giovedì 31 gennaio 2008

Sei da qualche parte

Sei da qualche parte


Sei
Da qualche parte
–Invisibile
–Inudibile
Coi fianchi
Scavati
Nelle dune matriarcali
Delle amazzoni.
Le ruote
Del carretto
Alle fontane
Immerse
In anni sgangherati
Si sostengono
Appena
In pochi assi
(Se cadranno marci
Anche le fontane
Resteranno secche)
La statua
Quasi immobile
Di un mulo
Scaccia
Petali di giorni con
Coda
Origliante
Sul mio fianco –Che
Chiama…

Sei qui
Già qui
Che ascolti…

Chi sapeva
Che udissi il
Vento
Prima degli
Uccelli?
Che
Indovinassi
I segreti
Più nascosti,
Le paure,
Gli amori,
Le vergogne
Inammissibili…

Prima ch’io
Parli
Mi guardi –Già
Sapendo
Le parole
Che dirò :
Nei tuoi occhi
I riflessi
D’improvvisi
Cristalli
–Non pensati
Esplodono
Coi battiti di
Ciglia.

Se c’è qualcuno
Che –Svolando il
Nibbio
Lo raccolga e
Lo trapassi
E faccia questo per
Me,
Non lo confidi.
Io sono schiavo
Della mia memoria.
La sera
Solo –Pipistrello
Libero nell’aria
Volteggio
Le falene
In stretti
Cerchi.

Chi chiama
Non ha storia
E si ripete
Ad ogni lamento di
Cenere
Nel fuoco.
Mi dico: non morire!

–Ma chiamo…

E mi ascolti
E mi rispondi
E mi precipiti
Nel gioco crudele
Delle parti.

Circolo d’ombre solitarie:
Non c’è
Più
Chi ci appenda
Alle campane:
Chi ci liberi –Coi vespri
Nella sera
Chi ci raccolga,
Ci protegga,
Ci abbandoni.
Non grida. Non
Urli. Non
Gli ululati
Dei lupi nelle tundre.
Non più
Paure –Né odio
Né palpiti di sogni.
Cadono le
Travi
Sui ricordi: tutto
S’incendia: è
Necrosi di tomba.

Tu mi ascolti…

È vero che mi ascolti..?


Fabrizio Frosini

La Poesia non muore