’attesa che l’Autorità Giudiziaria si attivi nel merito delle vicende esposte in “cronistoria”, ritengo che almeno l’Assessore al “DIRITTO” alla Salute della Regione Toscana voglia spiegare il comportamento Suo e della Direzione della Asl11, nonché del Presidente della Commissione Regionale per la Prevenzione dalle Radiazioni Ionizzanti della Regione Toscana. La Sanità è una materia ormai regionale, pertanto l’Assessore ne è il massimo responsabile.

Sarebbe certo auspicabile che altrettanto facciano altri: universitari e consiglieri regionali, sindaci e dirigenti pubblici. Ed il presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Toscana potrebbe finalmente chiedere lumi in proposito. O il Presidente della Regione.

Ciò che io sollevo da anni è un problema reale e grave. Non solo perché si è creato un danno ad una Società (impedendole di svilupparsi e favorendo concorrenti), a persone che hanno dedicato la propria vita ad un progetto, ad un territorio. Perché un odioso crimine è stato perpetrato: centinaia di malati di cancro avrebbero potuto essere trattati più adeguatamente già da parecchio tempo, se si fosse data la precedenza alla Ragione, alla Sensibilità, all’ONESTÀ… invece che sfruttare l’occasione per procurare a se stessi, ad “amici” o alla propria parte politica vantaggi.

Chi preferisce che la disonestà e la furbizia vincano, non risponda a questa mia. Ma non si illuda che io mi zittisca e mi fermi di fronte al silenzio.

Ringraziando per l’attenzione, cordiali saluti

Dott. Fabrizio Frosini


(Accludo testo lettera al Presidente della Repubblica, con 5 allegati)