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lunedì 8 ottobre 2007
la corruzione si insinua e prende campo attraverso le "convenienze"..
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NOI STIAMO DALLA PARTE DELLA GENTE ONESTA.. CHI SI VENDE, NO
di Uguale per Tutti
Il guaio di quando la crisi di una società non è conseguenza di episodi accidentali, ma di un degrado complessivo della sua cultura e degli strumenti per assicurarle una qualche parvenza di democrazia è che a un certo punto tutto si confonde e sembra difficile riprendere il bandolo della matassa e imboccare una qualche strada che consenta di risalire la china.
Accade, dunque, sempre più spesso, in questi giorni, che dinanzi a eventi assai gravi maggiorenti del potere e dell’informazione si affannino a creare confusione, a cercare di appannare anche quel poco di chiaro che ancora resta nella coscienza della gente, così che anche le persone meglio intenzionate siano assalite da dubbi davvero inverosimili.
Un signore porta in piazza centinaia di migliaia di cittadini per protestare contro alcune cose obiettivamente inaccettabili – per tutte, una categoria di “lavoratori” (i parlamentari) che maturano il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo di “lavoro”, mentre si discute se i metalmeccanici devono aspettare trenta o trentacinque anni, e un popolo cui non si riconosce il diritto di esprimere un voto di preferenza per questo o quel candidato a rappresentarlo, essendo costretto dalla legge a delegare ciò a pochi capipartito – e nessuno riesce a trattare dell’oggetto del contendere, ostinandosi tutti a concentrarsi sulla opportunità o meno che i comici facciano politica, sulla eleganza o no del titolo della manifestazione (con spunti surreali quando Bruno Vespa ha detto che nel nostro Paese prima d’ora “Vaff …” in una piazza non si era mai sentito dire, dimenticando, evidentemente, che lo si sente dire un mese si e uno no nelle sedute del Parlamento, insieme a espressioni decisamente più pesanti, tipo “assassino” all’indirizzo di un ex Procuratore delle Repubblica oggi senatore), eccetera.
Così da un paio di giorni tutti discutono se sia legittimo o no che due magistrati rendano una intervista ciascuno a una trasmissione televisiva.
Questo dibattito si colora di toni terrificanti e sempre più indignati, che andrebbero bene se la domanda fosse se è legittimo o no che dei magistrati si diano allo spaccio della cocaina (dibattito quest’ultimo che, peraltro, nessuno ha neppure avviato quando si è scoperto che un senatore a vita, che continua a fare il senatore a vita, la cocaina se la faceva comprare dalla scorta, concentrandosi anche in quel caso non sul fatto in sé, ma solo ed esclusivamente sulla opportunità o meno che la notizia finisse sui giornali).
L’idea di fondo che viene utilizzata per caricare fino al paradosso l’esecrazione è che ai magistrati si addice il silenzio e che essi devono parlare solo con i loro provvedimenti.
E si tratta di affermazione, invero, del tutto condivisibile in astratto.
Si dimentica, però, che essa fa parte dell’armamentario completo di un paese civile.
In un paese civile le questioni – e anche quelle relative alla giustizia e ai tribunali – di discutono civilmente e, quindi, nessun giudice si sogna di difendersi in pubblico.
La pretesa – che da noi è abituale – di applicare solo il lato A della civiltà, omettendo di utilizzare anche il lato B dà luogo al paradosso odierno.
Un paradosso che consiste nel fatto che ogni giornalista o anche solo aspirante tale, ogni portaborse, ogni faccendiere e ogni imputato/condannato può insultare senza limiti (e non solo può farlo in teoria, ma lo fa in pratica quotidianamente) quel paio (“paio” non nel senso di “due”, ma di “pochi”) di giudici che ancora si ostinano a non prendere atto del corso che sta avendo la storia repubblicana, dicendo di essi peste e corna, continuando da mesi a ipotizzare abusi da parte loro che vengono definiti come terrificanti e che, quando si chiede in cosa consistano, vengono coperti dalla opportunità di mantenere un presunto ma inesistente “segreto istruttorio”.
Un paradosso nel quale un sottosegretario può riconoscere in televisione che uno di questi giudici ostinati ha subito non una ma enne ispezioni tendenti a verificare se si stia o no comportando bene e dirsi convinto – in totale assenza di qualunque contraddittorio e sottraendosi all’onere almeno di indicare le ragioni del suo dire - che non si è comportato bene.
Un paradosso che assomiglia a un filmone di guerra nel quale l’eroe torna miracolosamente vivo dalla missione suicida e il comandante che ce lo ha mandato vince lo stupore dell’inaspettato e indesiderato ritorno mettendo il malcapitato in punizione perché è vero che ha salvato un’intera città disinnescando un’intera batteria di mine al rischio della propria vita, ma, perdinci, forse (si badi, solo forse) ha un bottone staccato nell’uniforme.
Un paradosso – e questo è l’epilogo – nel quale, quando gli insultati, derisi, vilipesi, ispezionati, isolati, minacciati, sconsigliati, dopo anni in cui vengono tenuti sotto una pressione disumana, dichiarano (con una faccia tosta davvero deplorevole!) “siamo innocenti, abbiamo fatto solo il nostro dovere”, tutti si levano in piedi e, urlando scompostamente, all’unisono dichiarano: “Eh no, i magistrati non possono parlare alla stampa”.
Che dire e che fare?
Vi diamo il nostro modestissimo contributo pubblicando qui sotto i video delle due “interviste” che sono oggetto delle specifiche polemiche di questi ultimi giorni.
Per favore, guardatele e fatevi queste domande:
1. Le cose dette da questi “sovversivi” che, secondo i migliori mètre à penser del Paese minano alle radici la credibilità delle istituzioni, sono così tanto assurde e criminali?
2. E il solo essersi permessi di dirle è così inaccettabile da parte di due persone che lavorano alle dipendenze di un datore di lavoro che non li aiuta per niente e, anzi, li tratta da nemici?
Questi quesiti sono importanti per noi che facciamo il blog non tanto perché riguardano nostri colleghi (dopo tutto, purtroppo, troppo pochi colleghi), ma perché crediamo siano importanti per tutti i cittadini di questo Paese, dato che le risposte da dare a essi definiscono lo stato in cui versa oggi quella che tanti credono sia una democrazia, ma che forse non lo è tanto.
Tutto questo non toglie ovviamente che, se il Consiglio Superiore della Magistratura troverà nelle condotte dei magistrati in questione motivi di censura, certamente li punirà e del tutto legittimamente. Nessuno pensa di creare salvacondotti in favore di questi magistrati e loro non ne chiedono e non ne vogliono: Clementina Forleo ha detto espressamente nella sua intervista non solo di non avere nulla da obiettare contro le ispezioni, ma anzi di volerne anche altre, quando gli interessi in gioco sono quelli di persone qualunque e non solo quando sono coinvolti i potenti.
Ma punire (se, allo stato per mera ipotesi, ne fosse il caso) è cosa del tutto diversa da insultare, isolare, intimidire, cacciare.
E nei paesi che della civiltà applicano sia il lato A che il lato B, finché non ci sono prove di responsabilità a loro carico e anche quando (come tanti colleghi dicono ancora oggi per giustificare la loro "neutralità") "non si sa come stanno le cose", la regola nei confronti dei magistrati è: "lasciarli lavorare". In alcuni paesi di civiltà esagerata, addirittura "aiutarli a lavorare ancora meglio".
Chissà perché non riusciamo a stupirci che da noi la presunzione di innocenza per i potenti valga anche dopo le sentenze definitive di condanna (così che in tanti media importanti, anche "di Stato", condannati eccellenti per fatti anche gravissimi o dichiarati colpevoli di reati prescritti vengono accolti con deferenza e ossequio, ironizzando sulle sentenze di condanna o "vendendo" per assoluzioni le declaratorie di prescrizione) e, invece, per i magistrati "troppo zelanti" la presunzione di innocenza non esista, così che del tutto imprecisate responsabilità di Luigi De Magistris e di Clementina Forleo vengono date per scontate da politici e giornalisti al seguito, che neppure si sforzano di indicare almeno dei fatti nei quali esse si sostanzierebbero.
Qui non è in discussione solo la possibilità di questi magistrati di fare il loro lavoro, ma la possibilità in assoluto che un tale lavoro possa essere fatto in questo Paese .
sabato 6 ottobre 2007
Si.. siamo davvero all' AnnoZero..
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Mastella e Prodi contro l’uso criminoso della tv
Sulle intemerate giustizialiste di Santoro un già visto a parti rovesciate
Roma. Clemente Mastella dice di non aver visto la trasmissione di Michele Santoro, ma che gliel’hanno raccontata e non gli è piaciuta affatto. Così ieri ha chiamato a raccolta i giornali: “Sono sette settimane che subisco attacchi dal servizio pubblico. Ma dico io, si può dare del buffone-massone, impunemente, per sette settimane, a un ministro? Si tratta di un linciaggio inaccettabile, pagato con i soldi dello stato. Chiederò che il cda della Rai vada a casa”. In poche ore incassa la solidarietà di Romano Prodi: “In effetti – ammette il premier – la trasmissione non aveva quelle doti di concretezza e serenità che deve avere una trasmissione che riguarda i problemi della giustizia”. E così si ha l’impressione di un déjà vu, di un eterno ritorno. Perché le parole di Mastella riecheggiano una ben più nota espressione, conosciuta nel vocabolario della sinistra italiana come “l’editto bulgaro”. E questo anche se, quando nel 2002 fu Silvio Berlusconi a dire le stesse cose, la reazione fu alquanto diversa. Il Cav., a Sofia, disse che nei suoi confronti Santoro faceva un “uso criminoso” della televisione pubblica. E nella sinistra detonò una febbre girotondina che sembra lontana secoli. Rutelli, Fassino, Prodi. Se ne fece una questione di democrazia. Tra questi c’era pure l’Udeur. Un singolare “già visto”, dunque, ma a parti invertite. Perché oggi è Mastella, che parlando a braccio, annuncia ai giornalisti una mozione per l’azzeramento del cda, “in Se-na-to”, scandisce a beneficio delle telecamere. Quando Sandro Ruotolo, il collaboratore di Michele Santoro, ascolta queste parole ci resta di sasso. Non si accorge neppure del cellulare che gli trilla nel taschino, perché il ministro ha appena detto di esser disposto a rischiare una crisi di governo, pur di avere la testa del suo amico. Così, quando un giornalista ricorda a Mastella che in Senato “è pericoloso” per il governo, lui lo guarda sornione e sorridendo spiega che “proprio per questo non vado alla Camera”. L’Unione è avvertita dunque. Anche se Mastella ci tiene a specificare che lui è “il più fedele” alleato di Prodi. “Per questo mi attaccano, qualcuno vuole fare cadere il governo”, insinua. In serata il capogruppo alla Camera, Mauro Fabris, parlando con il Foglio specifica, parla di Pd e di sinistra massimalista. Finisce pure col correggere un po’ la mira del capo ponendo al condizionale il suo diktat: “Se il cda della Rai non prenderà provvedimenti contro Santoro e Travaglio, allora la settimana prossima potremmo chiederne l’azzeramento”.
Con questo sistema corrotto NON SI PUO' ESSERE COLLUSI..
http://www.rai.it/mppopupvideo/0,,RaiDue-Annozero-Puntate%5E%5E36252,0.html
La lettera aperta di Salvatore Borsellino
Voglio ringraziare il ministro Mastella per la sua iniziativa di richiesta di allontanamento per incompatibilità ambientale del giudice De Magistris della procura di Catanzaro.
Voglio ringraziarlo pubblicamente perché mi ero ormai convinto che a seguito delle campagne di delegittimazione e di aggressioni di ogni tipo nei confronti della magistratura la gente si fosse ormai assuefatta all'arroganza ed all'impunità dei politici e avesse accettato come normale ed ineluttabile questo stato di cose.
Ora invece la reazione provocata da questa iniziativa nell'opinione pubblica, nella gente comune, reazione che sta provocando in tutta Italia raccolte di firme e mobilitazioni spontanee soprattutto di giovani a sostegno del magistrato perché possa continuare il suo lavoro senza intimidazioni e interferenze esterne, mi ha fatto rinascere la speranza che le cose possano ancora cambiare.
Ho sottoscritto insieme a Sonia Alfano una lettera al capo dello Stato dove chiediamo che tuteli, come è suo compito, l'indipendenza della magistratura raccomandando al CSM, di cui è presidente, di rigettare la richiesta del ministro.
Voglio però sperare che il sig. Ministro prenda spontaneamente atto della situazione di incompatibilità ambientale che si è creata tra la sua persona e la maggioranza degli italiani e voglia attuare il suo proposito di dimettersi, proposito più volte minacciato, ma finora solo a scopo di ricatto nei confronti della maggioranza di governo.
Il sig. Mastella ama spesso ripetere di essere una persona onesta, non deve quindi temere che le indagini in corso da parte del giudice De Magistris possano coinvolgere la sua persona, potrebbero al massimo coinvolgere i suoi amici o persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene qualche tipo di rapporto, magari non sempre limpido.
Dovrebbe anzi essere grato al giudice De Magistris che con le sue indagini potrà dimostrare l'onestà del sig. Ministro fornendogli una patente di onestà certificata che avrebbe per questo più valore delle sue affermazioni che, agli occhi dell'opinione pubblica, non possono che essere di parte e quindi non obiettive se non addirittura sospette.
Non vorrei però insistere troppo sulla sua persona con il rischio di additarlo come comodo capro espiatorio dei tanti mali della politica italiana, come ha detto Beppe Grillo con una ironia che il sig. Mastella non è stato in grado di capire e che tutta la stampa nazionale ha fatto finta di non capire pubblicando titoli a tutta pagina sulla pretesa pace tra il politico e il comico, e qui lascio al vostro giudizio decidere chi sia il politico e chi sia il comico, e pubblicando poi solo qualche trafiletto poco visibile quando Beppe Grillo ha chiarito le vere intenzioni della trappola in cui l'aveva fatto cadere.
Il fatto è, sig. Mastella, che una persona come Grillo, che ieri ha fatto di mestiere il comico, oggi è uno dei pochi che fa politica in modo serio, e quelli che sono stati designati dai partiti italiani per fare i politici e che la gente, in mancanza di altre scelte, ha dovuto votare, si affannano oggi in tutti i modi di fare la parte dei comici in quel cabaret di bassa lega che è diventata la politica in Italia.
Ma lo scenario, purtroppo, non è quello di un cabaret, è quello di una tragedia, la tragedia di un paese allo sbando dove gli equilibri di governo si reggono su ricatti incrociati e dove l'opposizione non aspetta altro che il suicidio del governo per poter subentrare nell'esercizio del potere, ricominciare ad emanare leggi "ad personam" e continuare, come peraltro ha fatto anche questo governo, nell'attuazione di quel patto scellerato tra lo Stato e la mafia per la spartizione del potere e degli appalti in Italia per cui è stato necessario eliminare Paolo Borsellino.
E io purtroppo vedo tante, troppe analogie tra le vicende di ieri e quelle di oggi.
Anche De Magistris è stato messo in difficoltà dal suo capo, anche De Magistris è stato isolato, anche De Magistris si sta cercando di trasferire per renderlo innocuo, ma si ricordi, sig. Ministro, che per esperienza del passato, l'isolamento di un giudice o di un investigatore è stato sempre il primo passo per additarlo alla vendetta della camorra e della mafia e chi dà inizio e determina questo stato di cose non ha minori responsabilità, almeno morali, di chi ne decide l'eliminazione o preme il pulsante di un timer.
Si ricordi però che la gente non sopporterebbe che la storia si ripeta, quella stessa gente che nella cattedrale di Palermo prese a schiaffi e calci quei politici che pretendevano di sedersi in prima fila davanti alle bare dei ragazzi di Paolo, vi caccerebbe allo stesso modo da un Parlamento nel quale sedete fianco a fianco di personaggi inquisiti, prescritti o già condannati nei primi gradi di giudizio e questa volta non riuscireste a riciclarvi sotto altre sigle e nuovi partiti, a mantenere il potere e ad occupare indegnamente le istituzioni come avete fatto dopo il disfacimento della prima Repubblica.
Salvatore Borsellino
Bella la lettera di Salvatore Borsellino..
Spero che in tanti la leggano, riflettano e 'agiscano'..
Perché ora è tempo di 'agire', di riappropriarci dei nostri diritti di cittadini..
E' tempo di spazzare via i miasmi della palude...
E' tempo di BONIFICARE LA PALUDE..
Certo.. è vero.. non è impresa da poco.. tutt'altro.. ed è per questo che dobbiamo essere determinati, organizzati, inflessibili.. in primo luogo con noi stessi..
Perché con questo sistema corrotto, autoreferenziale ma ancora potente, avendo da decenni capillarmente infiltrato ogni ganglio -o quasi- della società.. NON SI PUO' ESSERE COLLUSI.. Non si può 'scendere a patti'..
E' questo il rischio che io vedo all'orizzonte.. perché è la storia di sempre.. Le sirene del potere corrompono tanti..
E il sistema può fingere di cambiare per potersi perpetuare..
Ecco.. non dobbiamo cedere.. Lo dico a me stesso e insieme a tutti gli altri.. NON DOBBIAMO CEDERE..
Altrimenti il nostro fallimento sarà la tomba della nostra coscienza..
Ma oggi, rispetto a ieri, sono più ottimista..
Oggi possiamo VINCERE.. Non vincere per noi stessi.. ma PER TUTTO IL PAESE
Questa scelta ha avuto il fine unico di garantire il CONTROLLO ASSOLUTO DEGLI ELETTI NELLE LISTE, da parte dei VERTICI DEI PARTITI!!
RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO DI VOTARE ED ELEGGERE CHI VOGLIAMO NOI, NON COLORO I QUALI SONO COOPTATI DAI PADRONI DELLE ORGANIZZAZIONI PARTITICHE... E CHE QUINDI BEN DIFFICILMENTE FARANNO MAI QUALCOSA CONTRARIO AL VOLERE DEI LORO CAPI..
ED E' UNA TRISTEZZA RICORDARE CHE IL CENTRODESTRA PRESE PROPRIO IL MODELLO TOSCANO AD ESEMPIO NEL PROPORRE LA MEDESIMA MODIFICA per le elezioni Politiche (impedendoci così di scegliere anche deputati e senatori - potendo votare solo la LISTA dei cooptati..)
venerdì 5 ottobre 2007
CORROTTI, IMPUNITI e FELICI..
SENZA CONTARE CHE ABBIAMO ASSISTITO SOLO POCHE ORE FA AD ANNOZERO, LA TRASMISSIONE DI SANTORO SUL CASO DEL GIUDICE DE MAGISTRIS, DEL QUALE IL MINISTRO DELLA.. 'GIUSTIZIA' , Mastella, HA CHIESTO IL TRASFERIMENTO.. e immagino l'effetto che ha prodotto anche su di voi..
Vedi su La Stampa un primo resoconto (La Gip Forleo da Santoro: NOI GIUDICI, SPESSO LASCIATI SOLI)
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200710articoli/26363girata.asp
O AD ESEMPIO QUESTO ARTICOLO SU L'ESPRESSO
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Corrotti-impuniti-e-felici/1808149&ref=hpstr1 ,
di Leo Sisti : < Nell'Italia delle tangenti, in 20 anni solo il 2 per cento ha pagato con il carcere. In alcune regioni non ci sono state condanne. E oggi nessuno indaga. I dati choc di uno scandalo >
cfr : CORROTTI, IMPUNITI e FELICI, http://espresso.repubblica.it/
Eppure, ne sono convinto, una buona parte dei corrotti, degli impuniti, dei collusi.. di chi fa affari utilizzando questo sistema di potere politico-affaristico, costruito ad arte per assicurare la gestione del potere alla CASTA per eccellenza e ai tanti CLAN, ai GRUPPI più o meno grandi - spesso familiari - e ai loro sterminati CLIENTES.. una parte di loro avranno addirittura commentato : "MA CHE SCHIFO"..! SALVO POI CONTINUARE IL LORO SOLITO TRAN TRAN di più o meno loschi affari..
Dall'articolo dell'Espresso: < CORROTTI, IMPUNITI e FELICI > :
La legge non è uguale per tutti
Sono cifre rese pubbliche da una ricerca condotta dall'ex pm Piercamillo Davigo, uno dei protagonisti di Mani pulite, ora giudice di Cassazione, e Grazia Mannozzi, docente di diritto penale all'Università dell'Insubria (Como e Varese). Ricerca riversata nel libro 'La corruzione in Italia', editore Laterza, in libreria dal 5 ottobre. Due anni per un lavoro tutto sui numeri, tratti dal Casellario giudiziale centrale. Una miniera di dati che inizialmente dovevano dar vita a una smilza analisi destinata a una rivista specializzata di diritto. Ne è venuto fuori invece un volume di 373 pagine, ricco di grafici e tabelle. Dentro, un inedito censimento sulle tangenti 'made in Italy'. Con risultati choc.
Geopolitica delle mazzette
Un'altra delle sorprese che balzano all'occhio leggendo 'La corruzione in Italia' riguarda la distribuzione del sistema mazzettaro sul territorio: "Intere aree geografiche del nostro paese, almeno stando al numero delle condanne per corruzione e concussione (l'estorsione del pubblico ufficiale, ndr) passate in giudicato, non sembrano essere state neppure sfiorate dal fenomeno Tangentopoli". Partiamo dai più bravi. Al primo posto, l'area della Corte d'appello di Milano (882 casi), seguita da quella di Torino (568), Napoli (538) e Lecce (poco meno di 500). Stupiscono Genova (137) e, soprattutto, Firenze, "interessata a malapena da Mani pulite".
C'era una volta Mani pulite.
Dunque, dopo l''euforia' di Mani pulite, mazzette e tangenti sembrerebbero un retaggio del passato. Invece impazzano, come Transparency International non si stanca di segnalare ogni anno. Il problema è quali misure adottare per farle uscire dallo stato di occultamento nel quale nuotano indisturbate costituendo la 'cifra nera', una "massa di fatti punibili, ma non scoperti". L'idea di Davigo e Mannozzi è di puntare su un obiettivo concreto: smascherare la corruzione, scrivono, "incentivando la propensione alla denuncia". Si tratterebbe di rendere possibile, anche per questo tipo di reato, la collaborazione, come avviene per la mafia. In cambio: la non punibilità per chi apre il libro dei suoi ricordi. È un progetto di cui s'era già parlato a un famoso convegno a Cernobbio, sulle rive del lago di Como. Era il 1994, due anni dopo la deflagrazione di Mani pulite. Che fine ha fatto quella proposta? Occultata. Come le tangenti 'made in Italy'.
ALLORA : GUAI A FERMARSI !! GUAI A NOI SE CI FERMIAMO !! NON BUTTIAMO VIA UN'OCCASIONE IRRIPETIBILE PER RICOSTRUIRE LO STATO..
Fabrizio Frosini
Vedi anche: http://toghe.blogspot.com/2007/10/i-magistrati-non-riescono-rendersi.html
mercoledì 3 ottobre 2007
OPERAZIONE "FIATO SUL COLLO"

Vedi qui : http://beppegrillo.meetup.com/489/messages/boards/view/viewthread?thread=3610883&pager.offset=0#11771011
Saluti
Fabrizio Frosini

lunedì 1 ottobre 2007
REPORT : Seduta del Consiglio comunale di Empoli, 1.10.07
convocato in sessione STRAORDINARIA
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CONSIGLIO COMUNALE DI EMPOLI - REPORT DALLA SEDUTA DI LUNEDI’ 1 OTTOBRE
Dopo una dichiarazione di solidarietà nei confronti della sollevazione popolare in Birmania, apparentemente già soffocata dalla repressione dei militari (solidarietà che ho trovato onestamente molto formale, quasi di prammatica, in assenza di vera partecipazione emotiva), il programma della serata si è sviluppato con una cadenza che definirei.. stanca..
I Consiglieri autori delle interrogazioni/interpellanze e gli Assessori e Sindaco che hanno risposto, si sono sempre espressi in modo molto corretto e misurato, ma traspariva una qualche nota di rassegnazione mista a scetticismo, nell'opposizione, di poter mai arrivare a conoscere la situazione reale..
L'unanimità si è comunque registrata a proposito del punto 11 dell'Odg (Variante normativa e di azzonamento al Regolamento Urbanistico in Località Pontorme: adozione..), per permettere uno sviluppo dell’industria Sammontana.
Mi ha fatto piacere constatare come finalmente (ma quanti anni ci sono voluti..!!) si siano messe da parte pregiudiziali ideologiche e si sia guardato all'aspetto pratico dello sviluppo, con ulteriori posti di lavoro che potranno essere così creati dall'azienda.. SARA' FORSE UN EPISODIO ISOLATO? SPERIAMO DI NO..
Una delusione grossa l’ho avuta quando si è trattato di presentare il punto 13 ( : Bilancio preventivo esercizio 2007: verifica degli equilibri di bilancio. Variazioni). Immaginavo infatti che l’argomento fosse importante e pertanto che l’Assessore al Bilancio fosse presente.. Mah.. sarà forse che non l’ho riconosciuto??
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E' stato Marconcini infatti a introdurre la richiesta di audizione, in particolare, del Direttore Generale Reggiani, in relazione al licenziamento, ad inizio estate, di due medici della ginecologia della Asl, motivandolo con la necessità di chiarire, in modo non ideologico e senza accuse o difese preconcette nei confronti di nessuno, una politica Asl e un comportamento della direzione della stessa che, in certe occasioni, appaiono personalistici agli occhi dei cittadini.
La maggioranza (sia nella risposta di Bartalucci, Ds, che di Pasquinucci, Margherita) ha fatto sostanzialmente quadrato, sostenendo come non ci fosse ragione a convocare le parti in oggetto, non comportando il fatto in questione una caduta dei livelli di qualità dei servizi sanitari pubblici.
Con tali premesse, la votazione non ha avuto storia, essendo risultati solo 4 i voti a favore della mozione (Lista Marconcini / Comunisti Italiani).
Lasciatemi dire che.. abbiamo resistito fino al termine della seduta (era quasi l'una di notte).
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Saluti